Tutone in pile e felpe ammazza-libido… addio. E’ l’ora di buttare tutto nel cestone dell’immondizia e prendere atto di una cosa molto semplice: la donna, con la biancheria intima giusta e un abito carino, è decisamente meglio. La pensano così Renato Nanut e sua moglie Mirca Carollo, titolari del negozio di intimo e merceria di Marano Vicentino che, nonostante i tempi del commercio siano cambiati dicono: “L’intimo è un acquisto primario. Sono cambiati i materiali e si cercano modelli confortevoli, ma la biancheria deve essere bella e non omologata”.

 

Renato, come è nata la vostra attività?

Mia madre Ermelina ha aperto il negozio perché mio padre non stava bene. Ha iniziato con una merceria che aveva la sartoria di supporto. Poi abbiamo seguito il mercato e le varie richieste del tempo e siamo arrivati qui, a una merceria che vende prevalentemente biancheria intima diversa dai marchi della grande distribuzione e adeguata alle donne di oggi: comode ma sexy.

Che cosa significa un negozio a Marano Vicentino?

Siamo proprio in mezzo a 2 poli commerciali, Thiene e Schio, per cui dobbiamo giocare d’astuzia. Dobbiamo essere all’avanguardia, ma non troppo avanti. Il cliente nuovo va attirati piano piano, con il servizio e il buon gusto nella merce. Puntiamo a farci riconoscere e a dare cose che gli altri non danno. Anni fa ad esempio tenevamo corsi di ricamo.

Che cos’è la merceria nel 2014?

Sono anni strani e adesso abbiamo chiaramente la percezione di una società colpita da instabilità economica. Una volta non si cambiavano nemmeno le cerniere, i capi con la zip difettosa si gettavano e basta. Ora si cambia perfino il cursore della cerniera, ma va bene così. La società è stata ‘usa e getta’ per troppo tempo, era necessario darsi una regolata. Si lavora bene con la merceria perché c’è un ritorno alla messa a nuovo degli abiti vecchi ma di qualità. Si getta meno l’abbigliamento, si ricicla l’usato dopo avergli fatto fare ‘un salto dalla sarta’.

E gli uomini che atteggiamento hanno con il vostro negozio?

Vengono molti mariti, stanchi che la moglie indossi i loro pigiami o le maglie extra-large per andare a letto. Ci dicono ‘Fammi un piacere, dammi un pigiama carino per mia moglie, che la smetta di mettersi le mie cose, che la sono grandi’. E comperano cose belle e magari sexy, mentre la maggior parte delle donne, soprattutto quelle tra i 20 e i 50 anni, scelgono cose comode prima di tutto. I mariti, o le mamme delle circa quarantenni, sono molti più attenti al bello. E poi, le mamme che comperano l’intimo per le figlie sposate, hanno un tocco in più. Comperano i set interi, con vestaglia e intimo. Sanno che la vita intima delle figlie deve essere nutrita per essere preservata.

C’è qualcosa che proprio non vi va giù?

E’ capitato che qualcuno abbia perso un bottone da una camicia ed è venuto per sostituirlo. Pur di non prendere la fila intera c’è chi ha scelto di mettere un bottone diverso dicendo ‘tanto non si vede’. E invece si vede eccome!

Voi siete moglie e marito. Lavorare insieme fa bene all’amore o rischia di essere pericoloso?

Per me se si sta bene in coppia si può lavorare bene insieme. Ma mia moglie la pensa diversamente. Dice che sarebbe meglio diversificare, per dare maggiore valore sia alla coppia che al tempo trascorso al lavoro. E in ogni caso è vero che quando si tira giù la saracinesca, i problemi di lavoro devono rimanere in negozio e non essere portati a casa.

Che cosa vi piace in particolare del vostro lavoro?

A volte siamo degli psicologi. Molti clienti si confidano e chiedono consigli e se non si conoscono bene di persona bisogna stare attenti a sbilanciarsi, per non rischiare di dire cose sbagliate. Comunque avere un negozio in paese è un valore aggiunto. E’ un servizio dal punto di vista lavorativo, ma è soprattutto un punto di riferimento dal punto di vista personale. E’ un peccato che le persone giovani siano sempre di corsa e in auto per andare e tornare dal lavoro. I centri cittadini faticano anche per questo. Se ci fosse più tempo per la vita personale e la gente lasciasse l’auto in garage migliorerebbe il commercio per tutti i negozi di vicinato e migliorerebbe la società intera.

 

Anna Bianchini

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