«I veneti non sono creduloni. Ognuno di noi vive sulla propria pelle la malattia e sa benissimo che le cose non sono proprio come le racconta Zaia». Così il capogruppo regionale di Italia dei Valori Antonino Pipitone, tuona indispettito dopo le pagelle alle Ulss venete e le statistiche delle liste di attesa per le prestazioni specialistiche.

«In America – prosegue Pipitone – dicono che ci sono le bugie, poi le grandi bugie, poi le statistiche. Questo adagio per ricordare che i numeri si possono leggere in molti modi, e che la sfilza di dati che l’ufficio stampa di palazzo Balbi ha sventagliato per dimostrare che in Veneto le liste d’attesa si sono ristrette, come le magliette dopo un lavaggio sbagliato, raccontano un libro delle fiabe che esiste solo nell’ufficio di Zaia».

«Al presidente auguriamo davvero – chiosa il politico IdV, medico di professione – di non dover mai avere bisogno di prenotare una qualsiasi visita, altrimenti si scontrerebbe con una realtà molto diversa dalle percentuali che campeggiano sui giornali di oggi. Tra un finto ultimatum ai Dg e l’altro, Zaia provi a prenotare una mammografia, un ecodoppler, una visita oculistica o cardiologica e ci dica lui se le liste di attesa non esistono più. Come un qualsiasi cittadino del Veneto, chiamando i centri di prenotazione dei nostri ospedali, capirà che, per la gran parte delle prestazioni specialistiche, troverà liste di attesa assolutamente inaccettabili per un paese civile».

«La realtà, purtroppo- dice Pipitone – è che in 5 anni di governo Zaia la situazione su questo fronte non è sostanzialmente cambiata di una virgola. Le classifiche delle Ulss e le percentuali bulgare vanno bene per i titoli sui giornali. Ai veneti servono programmazione sanitaria, manager capaci, bravi specialisti e macchinari all’avanguardia. Invece Zaia nasconde la polvere sotto il tappeto e si limita a inveire contro i tagli governativi».

Pipitone chiude con un polemico invito a Zaia: «Ci ascolti, presidente. Domani, prima di prendere l’aereo per Roma, provi a prenotare una mammografia. Poi ci racconti com’è andata».

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