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Marano. Da aspirante sindaco di paese agli scranni di Roma. Giulia e Giovanni la sua forza

Lo accompagna ovunque e quando ancora doveva nascere Giovanni,  lo seguiva anche a Roma. Adesso lo aspetta a casa, per aprirgli la porta con il ‘frutto’ del loro amore tra le braccia e per ascoltarlo nelle sue gioie e nei suoi dispiaceri. Giulia Berto ha 34 anni, ma ha la maturità delle donne di una volta, quelle che credono nel matrimonio che dura tutta la vita, che nonostante un lavoro che la soddisfa, una laurea e specializzazioni all’estero, per lei fare la moglie e la madre è il ‘mestiere’ più bello del mondo. E’ la compagna di vita di Erik Pretto, 34 anni anche lui, di Marano anche lui. E’ una donna forte e dolce, che si è appassionata di politica per condividere tutto con il consorte. Lo appoggia e da quando stanno insieme, dal 2005, lo sostiene come la sua fan più sfegatata. Si guardano ancora come il primo giorno quando parlano del loro amore, che non ha mai subito crepe, nonostante l’impegno politico di Erik, che a casa, tiene una valigia sempre pronta in direzione Roma, dove trascorre almeno tre giorni della settimana, per partecipare all’attività del Parlamento di cui racconta aneddoti che scardinano anche preconcetti e dicerie che la stampa riporta grossolanamente.

Erik, Lei da oltre un anno siede come deputato dell’Alto Vicentino sulle poltrone romane, sogno di tutti coloro che abbracciano la politica, ma che spesso non riescono a realizzarsi. Qual è stato il suo impatto con il Parlamento?

Beh, la maestosità degli ambienti, con quelle poltrone eleganti, quei marmi e quei piedi dei tavoli dorati un pò inibiscono a prima vista. Poi, impari a conviverci, ma la prima impressione, cioè quella di dover lavorare in un ambiente tanto sontuoso quanto complicato mi ha fatto capire subito che dovevo essere prudente. Ecco, la prudenza è l’ingrediente base che metto nella mia missione da deputato, che crede nel suo ruolo. Ne vado orgoglioso quando penso a Quota 100, al decreto Sicurezza e alla Flat Tax, che risolleverà le sorti di molti italiani stritolati da tasse pesantissime.

E l’Autonomia?

Arriverà anche se c’è ancora troppa ignoranza sul tema, molto conosciuto in Veneto, dove l’ho studiato dal 2007, quando sono entrato nella Lega. Nel resto d’Italia occorrerebbe un processo di conoscenza di cosa sia davvero l’autonomia differenziata, tanto cara al popolo veneto e che è un punto fermo del programma Lega-M5S. Molti colleghi meridionali del mio stesso partito non hanno idea di cosa sia e ci sono pregiudizi infondati, che andrebbero sostituiti ad un lavoro mirato di conoscenza seria di quello che farebbe bene non solo al Nord, ma anche al Sud.

Oltre all’impegno parlamentare, Lei è tanto presente territorialmente. Cosa Le chiedono i veneti quando sta in mezzo a loro?

Le domande sull’autonomia sono molto ricorrenti e cerco di tranquillizzare tutti, chiedo loro di dare il tempo al Governo per affrontare il tema. Ci vogliono dei tempi tecnici, che solo stando a Roma si possono comprendere. La gente deve capire che si sta dando la priorità al lavoro e agli italiani che stanno soffrendo. L’autonomia si farà. E’ un punto fermo e arriverà sicuramente.

Chi è per lei Salvini, è un suo punto di riferimento?

Sono un uomo di Salvini, che stimo da morire per quella vicinanza al popolo che ha saputo creare. Anche Berlusconi lo aveva fatto, ma a Salvini si deve quel contatto con il cittadino comune che era sempre stato emarginato dalla politica. Quei selfie che lui fa alla fine di ogni comizio o evento, sono il suo volere stare in mezzo alla gente, anche se è dilaniato da una giornata di lavoro. Per il popolo lui riesce sempre a trovare il tempo e pur di non scontentare nessuno, l’ho visto sorridere per oltre due ore sotto il caldo, per stringere la mano al nonno, all’operaio, all’imprenditore e alla casalinga. Ma anche Zaia è un mio punto di riferimento, lavoro a Roma, ma il Veneto è sempre nel mio cuore. Il territorio è il motore che stimola il mio impegno politico.

Vede spesso Salvini a Roma?

Certo, lui riunisce spesso i suoi parlamentari. Almeno ogni 15 giorni, ci vediamo e scalettiamo il programma parlamentare con quell’unione di squadra che contraddistingue la Lega, forte per la sua organizzazione rigorosa. E’ un partito strutturato che riesce ad essere forte anche per questo. Io poi, faccio parte anche della commissione antimafia, un impegno non facile e molto delicato per una materia, della quale al Nord c’è una visione distorta, sia per un concetto di mafia della gente comune, ma anche di una parte della politica stessa, che è ancora convinta che il mafioso sia quello con la lupara ed il cappello calato sul viso. La mafia è anche quella dei colletti bianchi che si infiltra negli affari, negli appalti e può annidarsi ovunque. Occorre tanta informazione anche su questo errato e anacronistico concetto di mafia, che oggi è più moderno.

E’ vero che c’è tensione in Parlamento tra Movimento 5 Stelle e Lega?

Non è così. Andiamo molto più d’accordo di quello che si pensi. Ho imparato a conoscere e ad apprezzare molti colleghi ‘grillini’ che  studiano, si impegnano e con i quali spesso si cerca di mediare là dove sorgono i conflitti. In Parlamento, tutto sommato, si respira un’aria distesa. Prevale la voglia di fare le cose. E’ evidente che ci siano delle priorità politiche diverse tra i due gruppi di maggioranza, e  noi della Lega cerchiamo di dare risposta alle esigenze manifestate dai nostri elettori.

Chi sono i più eleganti del Parlamento?

Sicuramente tutti ci teniamo ad apparire in maniera adeguata, io per primo mi ritrovo ad indossare la giacca più frequentemente. Ma anche i colleghi dei 5 stelle lo sono e negli anni, hanno avuto una evoluzione  anche a livello d’immagine. Sono molto attenti a presenziare le sedute in maniera impeccabile anche nel modo di vestire.

Chi sono i deputati più moderni?

Sicuramente noi della maggioranza. Rappresentiamo il nuovo ed il cambiamento. Forza Italia e Pd sono ancora ancorati a vecchi schemi di una politica che a mio avviso, è sorpassata da un pezzo.

Dice questo perchè non sono mediatici come Salvini? Non pensa che lo sia troppo?

Anche per questo e non solo. Riguardo la mediaticità di Salvini, lui si è costruito una squadra fortissima perchè ben organizzata. Quindi può andare in tv e stare in mezzo alla gente perchè supportato da chi lo circonda che gli consente di lavorare sia negli uffici di Roma, sia tra il popolo.  Sacrifica la sua persona per fare tutto. Io ne sono ammirato e non so come faccia.

Torniamo alla sua vita e alla sua famiglia. Non sente di trascurarli stando così tanto lontano da casa?

Assolutamente no. Giulia ed il piccolo Giovanni sono la mia forza e quando posso, scappo da loro. E’ vero, sono tanto impegnato e fuori casa, dato che faccio parte del consiglio federale della Lega. Ma quando sto con loro, il tempo che passiamo è intenso e di condivisione assoluta.

Vuole dire che anche con sua moglie parla di politica?

Non glielo impongo, è lei che mi chiede, che vuole sapere le cose perchè ci piace essere una coppia su tutto, anche sul mio lavoro.Giulia mi ha sempre accompagnato e sostenuto per ogni cosa e sarà sempre così perchè ci amiamo così.

Adesso, se si volta indietro, quale collega di partito le viene in mente e al quale direbbe grazie?

Marino Finozzi. Gli sono molto riconoscente perchè mi ha insegnato una certa visione della politica, fatta di concretezza e di parole mantenute. Una politica basata sulla ricerca di soluzioni e non sulle rivalità sterili tra gruppi.

 

N.B. (foto Yves)

 

 

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