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Cogollo. Il medico arriverà a luglio. Il dott. Pellegrini si mette a disposizione del paese come volontario

A Cogollo del Cengio, dal primo aprile ha cessato la propria attività professionale il medico di base Giovanni Laghetto che è andato in pensione. Adesso il paese è rimasto orfano di quell’assistenza sanitaria alla quale era abituata. Ma è una questione temporanea, dichiara il sindaco Piergildo Capovilla, perchè il nuovo medico è stato nominato e a luglio prenderà servizio. Ma la notizia di questi giorni è di quelle che riempiono il cuore perchè l’altro giorno, durante una riunione di giunta comunale ha annunciato la propria disponibilità per Cogollo Stefano Pellegrini, medico in pensione, che ogni venerdì visiterà a titolo volontario in un ambulatorio, già individuato e che diventerà il quartier generale di questo cittadino-modello. Il pensiero di Pellegrini, uomo e professionista apprezzato non sono a Cogollo, è andato alle persone anziane, che più di tutte hanno bisogno per età e stato di fragilità, di punti di riferimento.

A darne notizia, con la voce rotta dall’emozione, lo stesso Capovilla, che chiede ai cittadini di Cogollo di pazientare fino all’arrivo del nuovo medico di base e di rivolgersi intanto al centro di medicina di Chiuppano. ” Il dirigente dell’Ulss 7 Francesco Calcaterra mi ha assicurato che entro luglio arriverà il sostituto del dottor Giovanni Laghetto e mi rendo conto che abbiamo subito una perdita, che però, avrà un ricambio a breve. Nel frattempo, l’essersi messo a disposizione del paese da parte del dottor Pellegrini, mi ha colpito tantissimo. In mezzo a gente che critica, che a volte fa polemiche non costruttive perchè non servono a risolvere i problemi, ma ad acuirli, c’è chi come questo nostro concittadino, dà un contributo serio al paese. E’ venuto in giunta a comunicarcelo, gli abbiamo stretto la mano con riconoscenza e ammirazione”.

Il problema dei medici di base

Alla fine a Cogollo del Cengio è andata anche bene con il medico di base, il cui arrivo è stato già preannunciato dall’Ulss 7. L’Alto Vicentino, infatti, è la seconda area del Veneto più carente di medici di base dopo il bellunese. Un problema comunque italiano e che non dipende dagli amministratori locali, che hanno le mani legate dinanzi a camici bianchi che non ci sono. E il quadro è destinato ad aggravarsi

Maurizio Scassola,  segretario veneto della Federazione italiana dei medici di medicina generale ha lanciato un vero e proprio allarme perchè mancano tanti colleghi e tantissimi andranno in pensione entro il 2025.

“Attualmente in Veneto  ci sono 2780 medici di famiglia, considerata l’elevata età il 20 per cento andrà in pensione entro il 2025 “,  ha detto   Scassola, precisando che il rischio di perdita di dottori è anche più elevata. “Il livello di stress è notevole e siamo in difficoltà nel reclutamento di giovani dottori, non è più un lavoro attrattivo: i laureati in medicina preferiscono intraprendere altre specializzazioni. Ora sono circa trecento i dottori che frequentano il corso triennale di specializzazione, ma il dato non è confortante. Il venti per cento dei medici non porta a termine il corso e un altro venti per cento lascia poco dopo aver iniziato a lavorare – aggiunge il referente della Fimmg – i dati sono allarmanti, ma dobbiamo ugualmente riuscire a garantire un medico di famiglia anche nelle zone disperse”. Per ora stanno tamponando le falle con i “micro-team”, che consistono in squadre di infermieri e personale amministrativo che si spostano nei luoghi non “coperti” per garantire un medico a tutti. Tra le soluzioni c’è l’innalzamento dell’età pensionabile e il reclutamento di personale amministrativo e infermieristico che “alleggerisca” i medici dalle incombenze che non riguardano strettamente le cura del paziente”.

N.B.

 

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