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Il bilancio del maltempo nella Valle dell’Astico: il punto coi Sindaci. Fotogallery

A due settimane dal nubifragio che ha flagellato tutto l’Alto Vicentino, nella Valle dell’Astico si contano i danni e si cerca di pensare al futuro in un’ottica di prevenzione e di maggiore attenzione verso il territorio.

Un territorio fragile per morfologia, vittima di una cementificazione magari non diffusa come in altre zone della pianura veneta ma comunque invasiva, sicuramente in molti casi abbandonato all’incuria e al degrado che le memorie più longeve descrivono come l’antitesi del lavoro certosino e paziente che caratterizzava la  costante pulizia di fossi e vallette fino alla metà del secolo scorso.

Se a queste premesse si aggiungono precipitazioni che in poche ore hanno sfiorato i 200 mm, l’epilogo non può che essere quello a cui gli abitanti delle comunità della Val d’Astico hanno assistito inermi, lieti solo che per un caso fortuito a tanti danni materiali non si siano sommati quelli alle persone.

Allagamenti ad Arsiero

Ad Arsiero l’acqua e il fango sono arrivati sino alla piazza, allagando anche alcune attività commerciali. Numerosi gli allagamenti anche alle abitazioni specie in Via Verdise e Via Caodilà dove agli uomini della Protezione Civile e ai tecnici comunali si sono aggiunti i Vigili del Fuoco per liberare i piani interrati quasi sommersi.

“Se fosse continuato ancora un po’ il diluvio” – commenta il Sindaco di Arsiero Cristina Meneghini che nel frattempo ha chiesto lo stato di emergenza – “non so cosa sarebbe potuto accadere. Ci sono state anche diverse frane e smottamenti in molte nostre contrade, oltre che nella provinciale che sale a Tonezza risolta fortunatamente già l’indomani. Da Riofreddo alle Tezze, da Contrà Tartura fino alle Valoje le segnalazioni sono state tantissime e ho percepito la grande preoccupazione dei miei concittadini”.

Frana nella ciclabile verso loc. Pria

Danni rilevanti anche al confine con Cogollo del Cengio dove se da un lato i disagi si sono limitati ad alcuni allegamenti principalmente localizzati in zona Buse e lungo Via Monte Cengio, più complessa invece è la situazione palesatasi lungo la ciclabile dopo località Schiri – interdetta alla circolazione –  quanto dalla frazione di Casale sino all’eremo di San Zeno con movimenti franosi molto importanti.

Emblema di questa catastrofe ambientale resta però la nota Trattoria ‘Al Fortino’ che proprio nei giorni scorsi per bocca dei proprietari ha definitivamente confermato la chiusura. Sul locale apprezzato per l’affabilità e il talento ai fornelli degli storici gestori, oltre a gravare il pesantissimo danno ad attrezzature e arredi irrimediabilmente compromessi da fango e sassi, incombe il peso della frana pericolosamente addossata ad una delle pareti: “La natura purtroppo sa essere crudele”- commenta sul suo profilo social il figlio dello chef Severino – “in poche ore di follia meteo ti porta via i ricordi e i sacrifici di una vita…vi diciamo la verità…purtroppo non ripartiremo. Grazie di cuore a tutti”.

L’interno della Trattoria ‘Al Fortino’

Pesante il bollettino di ‘guerra’ anche per Valdastico dove per alcune ore il comune è rimasto completamente isolato in tutte le direzioni: “Oltre a fare i conti con la frana lungo la SP 350” – dichiara il Sindaco Claudio Sartori – “risultava interrotta anche la strada verso Rotzo – Asiago. In entrambi i casi la tempestività di intervento anche grazie a molti privati, ha consentito ha molti pendolari di rientrare alle proprie abitazioni in tarda serata seppur in mezzo ai detriti. Il nostro territorio vede la presenza di circa 15 vallette che conducono l’acqua al torrente Astico scendendo dai due versanti  delle montagne circostanti. Le stesse sono quasi tutte tracimate, portando a valle legnatico, ghiaia e detriti vari: ho segnalato il tutto al servizio forestale regionale per una verifica e affinchè si proceda poi con un profondo intervento di pulizia e ripristino”.

Il dissesto nella strada ‘Monte di San Pietro’

Aperta a tempo di record l’altro giorno invece la strada denominata il ‘Monte di San Pietro’ che molti utilizzano alternativamente proprio alla SP78 Piovan verso Castelletto di Rotzo, gravemente dissestata dalla violenza dei massi precipitati su di essa: “Ho pensato di coinvolgere anche l’amministrazione di Rotzo” – asserisce Sartori –  “stante l’utilizzo frequente di quell’arteria viaria anche da parte di molti altopianesi: in tre giorni i tecnici hanno preparato un rilievo ed indicato il tipo di intervento da farsi per una prima riapertura. Coi primi 20 mila euro equamente stanziati cui ne abbiamo aggiunto altrettanti in questi giorni, creeremo delle isole di scambio e metteremo in sicurezza altri punti atti a garantire lo scolo dell’acqua: sembrano cifre esigue, ma reperirle in pochi giorni in comuni così piccoli non è facile. Il 12 agosto infine presenteremo in Regione il progetto preliminare per la messa in sicurezza di tutta l’area, con posa rete paramassi e ripristino della strada detta dei ‘Tedeschi’. Il preliminare si aggirerà sui 500/600 mila euro necessari per un futuro senza frane a garanzia di chi la percorre”.

Iniziative importanti e necessarie che non possono però prescindere, come peraltro ribadito dai sindaci del territorio, da una riflessione a più ampio raggio.

E, possibilmente, prima della prossima emergenza.

Marco Zorzi

 

 

 

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