- AltoVicentinOnline - https://www.altovicentinonline.it -

‘In bianco e nero’: stavolta è Arsiero a raccontare il suo passato tra guerra e ricostruzione. Fotogallery

Arsiero, 3072 abitanti compresa la frazione di Castana, si adagia nell’omonima conca circondato da monti divenuti celebri per gli accadimenti bellici che li hanno visti coinvolti: dal Monte Toraro (1897 m), al Monte Campomolon (1853 m), passando per il Monte Cimone (1225 m), che insieme con il Monte Cengio, il Monte Summano e il Pria Forà formano un corollario che sembra proteggere proprio la cittadina valligiana.

Il primo documento che parla del paese risale al 975 d.C, ma i confini che ne fissarono il territorio vennero stabiliti nel noto concilio di Sant’Agata nell’estate del 1202. In epoca più recente invece si ricordano i travagli che la popolazione arsierese patì a metà del 1600 quando, oltre alle sofferenze legate alla dilagante pestilenza, la popolazione ebbe a fare i conti con un violentissimo incendio che distrusse gran parte delle case allora costruite per lo più con legno e paglia.

Il paese rifiorì nel secolo successivo con la presenza di ben tre cartiere a sfruttare la ricchezza d’acqua del luogo e dal 1797 un frequentato mercato settimanale ancora oggi attivo: a questo si aggiungeva un’intensa attività agricola con un’importante presenza di animali da allevamento.

Nel secolo scorso, proprio quando si stava vivendo una relativa situazione di benessere con una popolazione che aveva superato i 5300 abitanti, Arsiero fu suo malgrado teatro delle vicende legate soprattutto alla Prima Guerra Mondiale: il 18 maggio 1916 Arsiero fu abbandonata e occupata dal 27 maggio al 16 giugno di quell’anno dalle truppe del XX Corpo d’armata austro – ungarico; fu la postazione più avanzata raggiunta dalle forze armate dell’Impero  durante la cosiddetta “offensiva di primavera”. Nel tentativo, poi riuscito, di riconquistare il paese, l’abitato fu duramente bombardato dal Regio esercito italiano, che distrusse a cannonate anche il tetto della chiesa arcipretale, mai più ripristinato nella situazione originaria (Wikipedia).

Nella sequenza di scatti che vi proponiamo, immagini relative proprio al Novecento e al periodo bellico e post bellico in particolare.

Nella prima foto Piazza Maggiore, attuale Piazza Martiri della Libertà,  nel 1908 con uno scatto realizzato dal piazzale della chiesa. Nella seconda, nella terza e nella quarta immagine rispettivamente Piazza Maggiore occupata dalle truppe austriache nel maggio 1916 coi soldati intenti a saccheggiare le case spogliandole del poco che vi era rimasto e i danni subiti dal centro del paese qui immortalato subito dopo la fine del conflitto: miracolosamente solo il palazzo del municipio e delle scuole elementari sullo sfondo, subirono danni fortunatamente limitati.

Nella quinta e nella sesta foto invece la tanto attesa ricostruzione: una bella veduta della piazza nel 1930 con il nuovo monumento ai Caduti e il Priaforà innevato all’orizzonte nel primo scatto, per concludere con il Famedio in Piazza Maggiore per l’occasione Piazza 28 ottobre (data della marcia su Roma). La struttura celebrativa è nuova di zecca ma c’è solo una lapide, quella centrale dedicata a Innocente Stella, uno dei Mille di Garibaldi.

In copertina una bellissima cartolina dei primi del Novecento con la stazione ferroviaria in piena attività.

Marco Zorzi

Si ringraziano Giovanni Baggio e Mirco Trenti per la preziosa collaborazione

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su: