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Le unioni montane vicentine dicono no all’accorpamento

Le Unioni Montane Vicentine respingono la proposta di accorpamento presentata dalla Regione del Veneto. La risposta unanime dei tre enti interessati (Pasubio Piccole Dolomiti, Astico e Alto Astico) arriva a Venezia dai tre presidenti con una comunicazione del 22 aprile, pur lasciando aperta la disponibilità a operare su tavoli di lavoro congiunti.

È un cortese ma fermo “no grazie” quello che le tre Unioni Montane Pasubio Piccole Dolomiti, Astico e Alto Astico hanno comunicato alla Regione del Veneto in questi giorni relativamente alla proposta di accorpamento degli enti che la stessa Regione aveva proposto durante un incontro il 13 febbraio scorso e illustrato durante il tavolo tecnico del 7 marzo. Successivamente, il 9 aprile 2025 c’era stato un altro momento di confronto tra i sindaci dei Comuni delle Unioni da cui era emersa la comune volontà di mantenere gli assetti esistenti.

Nella lettera, firmata dai tre presidenti Marco Lorenzato (Alto Astico) Loris Dalla Costa (Astico) e Mosè Squarzon (Pasubio Piccole Dolomiti) si spiega che ancorché le Unioni Montane siano deputate allo svolgimenti di funzioni a tutela e salvaguardia della montagna, nel territorio delle tre Unioni la gestione unitaria di tali funzioni risulterebbe difficile. L’area infatti, molto estesa, non si presenta omogenea, registra altimetrie molto diverse (dai 200 ai 2000 metri) e mostra una complessa viabilità forestale e silvo pastorale.

L’appartenenza al medesimo Ambito ATS 04 (Ambito Territoriale Sociale) non garantisce similitudini né del contesto sociale né di quello economico delle tre Unioni. Inoltre, benché le Unioni gestiscano la funzione associata comunale di Protezione Civile, ogni organizzazione ha sviluppato competenze specifiche in ambiti molto diversi che non si prestano a una gestione unitaria e in particolare:

Va aggiunto che dalla proposta della Regione del Veneto verrebbero stralciati i comuni di Valdagno e Recoaro destinati a confluire in altra Unione (ex Agno Chiampo, futura Prealpi Vicentine). C’è una tradizione storica e culturale di integrazione con queste comunità, che gli interessati non hanno alcuna intenzione di perdere, tanto più che l’ingresso di Recoaro e Valdagno nell’Unione Pasubio PP è stato benedetto dalla stessa Regione, meno di tre anni fa.

“Gli amministratori locali sono abituati a ragionare avendo in mano la conoscenza del proprio territorio e le sue esigenze – commenta Mosè Squarzon, presidente dell’Unione Montana Pasubio Piccole Dolomiti – e non sempre le proposte che arrivano dalle gerarchie superiori degli enti sono adeguate alle realtà che viviamo quotidianamente. Ribadisco tra le altre cose, l’inaccettabilità di perdere Valdagno e Recoaro poiché l’integrazione tra le vallate gode ancor oggi di un vivace scambio economico e culturale. Abbiamo raggiunto un equilibrio che ci consente di essere attivi, produttivi, efficaci ed efficienti. Questo non significa che non si possano trovare progetti a cui aderire in modo strategico, ma per la gestione ordinaria riteniamo carrozzoni troppo grandi non vadano nella direzione per operare in modo puntuale ed efficace.”

In definitiva ogni Unione desidera mantenere la propria autonomia pur nella disponibilità di lavorare eventualmente a tavoli congiunti periodici, soprattutto in una strategia comune a tutela e valorizzazione della montagna vicentina.

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