Zaia dice ‘no’ alla bozza sull’autonomia che gli è stata presentata dal ministro Francesco Boccia.
“Non è una dichiarazione di guerra, ma comunque non la firmo – è la risposta secca del governatore del Veneto – Il testo è irricevibile”.
In settimana l’incontro tra Boccia, Zaia e la delegazione veneta, per valutare se il testo, che da bozza dovrà subire alcune modifiche per diventare definitivo, significherà autonomia con un vero vantaggio per la Regione della Serenissima oppure no. Il governo dal canto suo ha dimostrato di non rimanere con le mani in mano ed il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, più volte criticato da Zaia per “non aver ancora presentato una controproposta alle bozze dell’ex ministro Erika Stefani”, ha cominciato a muoversi con proposte scritte nero su bianco.
“Siamo aperti ad ogni contributo – ha commentato da parte sua Boccia, fermo rimanendo però fermo sulle sue posizioni, che si distanziano notevolmente da quanto era stato promesso dalla Lega alla vigilia del referendum del 2017 – Il testo dovrà migliorare una legge che servirà a tenere in sicurezza l’intero Paese e attuare l’autonomia differenziata”.
Zaia, consapevole di essere al momento lontano dal ‘sogno’ veneto di autonomia, rimane categorico: “La bozza non sta in piedi. Il centralismo è da sfigati. I grandi stati sono tutti federalisti, l’autonomia è una forma di responsabilità dei territori e deve essere imposta”.
A.B.