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Berlato:” Le nostre associazioni sono ferocemente contrarie al tesserino venatorio regionale elettronico”

Le principali Associazioni venatorie del Veneto si schierano con decisione contro l’introduzione del tesserino venatorio regionale elettronico, progetto presentato oggi dalla Giunta regionale del Veneto. La proposta, che prevede inizialmente un’adesione su base volontaria e successivamente l’obbligo per tutti i cacciatori di utilizzare un’applicazione digitale su smartphone per effettuare le annotazioni venatorie obbligatorie, ha scatenato una feroce reazione di dissenso.

A guidare la protesta, l’on. Sergio Berlato, in rappresentanza dell’Associazione Cacciatori Veneti, della Confederazione delle Associazioni Venatorie Italiane (CONF.A.V.I.), dell’Associazione per la Cultura Rurale e della Fondazione per la Cultura Rurale, affiancato dalla presidente nazionale di CONF.A.V.I., Giulia Sottoriva.

Durante la conferenza stampa, Berlato ha espresso una netta contrarietà al progetto, definendolo inaccettabile e potenzialmente lesivo dei diritti dei cacciatori, in particolare dei più anziani. Secondo Berlato, l’introduzione del tesserino digitale rappresenterebbe un ostacolo pratico e burocratico che potrebbe portare molti cacciatori ad abbandonare l’attività venatoria, soprattutto coloro con meno dimestichezza con la tecnologia.

Tra i motivi di contrarietà elencati da Berlato: “Non tutti i cacciatori possiedono un cellulare, elemento necessario per accedere al sistema digitale; anche tra chi ne è in possesso, non tutti sono in grado di scaricare e utilizzare l’app; la copertura internet in alcune zone del territorio regionale è assente o instabile, rendendo difficile l’utilizzo in tempo reale, E ancora, il rischio di batteria scarica durante l’attività di caccia comprometterebbe la possibilità di registrare correttamente i dati e l’età media dei cacciatori in Veneto supera i 60 anni, rendendo complessa la gestione dell’applicazione, soprattutto per le annotazioni obbligatorie come i capi abbattuti, le giornate di caccia e la selezione degli ambiti territoriali (A.T.C. e C.A.).

Berlato ha inoltre criticato l’atteggiamento accondiscendente di alcune altre associazioni venatorie, che non si sarebbero opposte con la stessa fermezza alla proposta della Giunta, fatta salva qualche “lodevole eccezione”.

L’onorevole ha infine rivolto un appello formale alla Giunta regionale, chiedendo di desistere dall’attuazione del progetto, nel rispetto dei cacciatori veneti e della tradizione rurale che rappresentano. “Non possiamo accettare che si impongano nuovi balzelli burocratici a chi, da anni, contribuisce alla gestione del territorio e della fauna selvatica con passione e competenza – ha concluso Berlato –. È nostro dovere tutelare soprattutto i cacciatori più anziani, garantendo loro dignità e accessibilità, non barriere digitali”.

Il dibattito resta aperto, ma la frattura tra le istituzioni regionali e una parte significativa del mondo venatorio si fa sempre più evidente.

V.R.

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