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Botta e risposta di fuoco sulla Pedemontana. Zanoni:” Si dica ai veneti quali servizi sono stati tagliati per coprire questo il buco generato dalla Spv”

È scontro aperto in Consiglio Regionale del Veneto sulla Superstrada Pedemontana Veneta (SPV), infrastruttura strategica ma al centro di una crescente polemica politica. Il botta e risposta tra il consigliere Andrea Zanoni (Alleanza Verdi e Sinistra) e la vicepresidente regionale Elisa De Berti ha acceso i riflettori su quello che viene ormai definito da più parti “il buco della Pedemontana”.

Zanoni: “Una voragine finanziaria da coprire con tagli ai servizi”

Non usa mezzi termini il consigliere Andrea Zanoni, che accusa la Regione di coprire con fondi pubblici le perdite generate dalla SPV. “La vicepresidente De Berti può continuare a nascondersi dietro un dito – ha dichiarato Zanoni – ma la matematica non è un’opinione: nel 2024 il Veneto ha dovuto trovare 50 milioni per coprire il buco della Pedemontana, nel 2025 ne serviranno almeno 60. E nel frattempo vengono tagliati fondi a sanità, sicurezza stradale e ambiente”.

Zanoni sostiene che i numeri parlino chiaro: “I suoi attacchi personali non cancellano i dati, né tantomeno le responsabilità politiche. Restituisco al mittente ogni accusa e la sfido pubblicamente a un’operazione verità: dica ai veneti quali servizi sono stati tagliati per coprire questo buco generato dalla SPV”.

Il consigliere denuncia un sistema insostenibile, frutto di una convenzione firmata nel 2017 con la concessionaria SIS, che garantirebbe al privato un canone annuo fisso, indipendentemente dagli incassi da pedaggio. “Il risultato? Una voragine finanziaria che divora risorse pubbliche – afferma Zanoni – altro che asse strategico: è una condanna per la sicurezza stradale”.

De Berti: “Bilancio in equilibrio, opposizione disinformata”

La replica della vicepresidente De Berti non si è fatta attendere. L’assessora alle Infrastrutture ha rispedito al mittente le accuse, bollando le dichiarazioni di Zanoni come “strumentalizzazioni politiche”.

“Il bilancio della Pedemontana è in equilibrio e i fondi stanziati per la sicurezza stradale sono stati aumentati – ha dichiarato De Berti – nel 2025 abbiamo già previsto 17,5 milioni per i progetti dei Comuni, una delle cifre più alte degli ultimi anni”.

De Berti difende la scelta della Regione di introdurre sconti significativi sul pedaggio per pendolari e residenti, che – secondo la Giunta – hanno incentivato l’utilizzo della SPV. “I flussi di traffico sono in aumento, e questo dimostra che la superstrada funziona. Chi sostiene il contrario è in malafede o male informato”.

Il nodo: chi paga davvero il buco?

La questione centrale, al di là del botta e risposta politico, resta economica: tra il 2024 e il 2025, la Regione ha stanziato oltre 100 milioni per coprire la differenza tra i ricavi da pedaggio (inferiori alle attese) e il canone da versare alla concessionaria SIS. Secondo le opposizioni, questi soldi sono stati sottratti ad altri settori chiave, con conseguenze dirette sui cittadini veneti.

Un esempio su tutti, secondo Zanoni,  il bando per la sicurezza stradale 2024–2025 ha visto esclusi 222 Comuni su 301, per mancanza di fondi, mentre la SPV continuava a ricevere finanziamenti pubblici.

Conclusione: la SPV al centro del dibattito politico

Lo scontro tra Zanoni e De Berti è l’ennesima puntata di una tensione crescente attorno a un’infrastruttura tanto ambiziosa quanto contestata. Da un lato, la Regione Veneto che difende la Pedemontana come opera strategica per lo sviluppo del territorio. Dall’altro, le opposizioni che ne denunciano la sostenibilità economica e l’impatto sui servizi pubblici.

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