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” Centri diurni veneti finanziati poco. Degenti parcheggiati e non riabilitati”

“Sui Centri diurni preoccupa l’incertezza di elementi essenziali che caratterizza la delibera in esame. Tra i principi e le scelte ravvisiamo delle incoerenze. Su un provvedimento così importante, che dovrebbe rilanciare l’organizzazione e la gestione di questi servizi, serve un approfondimento, altrimenti il rischio, nella migliore delle ipotesi, è di partorire misure nulle dal punto di vista dell’efficacia”. Il giudizio è delle consigliere regionali di opposizione e componenti della Commissione sociosanitaria, Anna Maria Bigon (Partito Democratico), Francesca Zottis (Partito Democratico), Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle) e Cristina Guarda (Europa Verde) che aggiungono: “Non possiamo non avere la certezza degli investimenti sui centri diurni, in particolare sul personale e per i servizi, così come non è chiaro il reale fabbisogno. A questo si aggiunge il fatto che gli standard previsti sono di poco superiori alla delibera del 2008”.

“Con questa premessa – evidenziano le consigliere – si rende il provvedimento fragile e non adeguato soprattutto a rafforzare il fronte della riabilitazione: si rischia che tutto si riduca ad un servizio di presa in carico e contenimento più che di riabilitazione, fondamentale per scongiurare le cronicità. Investire maggiormente in educatori e in coloro che si occupano di riabilitazione dovrebbe essere una certezza ma così non è. La collaborazione con i centri di salute mentale, che comunque sono in difficoltà, non basta. Se gli standard rimangono così – concludono Bigon, Zottis, Baldin e Guarda –  si rischia una non reale personalizzazione del percorso che porta inevitabilmente, ad un aumento della medicalizzazione”.

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