“La proroga dell’entrata in vigore dei requisiti minimi per il proseguimento delle attività di Centri antiviolenza e Case rifugio, stabiliti con l’intesa Stato-Regioni del settembre 2022, scade il prossimo settembre. E il rischio di chiusure di molte di queste strutture torna a farsi concreto”.
Ad esprimere preoccupazione sono i consiglieri regionali del Pd che hanno presentato sul tema un’interrogazione all’assessora alle Politiche Sanitarie e Sociali, Manuela Lanzarin.
“ll requisito più critico è rappresentato dall’obbligo di dotarsi di un numero telefonico dedicato, per garantire la reperibilità ‘h 24’ e 7 giorni su 7. Una condizione che al momento metterebbe fuori gioco metà delle strutture territoriali, indispensabili per garantire protezione alle donne vittime di violenze. Da anni ormai chiediamo risposte certe, per dare garanzie a chi sta accanto alle donne e minori vittime di violenza nel nostro territorio. Dal Ministero però tutto tace e per questo la Regione deve intervenire con decisione per scongiurare le chiusure e dare prospettive stabili a queste essenziali realtà territoriali”.
“Il quadro è allarmante, soprattutto se si considera l’insufficienza dei fondi messi a disposizione che rendono impossibile svolgere in modo adeguato le attività formative in età scolare. Nei mesi scorsi – sottolinea la consigliera dem, Chiara Luisetto – la Giunta, rispondendo alla nostra ennesima sollecitazione, aveva promesso di impegnarsi per ottenere una nuova formulazione dei requisiti, in modo da scongiurare lo sfaldamento del sistema antiviolenza. Ma non si ha ancora notizia di passi in avanti sostanziali”.
Il Pd chiede dunque all’assessora “se e come intenda attivarsi con urgenza, in tutte le sedi istituzionali competenti, per arrivare ad una svolta definitiva che permetta il proseguimento delle attività di prevenzione e tutela delle donne vittime di violenza, in maniera capillare e duratura su tutto territorio veneto”.