Escursionisti o comparse di un reality estremo?
Le montagne si affollano come il buffet dell’hotel a tre stelle di Riccione. Corde, caschi, ramponi? No, grazie: meglio ciabatte da mare e felpa di cotone “perché tanto sudo”. Una scena ormai familiare: selfie stick in una mano, lattina di energy drink nell’altra, e via verso la vetta. Perché oggi la montagna non è più un luogo da conoscere, ma solo lo sfondo per lo scatto virale da postare sui social.
Ogni giorno il bollettino di montagna sembra uguale: “Escursionista recuperato in infradito sul ghiacciaio”, “Famiglia bloccata a 3.000 metri senza acqua né senso dell’orientamento”, “Influencer cerca la Via Normale su TikTok, finisce sulla cresta nord dell’imbarazzo”. E giù il commento del Presidente del Soccorso Alpino: “Basta improvvisati! Basta scarpe da ginnastica!”. Ha ragione, certo. Ma siamo proprio sicuri che la colpa sia solo delle scarpe?
Perché, diciamocelo: se uno parte per la traversata del Monte Rosa con la stessa attrezzatura che userebbe per andare al Lidl, il problema non è solo il grip della suola. È che non ha la minima idea di dove si trovi. Ma da dove nasce questa improvvisa voglia di sfidare i ghiacciai con l’abbigliamento di Decathlon Kids? Colpa del clima, certo, ma anche del culto della performance a tutti i costi: il trail runner che vola sul Cervino con le braghe corte diventa eroe mitologico, mentre la nonna con lo zoccolo e la gerla è solo folclore da cartolina. Peccato che la nonna, almeno, sapeva dove mettere i piedi.
E allora ecco l’urlo virtuale: “Multiamoli!”, “Fateli pagare il soccorso!”. Ottima idea, magari dopo aver fatto pagare anche chi va al Pronto Soccorso per aver esagerato con le cozze. O chi sbaglia strada perché ha seguito Google Maps invece del cervello. Multiamo chi si perde… ma nella vita!
Forse, come si legge sulle riviste specializzate di montagna, serve formazione sul rispetto della natura, che non è una giungla. “Nessuno andrebbe a fare sub senza una formazione, così dovrebbe essere anche in montagna”, dice Alberto Pirovano, presidente dell’Osservatorio Nazionale Incidenti in Montagna. Proprio a Pirovano, nei giorni scorsi, è stato chiesto quali sono i comportamenti corretti da avere prima e durante un’escursione in montagna, in inverno. E il punto focale è proprio questo: si deve andare in montagna “preparati fisicamente e psicologicamente”, ma anche ben equipaggiati. “Uno dei problemi che segnaliamo è che molte persone vanno in montagna perché l’hanno vista sui social e non sono preparate”. La montagna va rispettata, non siamo al luna park.
di Redazione AltovicentinOnline