Riuniti oggi a Padova “per condividere risultati e preoccupazioni ma anche strategie future”, i Comuni veneti mandano un avviso di pre-allarme. “È tempo di bilanci di previsione, i costi del caro-vita sono esplosi sia per le famiglie che per i Comuni. Contemporaneamente i trasferimenti di risorse da parte dello Stato si sono ridotti, nonostante l’ottimo lavoro del ministro Giorgetti che è riuscito a limitare i danni. Il problema è che non abbiamo maggiori risorse a disposizione e quindi sono a rischio i bilanci comunali e la tenuta dei servizi”, ha spiegato il presidente dell’Anci del Veneto Mario Conte. “Rappresento un esercito di sindaci da sempre virtuosi che sono al vertice di Comuni con conti in ordine. Per questo chiediamo ancora una volta a gran voce che la questione settentrionale non rimanga uno slogan ma un agire del Governo capace di premiare le amministrazioni virtuose”. Questo, ha continuato, “non significa che in futuro riusciremo a garantire che le nostre amministrazioni riescano a tenere i conti in ordine. Il rischio è che per avere i conti in ordine si debbano far saltare i servizi ai cittadini e i sindaci del Veneto si schiereranno sempre dalla parte dei cittadini. Ogni sindaco agirà con coscienza per garantire i servizi e mantenere in equilibrio i conti, ma serve un aiuto da parte dello Stato”. Un altro problema è che i cittadini “hanno una forte percezione di insicurezza. E anche se non abbiamo competenze dirette i cittadini si rivolgono a noi e, inevitabilmente, ci manifestano la paura e la loro percezione. Vogliamo allora costruire una proposta di legge che parta dal basso. Ci mettiamo a disposizione del Governo per costruire una proposta che metta al centro la sicurezza dei territori e dei cittadini e che guardi anche al tema del disagio giovanile, partendo dall’esperienza dei sindaci”, ha spiegato Conte.
I Comuni veneti chiederanno “l’inasprimento delle pene e di abbassare l’età della responsabilità dei ragazzi. Il dialogo con i ministri Piantedosi e Nordio è serio e costante ma vogliamo dare vita ad un ‘Patto per la sicurezza dei Comuni Veneti’ che ponga l’accento sulla necessità di ulteriori risorse per Forze dell’ordine, le Polizie locali e per la videosorveglianza”, ha dettagliato Conte. Dopo di lui sono intervenuti i vicepresidenti di Anci Veneto. “I Comuni sono l’ultimo anello della catena, su di loro si scaricano tutti i problemi e questo non è più sostenibile- ha detto il primo cittadino di Vicenza Giacomo Possamai- noi sindaci siamo di fronte a due alternative a cui non ci vogliamo rassegnare: tagliare i servizi o alzare le tasse. Quest’anno è stato doverosamente rinnovato il contratto collettivo nazionale del lavoro dei dipendenti degli enti locali sottoscritto anche dal Governo centrale. Peccato che quest’ultimo non abbia trasferito nessuna o pochissime risorse agli enti per poter pagare gli aumenti previsti da tale contratto. La conseguenza è che il rinnovo si è tramutato in maggiori costi per le casse dei Comuni che sono costretti a trovare risorse all’interno dei loro bilanci già messi a dura prova”. E poi, ancora, la sicurezza: i Comuni “combattono ogni giorno in prima linea per garantire la sicurezza ai cittadini” ma negli ultimi 15 anni i Comuni veneti si sono ritrovati con 12.000 agenti di Polizia locale in meno. “Secondo la Costituzione, la sicurezza è un compito dello Stato e abbiamo bisogno che lo Stato dia alle Questure, ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza gli agenti e i mezzi di cui hanno bisogno per garantire ai veneti la tranquillità di cui hanno bisogno”, ha ammonito Possamai.
L’altro vicepresidente di Anci Veneto, Christofer De Zotti, inquadra tra le prossime sfide gli Ambiti territoriali sociali, una sfida “molto complessa da un punto di vista organizzativo e finanziario perché ci saranno nuovi costi che andranno a impattare sui nostri bilanci. Dovremo chiedere alla Regione un’ulteriore riflessione su questo tema e fra le richieste ci sarà quella di allungare i termini per la costituzione degli Ats, ora fissata ad aprile. Sarà difficile traguardare quella data. Inoltre, sarà necessario, ripensare alla loro organizzazione, senza volerci togliere delle responsabilità che, anzi, ci stiamo caricando sulle spalle”. L’altra sfida è quella della compartecipazione alle rette delle persone non autosufficienti inseriti nelle strutture residenziali. “Ci sono delle sentenze della giustizia amministrativa che stanno mettendo in discussione l’impianto, portando a un’esplosione dei costi peri Comuni. Su questo fronte c’è un problema di Isee. Puntare solo su questo indicatore non permette di fotografare al meglio la questione del patrimonio e della reddittività di una persona e della sua famiglia, creando anche situazioni di iniquità”, ha avvertito De Zotti. All’evento dell’Anci sono arrivate anche le parole