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Confindustria dice no al campo fotovoltaico a Malo

La Pedemontana può essere fonte di benessere e miglioramento della qualità e della competitività del territorio solo a condizione che il suo impatto sulle comunità, sul territorio e le infrastrutture locali sia coerente e ben gestito. La Superstrada non può essere un organismo a sé stante e tantomeno l’occasione per un consumo di suolo che nulla ha a che fare con il contesto economico e sociale che attraversa. Per questo siamo assolutamente contrari al progetto di realizzazione dei due impianti fotovoltaici, a terra, per circa 90.000 metri quadri a ridosso del casello di Malo”, il Presidente del Raggruppamento Alto Vicentino di Confindustria Vicenza, Pietro Sottoriva, concorda con la posizione espressa dal Comune di Malo in merito al progetto attualmente in fase di valutazione in Regione.

La notizia per cui l’ente regionale avrebbe avviato l’iter autorizzatorio unico riguardante il progetto per la realizzazione di questi due enormi impianti non solo ci preoccupa – continua Sottoriva – ma ci sorprende, perché a nostro avviso si pone in palese contraddizione la stessa Regione ha stabilito nell’art. 40 delle Norme Tecniche (NTA) del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC)”.

Tale norma, infatti, si riferisce alle aree afferenti ai caselli autostradali e agli accessi alle superstrade a pedaggio (oltre che alle stazioni della Rete ferroviaria regionale), e le considera, per un raggio di 2 km dal baricentro geometrico dell’area di ciascun casello, strategiche e di rilevante interesse pubblico ai fini della mobilità regionale.

Per tali aree, soprattutto nel caso in cui il relativo sviluppo urbanistico interessi superfici maggiori di 5 ettari o siano comunque esterne agli ambiti di urbanizzazione consolidata, l’art. 40 del PTRC, fatte salve le previsioni degli strumenti urbanistici comunali vigenti al luglio del 2020 (che nel caso di specie non contemplano affatto parchi fotovoltaici), impone al singolo Comune di pianificare solo attraverso accordi di programma con la Regione.

Norma più che ragionevole – riconosce Sottoriva –, che limita l’autonoma determinazione comunale nella pianificazione del proprio territorio per salvaguardare il ruolo strategico, di riconosciuto livello regionale, delle aree afferenti ai nodi in questione. Ma a questo punto non si capisce come la Regione possa autorizzare questo tipo di progetto che andrebbe a occupare una zona classificata come produttiva dallo strumento di pianificazione generale del Comune, su di un terreno collocato a una distanza compresa tra 600 e 1.100 metri circa dal casello di Malo sulla SPV. Si tratta di un cortocircuito evidente”.

Inoltre, l’insediamento in questione andrebbe ad occupare una superficie che eroderebbe circa un terzo dell’intera dote di suolo consumabile che proprio la Regione Veneto ha assegnato al Comune di Malo per soddisfare la domanda di trasformazione urbanistica fino al 2050.

Si andrebbe quindi a ipotecare lo sviluppo del Comune dei prossimi 30 anni – conclude il Presidente del Raggruppamento -. Non sorprende quindi che il Comune abbia fatto notare queste incoerenze e anche noi, come rappresentanti delle imprese manifatturiere di questo territorio ma anche e soprattutto come cittadini, la vediamo nella stessa maniera. Sinceramente, spero che durante le ulteriori fasi della procedura amministrativa le legittime istanze del Comune di Malo e delle categorie economiche possano trovare piena soddisfazione, negando l’autorizzazione unica degli impianti fotovoltaici e, così, tutelando l’interesse dei maladensi e di tutti coloro che lavorano in questo territorio”.

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