Il via libera della Commissione Agricoltura del Senato al declassamento del lupo segna un primo passo, ma la strada per una reale svolta normativa resta lunga e complessa. A sottolinearlo è Pietro Guderzo, presidente di Coldiretti Vicenza, che esprime la crescente preoccupazione degli allevatori, in particolare di quelli che operano nelle aree montane del territorio. “Significativi progressi si stanno facendo, ma l’iter è ancora pieno di ostacoli – dichiara Guderzo –. Occorre smantellare certi luoghi comuni che vedono il lupo come una creatura favolistica, senza considerare la sua concreta pericolosità per il bestiame al pascolo e, in alcune situazioni, anche per l’essere umano.” Il riferimento è al lungo cammino necessario per modificare la normativa nazionale sulla fauna selvatica, considerata ormai datata e non più aderente alla realtà rurale contemporanea. La stagione della monticazione è ormai alle porte e il rischio di nuove predazioni si fa concreto, alimentando il senso di impotenza di molti allevatori. “La spinta per il cambiamento nasce anche da una mobilitazione autentica e partecipata – ricorda Guderzo –. Lo scorso 25 luglio, migliaia di agricoltori veneti, molti dei quali vicentini, hanno preso parte alla grande manifestazione contro la fauna selvatica organizzata a Mestre. Un evento che ha lasciato il segno, stimolando le istituzioni a prendere in mano la questione. Ma i tempi della politica e quelli delle imprese non coincidono: servono risposte più rapide.” Secondo Coldiretti Vicenza, non bastano i proclami: serve una nuova legge. “La normativa vigente è frutto di un’Italia profondamente diversa da quella attuale – prosegue Guderzo –. È impensabile continuare a tutelare pochi esemplari pericolosi sacrificando migliaia di animali da allevamento e la sicurezza delle persone. È una visione anacronistica, che mette a rischio la sopravvivenza di interi territori, presidiati ogni giorno da imprenditori agricoli che svolgono il loro lavoro con passione, responsabilità e senza pesare sulla collettività.” La posizione di Coldiretti è chiara: al declassamento del lupo e al suo contenimento non c’è alternativa. “Gli allevatori hanno fatto tutto il possibile: recinzioni, cani da guardiania, misure dissuasive – conclude il presidente –. Ma contro un predatore intelligente e adattabile come il lupo, tutto questo non basta. Serve una normativa nuova, efficace e al passo con i tempi per fermarne l’espansione incontrollata e quella degli altri selvatici.”