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“Difendiamo la Sanità pubblica”, l’Alto Vicentino ha fatto la parte del leone alla manifestazione

La manifestazione a Vicenza era davvero imponente, c’è chi dice che hanno partecipato in 13mila, chi in 9 mila, ma la notizia è che a scendere in via Roma a Vicenza sono stati in tanti. Moltissimi erano arrivati dall’Alto Vicentino, che non ha la sanità di 10 anni fa, nonostante la costruzione di un ospedale all’avanguardia voluto dalla maggior parte dei sindaci di allora. Questi ultimi, erano convinti che con l’ospedale di Santorso, la nostra zona si sarebbe trasformata in una eccellenza, che avrebbe attirato utenza da fuori provincia, ma i fatti hanno dimostrato altro. Ora ci resta un project financing da pagare per decenni e quell’ospedale che dall’esterno appare come una struttura in stile americano, non ha più i nomi rinomati di un tempo. Se ne sono andati via medici di calibro, primari che erano punte di diamante dell’Ulss 4 e che hanno preferito emigrare altrove. Molti hanno scelto il privato e come dare torto a chi adesso guadagna il quadruplo dello stipendio, lavora in strutture modernissime e non è costretto a turni snervanti, che non consentono di operare serenamente in un ambito che necessita di  tranquillità. Perchè si ha a che fare con la vita umana. I medici rimasti sono autentici eroi, che credono nel servizio sanitario pubblico e che ce la mettono tutta, con devozione e sacrificio, a trattare bene il paziente. Sono loro che stanno tenendo in piedi l’ospedale e anche i manifestanti di sabato ci tengono a sottolinearlo. Non è con medici, infermieri, operatori sanitari e dipendenti che i cittadini ce l’hanno. Anzi, hanno manifestato anche per loro a Vicenza perchè abbiano la possibilità di lavorare in condizioni più dignitose. Anche questi ‘eroi’ sono vittime dei tagli ad una sanità che ha falciato tutto e tutti, nonostante le tasse che si paghino sono pure aumentate. In più, le visite devi pagartele in privato.

“Il 31 marzo sono andata a prenotare un semplice prelievo di sangue al Boldrini – racconta Laura Ferraro, 58 anni – la prima data utile è quella del 17 aprile. Stiamo parlando di un prelievo. Per fortuna, io posso aspettare e quindi lunedì lo farò, ma il mio pensiero è andato a chi ha fretta di avere quelle analisi e non può attendere”.

Ma basta prenotare una semplice visita specialistica per capire quanto c’è da aspettare anche se nell’impegnativa c’è l’urgenza. Il problema è la carenza di personale, ma non bastano più queste spiegazioni ai cittadini che pretendono tempi almeno certi, dato che al momento della prenotazione si sentono spesso dire: “Ci faremo sentire noi”. Ed ecco che se accetti di pagare il privato, hai quello che ti serve subito.

L’organizzazione della manifestazione parte dall’iniziativa di 18 Comitati civici cioè privati cittadini associati in Covesap – Coordinamento Veneto Sanità Pubblica , che hanno trascinato in strada mamme, papà, persone comuni, che devono fare i conti con sistema sanitario che ti costringe ad andare in privato. E se i soldi non li hai? “Sono andata a dare la mia presenza per senso di civiltà e di comunità, – racconta Mariagrazia Sartori, 44 anni – la cosa che mi dispiace è che a volte leggo dei commenti sui social, che mi fanno capire che da parte della gente in genere, c’è una presa di posizione politica, che non dovrebbe esserci quando parli del valore-salute. Leggo frasi del tipo: “Io mi sono trovata bene, sono stata trattata benissimo dai medici…”. Ma mi fa gelare il sangue quel pensare al proprio orticello, quel non far riflettere chi pensa solo alla sua unica esperienza e non vede le foto di tutta quella gente, che ci mette la faccia e racconta esperienze diverse. Se a te è andata bene, perchè non pensi a chi non è andata? Mi è capitato di andare tre volte al pronto soccorso di Santorso negli ultimi anni. A parte le lunghe ore d’attesa che ormai sembrano normalità, una volta ho trovato un medico meraviglioso, che ha capito cosa avessi e ne sono rimasta soddisfatta. Le altre due volte credo di aver trovato due dottori di quelli a ‘gettone’ : un disastro. Sono stata presa in carico da chi andava veloce e non mi guardava nemmeno in faccia. Accanto a me, una signora anziana arrivata dalla Valle dell’Astico che era lì da un giorno intero. La sanità non può essere questo. Non deve essere una roulette russa. Deve soprattutto cambiare la mentalità di chi deve essere oggettivo e non condizionato dalla politica”.
“Abbiamo raggiunto Vicenza in treno (gremito all’inverosimile), per partecipare alla manifestazione regionale in difesa della Sanità Pubblica. Eravamo almeno 13 mila persone, un fiume umano per dire: vogliamo la sanità pubblica, vogliamo il diritto alla cura per tutti, vogliamo rimettere al centro il bene della persona. Io devo la vita alla gratuità del servizio sanitario nazionale. Era doveroso esserci, non solo a livello personale, ma soprattutto civico, come cittadina democratica e consapevole a sostegno della collettività”, ha scritto sulla propria pagina facebook Maura Fontana, consigliera comunale di Schio, che con la sua carrozzina, ha voluto partecipare alla manifestazione.
“Tanta partecipazione, davvero riuscita, speriamo che questa protesta sia arrivata ai vertici” ha detto la thienese Loredana Rutigliano.
“Un fiume umano ha riempito Vicenza. Migliaia e migliaia e migliaia di persone. Vogliamo la sanità pubblica, il diritto alla cura per tutte e tutti! Che questo sia l’innesco di una rivolta capace di rimettere al centro i beni pubblici per il bene di tutti, contro la privatizzazione per l’interesse di pochi”, queste le dichiarazioni di Carlo Cunegato, unico esponente politico che studia quando parla di sanità. Cunegato è stato anche denunciato in passato per aver osato criticare il sistema sanitario durante il Covid. I giudici dopo gli hanno dato ragione.
“Quando scendono in piazza a manifestare migliaia e migliaia di persone per un sistema sanitario pubblico, davanti a liste d’attesa chilometriche, pronti soccorso presi d’assalto, medicina del territorio insufficiente ed una errata programmazione dei corsi di laurea e specializzazione, chi ha la responsabilità di tutto questo forse dovrebbe farsi un esame di coscienza. Di positivo c’è di certo, che a Vicenza città certamente restia a scendere in piazza a manifestare, sono sfilate migliaia e migliaia di persone. Esasperate da una gestione più che decennale della sanità pubblica in Veneto che non funziona più”, ha dichiarato Enrico Cappelletti, deputato del Movimento 5 Stelle.
Natalia Bandiera
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