Tenace, schietto e carismatico: così si definisce Matteo Gasparotto, 27 anni, che dalle aule del liceo Corradini e del consiglio comunale di Montecchio Precalcino è pronto a portare la sua voce in Regione. Amico e sostenitore del candidato governatore Alberto Stefani, Gasparotto si candida con la lista Noi Moderati per dare spazio ai giovani, rilanciare il dialogo con i cittadini e promuovere una politica “più concreta e meno da stadio”.
Come è nata la scelta di scendere in campo?
La scelta è dettata da due fattori. Innanzitutto c’è un candidato come Alberto Stefani che conosco molto bene, e mi riconosco in lui perché è una persona moderata, pacata e competente. La sua figura carismatica mi ha aiutato ad intraprendere la scelta di scendere in campo e mettermi a disposizione per il mio territorio e di poterlo rappresentare nel migliore dei modi. Bisogna incominciare a dare un volto nuovo alla politica, perché notiamo sempre i soliti volti noti in Regione.
La scelta è dettata da due fattori. Innanzitutto c’è un candidato come Alberto Stefani che conosco molto bene, e mi riconosco in lui perché è una persona moderata, pacata e competente. La sua figura carismatica mi ha aiutato ad intraprendere la scelta di scendere in campo e mettermi a disposizione per il mio territorio e di poterlo rappresentare nel migliore dei modi. Bisogna incominciare a dare un volto nuovo alla politica, perché notiamo sempre i soliti volti noti in Regione.
Si sente dire da parte dei giovani, che c’è disaffezione nei confronti della politica per il fatto che non si sentono rappresentati?
Ci vuole un linguaggio nuovo, chiaro, le nuove generazioni vogliono ricevere messaggi concreti, e vedono la politica come un qualcosa di distante. Il disinteresse dei giovani verso l’impegno politico è l’esito di uno scetticismo di fondo nei confronti dei partiti, incapaci di svolgere una funzione “calamita”. In quei corpi intermedi è del tutto assente una visione, un pensiero forte. E questo ha provocato lo scollamento che vediamo. I giovani hanno bisogno di tornare a sentirsi cittadini di una dimensione di prossimità, a partire dal loro territorio. Guardando avanti, penso che l’obiettivo principale dei partiti debba essere quello di coinvolgere più giovani nella politica. Credo fermamente che la partecipazione attiva possa fare la differenza, anche in un comune come il mio, Montecchio Precalcino.
Come hanno reagito alla sua candidatura le persone che la circondano? La famiglia, gli amici…
Nel mio itinerario dei ricordi scolastici, due professori delle superiori, uno di educazione fisica, l’altro di matematica, mi dicevano sempre che mi vedevano portato per fare politica. Al liceo Corradini di Thiene, ad esempio, ero anche il rappresentante di istituto. Già dai primi anni delle elementari, seguivo con grande interesse i programmi politici. Una passione che ho ereditato da mio padre, impegnato in politica nel comune di Montecchio Precalcino, e dal mio nonno materno.
Per quale motivo ha scelto si scendere con la lista Noi Moderati, a sostegno di Stefani?
Io mi sento un moderato, un elettore di centro destra nel linguaggio e nei toni, meno da stadio ma più concreto. Quando ero prima un arbitro di calcio, e poi un assistente, in campo bisognava sempre comportarsi con “autorevolezza”, e il rispetto da parte dei giocatori rappresentava sempre il valore aggiunto. Lo stesso esempio vale per la politica. Con la lista “Noi Moderati” dobbiamo rispettare le aree territoriali e valorizzare le professionalità presenti nel nostro territorio. Saremo la sorpresa in positivo di queste elezioni. Il nostro obiettivo è parlare agli elettori disamorati della politica, ascoltare le loro esigenze e arricchire con esse il nostro programma, creando un confronto reale e continuo con i cittadini.
Cosa l’ha colpito di Stefani, ma soprattutto dal suo punto di vista è troppo giovane per fare il Governatore del Veneto?
Il suo curriculum è veramente invidiabile, e nel corso degli anni Alberto Stefani ha acquisito una grande esperienza come parlamentare, sindaco e segretario regionale di partito, e nonostante la sua giovane età, gli anziani lo adorano per la sua politica sana e coerente, e la sua pacatezza che trasmette serenità. Insomma, non è un uomo calato dalle nuvole. Sa compattare, ed è un diligente “esecutore” senza grilli per la testa. Il suo lavoro è stato sempre caratterizzato da grande competenza, dedizione e passione, anche quando ricopriva il ruolo di primo cittadino del suo comune, Borgoricco.
Quali sono i punti cardine del vostro programma elettorale?
In primis l’introduzione dello psicologo di base nel sistema sanitario pubblico regionale.  E’ una figura professionale essenziale, che si occupa di offrire un primo contatto di supporto psicologico gratuito alla cittadinanza, esattamente come succede con il medico di base. Un primo contatto significa poter raccogliere per tempo i bisogni dei cittadini, bisogni che, mi sento di dire, includono sia la necessità per i professionisti di intercettare la qualità (e quantità) della sofferenza, sia di mettere in campo azioni che valorizzino risorse e punti di forza. Poi, dal mio punto di vista, mancano i centri di ascolto. Ci ritroviamo con molti giovani disorientati che non trovano più un punto di riferimento adeguato nelle proprie famiglie. I giovani si devono sentire liberi di esprimere le proprie difficoltà in un centro di ascolto e i propri malesseri esacerbati dopo il periodo della pandemia, così come le persone anziane devono sentire la necessità di trovare un punto di relazione all’interno di una comunità e relazionarsi con altre persone. Il terzo aspetto che ritengo fondamentale, è la rigenerazione urbana attraverso una mobilità sostenibile, un concetto che è sempre più d’attualità. Bisognerebbe cercare di utilizzare maggiormente i mezzi alternativi alla macchina, perché i centri urbani sono congestionati e inquinati
Crede che il Veneto abbia ancora dentro di sé una forza straordinaria fatta di energie che meritano di essere ancora liberate? C’é bisogno di far tornare la politica un luogo di speranza, non di distanza. Lei è d’accordo?
Il potenziale è enorme, ma la politica è distante. Molto spesso il politico terminata la campagna elettorale si dimentica di tutto. I giovani hanno bisogno di confrontarsi a 360 gradi. La politica deve tornare ad essere una speranza, un servizio e una passione per tutte le generazioni, giovani e anziane.
Cosa consiglieresti ad un giovane che intende uscire dalla nostra Regione?
Un giovane deve essere ripagato dal nostro lavoro quotidiano. Il problema non si risolve uscendo dalla nostra regione per fare in modo che le cose cambiano. Bisogna cercare di rendere attrattivo il tessuto produttivo e sociale della regione e offrire prospettive competitive ai giovani
Qualora dovessi essere eletto consigliere regionale, il primo obiettivo che vorresti raggiungere per i vicentini quale sarebbe?
La rappresentanza è il primo punto del programma, perché onestamente manca, ed è anche il primo elemento imprescindibile per l’alto vicentino.  Viviamo in un territorio d’impresa che costituisce uno strumento di marketing territoriale integrato in grado di rappresentare i fattori di competitività e le opportunità presenti nelle aree produttive di maggiori dimensioni, veicolo di attrazione per futuri investitori, oltre che elemento di supporto alle scelte delle amministrazioni e delle imprese già insediate. Abbiamo una terra ricca di monumenti, una produzione industriale e turistica importante che possono fortificare ulteriormente il nostro territorio. Ribadisco, quello che manca al nostro territorio è la rappresentanza politica.
Quanto l’Università ha influenzato la sua scelta di mettersi in gioco?
Il percorso universitario mi ha insegnato tanto. Lo studio del diritto pubblico e costituzionale e la facoltà di giurisprudenza, mi ha permesso di avere uno sguardo d’insieme sempre a aperto, grazie anche agli insegnamenti del professor Mario Bertolissi, autonomista convinto.
Si descriva con tre aggettivi
Tenace, schietto e carismatico.
Lei è anche tifoso del Lane. Sarà l’anno buono per salire in B?
Dopo le tante scottature degli anni passati, è auspicabile rimanere cauti e più sobri. La partenza è stata buona ed è di buon auspicio, e il miglior acquisto della società è stata senz’altro la scelta di mister Fabio Gallo.
di Redazione AltovicentinOnline