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Gratteri a Schio: “La mafia ha i suoi giornali”. Interrogazione in Regione Veneto

Come fa un giornale, che sia di carta o online, che sia una tv o un settimanale, ad essere leale e oggettivo con i suoi lettori, quando vive di contributi di un gruppo di potere? Come fa un giornalista serio a riportare la verità, ad esempio, su un caso di malasanità  se il suo stipendio è fatto di soldi che arrivano anche dal sistema sanitario? Come fa a criticare un presidente di Regione o un consigliere di maggioranza se viene retribuito da un editore che vive di finanziamenti regionali?

“Pochi giorni fa il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, in occasione della presentazione del suo ultimo libro che si è tenuta a Schio, ha affermato che ‘le mafie anche al Nord, come le inchieste venete accertano, votano e fanno votare, non hanno più bisogno di uccidere perché c’è stato in generale un abbassamento della soglia morale”. E ha aggiunto: “Se le mafie anziché acquistare aziende cominciano a comprare, o hanno già comprato, pezzi di giornali e televisioni, lo fanno per manipolare l’opinione pubblica. Vogliono indirizzare il pensiero della gente’. Si tratta di una dichiarazione pubblica che non può lasciare indifferenti le nostre istituzioni, a partire dalla Regione”. A dirlo il consigliere regionale del PD Veneto e presidente della Commissione Legalità, Andrea Zanoni, che sulla questione ha presentato un’interrogazione sottoscritta dai colleghi di opposizione Anna Maria Bigon (PD), Francesca Zottis (PD), Cristina Guarda (EV), Erika Baldin (M5S), Arturo Lorenzoni (Misto) ed Elena Ostanel (VcV).

Nel testo dell’interrogazione si ricorda che “l’articolo 11 della legge regionale 15 dicembre 2021, n. 34 ‘Collegato alla legge di stabilità regionale 2022’ ha istituito il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, finalizzato all’erogazione di contributi a favore delle emittenti radiotelevisive e delle testate giornalistiche on line con sede operativa in Veneto”. Di qui la domanda, rivolta al presidente Zaia: “quali verifiche dispone la Giunta regionale per accertarsi che i contributi e i finanziamenti regionali non finiscano anche a società partecipate o controllate dalla criminalità mafiosa?”

Il tema sta tenendo banco in questi giorni con la nota testata giornalistica “Il Dubbio”, che ha approfondito un argomento, che dovrebbe indurre ad una seria riflessione anzitutto i lettori, che troppo spesso si nutrono di un’informazione ‘pilotata’. Che non sanno distinguere un giornale veramente libero da uno finanziato da un gruppo di potere. Che non si pongono nemmeno il problema in questo senso. “Il potere controlla i media. Si sa. E poi, nell’altra metà campo, c’è l’indipendenza di noi giornalisti. Tra i due fattori, libertà e potere, c’è sempre una dialettica, dagli esiti variabili. Ma qualcosa cambierebbe nel momento in cui il potere che controlla tv e giornali fosse un potere criminale”.

Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, è stato ospite nei giorni scorsi degli imprenditori di  Schio, iscritti al  Lions club e, secondo il report del quotidiano “L’identità”, ha detto: “Se le mafie anziché acquistare aziende cominciano a comprare, o hanno già comprato, pezzi di giornali e televisioni, lo fanno per manipolare l’opinione pubblica. Vogliono indirizzare il pensiero della gente”. Ha quindi aggiunto: “Nel dibattito politico non si parla più di contrasto alla mafia. Non avverto più la tensione morale di un tempo”.

Nessuno nell’AltoVicentino ha dato la giusta eclatanza a queste clamorose affermazioni di un magistrato come Nicola Gratteri, considerato il Giovanni Falcone dei giorni nostri. E smettiamola di pensare ancora, nel 2022 che il mafioso è il malavitoso che ammazza e compie stragi. Mafioso è anche chi affida un incarico a chi non aveva i titoli, chi raccomanda, chi favorisce gli amici e gli amici degli amici. Chi sgancia soldi pubblici per tenere buono qualcuno di cui ha timore. Chi affida appalti  senza rispettare veramente le regole. Mafia è una mentalità radicata non solo al Sud!

N.B.

 

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