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Inchiesta su tamponi rapidi, Regione :” Stop attacchi sanità veneta”. Il Pd alla carica: “Serve chiarezza”

Basta attaccare la sanità veneta, “la scienza non deve essere ostaggio di certa politica”. L’assessore regionale alla Sanità e alle Politiche sociali, Manuela Lanzarin, interviene sulla vicenda dei tamponi rapidi, che dopo la puntata di Report ha scatenato polemiche, oltre alle dimissioni del ricercatore e senatore Pd Andrea Crisanti dall’Università di Padova. “Il sistema sanitario veneto non può essere tenuto sotto scacco da dubbi e da illazioni- attacca l’assessore- tutte le posizioni sono legittime e rispettabili in democrazia, ma non possono ingenerare confusione nei cittadini, soprattutto se contengono il rischio di arrecare discredito sull’impegno massiccio che la Sanità veneta, a tutti i suoi livelli, sta portando avanti da oltre due anni per contrastare il Coronavirus e tutelare la salute pubblica”. Un impegno, insiste, “che la Regione veneto ha fatto proprio da subito. È profondamente avvilente vedere che questo sforzo immane non solo viene messo in discussione ma viene dipinto come dannoso e controproducente per la salute pubblica”. Lanzarin dice di provare “grande tristezza a vedere come in nome del dibattito politico si possa insistere sul concetto che le decisioni in materia di test antigenici hanno favorito la mortalità”. Si tratta di “un’accusa infamante e gravissima, più volte smentita da autorevoli studi internazionali, che nessun amministratore o nessun professionista della sanità si merita dopo essersi impegnato senza sosta per contrastare una sciagura che ha attraversato il mondo con milioni di morti. Sforzi che hanno salvato migliaia di vite”.

L’assessore ricorda che “c’è un’intera categoria di professionisti della Sanità, fatta di manager, medici, infermieri e altri professionisti che per mesi si è trovata a fronteggiare una pandemia senza precedenti, misurandosi con scelte organizzative, preventive e cliniche di rilevanza estrema per la salute pubblica. Questo in una situazione del tutto nuova, in cui lo stesso approccio richiedeva coraggio. L’individuazione precoce di tutti i soggetti positivi è stata la stella polare dell’attività regionale per poter dare risposte tempestive in un’emergenza senza precedenti”.

I dem all’attacco voglio piena luce sulla vicenda

“Dopo il servizio di Report è tornato di grande rilievo sui media un tema sul quale abbiamo posto dubbi fin da subito, e cioè l‘utilizzo dei tamponi rapidi in regione Veneto durante la seconda ondata di Covid – denunciano le opposizioni unite, che specificano – D’altronde è noto come la nostra Regione sia stata tristemente tra le più colpite nel corso della seconda ondata, con uno dei rapporti più elevati tra il numero di decessi e il numero di abitanti. Ed è quindi nostro dovere analizzare i fatti per comprendere come sia potuto accadere”. I consiglieri e le consigliere quindi continuano: “A tal fine come forze di opposizione in consiglio regionale abbiamo chiesto ripetutamente di fare chiarezza in merito ai dati a supporto delle scelte di privilegiare i tamponi rapidi rispetto ai tamponi molecolari, in modo difforme da quanto suggerito dalle circolari ministeriali. Dati che non sono mai arrivati, anche se Zaia sosteneva di essere in possesso di elementi che giustificavano la scelta. Alla luce però delle nuove evidenze emerse in questi giorni, il Presidente Zaia ha il dovere di venire urgentemente in Consiglio a rendere conto delle politiche adottate nel contrasto al Covid e anche della vera e propria battaglia politica e legale intentata contro il professor Crisanti”. “Gli attacchi a Crisanti infatti gettano una luce allarmante sui rapporti tra la sanità veneta e i vertici dell’amministrazione regionale – continua l’opposizione – Quella che pare essere di fronte a noi è una guerra tra politica e scienza. Una cosa che non accadeva dai tempi del Medioevo, perché istituzioni e mondo scientifico dovrebbero collaborare e non sfidarsi a colpi di carte bollate. Sembra un match di pugilato, che però non è ad armi pari: a partire dall’utilizzo delle querele contro uomini e donne di scienza, che non ha alcun senso di esistere. A contare dovrebbe essere la salvaguardia dei cittadini, non dei singoli. Se Zaia ha sbagliato può serenamente ammetterlo, e non fare una battaglia a tutti i livelli contro chi lo critica. Riteniamo indispensabile che si faccia chiarezza assoluta sui fatti emersi in questi giorni, a partire dal livello di scontro nei confronti del professor Crisanti da parte di chi guida la nostra Regione”.

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