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La denuncia: “Uffici postali allo sbando, il Veneto non può più aspettare”

Basti pensare a Zugliano o a Zanè per comprendere il disagio che alcuni piccoli paesi stanno subendo. Si tratta di piccole realtà territoriali, dove i pensionati erano abituati a recarsi a piedi agli sportelli e sbrigare autonomamente le loro faccende. Ora devono spostarsi anche di qualche decina di chilometri e devono chiedere passaggi a figli e nipoti.

La pazienza è finita. In Veneto il servizio postale, presidio pubblico essenziale, continua a sgretolarsi sotto il peso di disservizi cronici, carenze di personale e chiusure improvvise. Una situazione ormai intollerabile che colpisce cittadini, imprese e amministrazioni locali, soprattutto nei territori più fragili. Per questo il consigliere regionale Jonatan Montanariello ha annunciato il deposito di una interrogazione a risposta immediata rivolta al Presidente della Giunta regionale, chiamando la Regione ad assumersi finalmente le proprie responsabilità.

«La situazione degli uffici postali in Veneto continua a essere critica e non più rinviabile», denuncia Montanariello senza mezzi termini. E i fatti gli danno ragione: sportelli chiusi per giorni, orari ridotti all’osso, file interminabili e servizi negati. Un copione che si ripete da troppo tempo, mentre chi dovrebbe garantire un servizio pubblico universale sembra voltarsi dall’altra parte.

Il consigliere regionale ricorda come la difesa della presenza capillare ed efficiente degli uffici postali sia una battaglia portata avanti fin dall’inizio della legislatura. Una battaglia che oggi assume i contorni dell’urgenza sociale. «Il servizio postale è un presidio essenziale di prossimità – ribadisce – soprattutto per anziani e persone che vivono in aree periferiche. Non può essere lasciato alla logica delle emergenze o delle chiusure improvvise».

Parole che suonano come un atto d’accusa verso un sistema che sta abbandonando intere comunità. Nei piccoli comuni e nelle zone periferiche l’ufficio postale non è un semplice sportello: è spesso l’unico punto di accesso a servizi fondamentali, un riferimento quotidiano, un pezzo di Stato sul territorio. Smantellarlo significa aumentare le disuguaglianze e isolare chi è già più fragile.

L’interrogazione nasce anche da un coro di proteste che sale forte dal territorio. «Sindaci, sindacati e associazioni stanno denunciando con forza una situazione ormai insostenibile», sottolinea Montanariello, citando quanto avvenuto recentemente in Riviera del Brenta. Un grido d’allarme che non può più essere ignorato. Da qui la richiesta di un intervento deciso della Regione nei confronti di Poste Italiane, affinché vengano garantiti organici adeguati e servizi continuativi.

«Continuerò questa battaglia con determinazione – conclude il consigliere – perché garantire uffici postali funzionanti e accessibili significa difendere diritti fondamentali e servizi pubblici indispensabili per le nostre comunità». Un impegno che suona come una promessa ma anche come un monito: su questo tema non sono ammessi passi indietro. Perché dietro ogni sportello chiuso c’è un diritto negato, e il Veneto non può più permetterselo.

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