“È un accordo che mette un punto fermo, almeno lo speriamo, sul “balletto” delle percentuali che da mesi manda in fibrillazione la nostra economia”. È questo il primo commento di Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza, sull’intesa raggiunta in Scozia tra Unione Europea e Stati Uniti per quanto riguarda i dazi. “Un giudizio sui contenuti è ancora complesso da esprimere perché non si conoscono tutti i particolari – continua il presidente Piccolo -. Le anticipazioni che leggiamo sulla stampa, però, ci dicono che il “costo” per l’Ue sarà rilevante, essendo previsti, oltre ai dazi, impegni europei molto onerosi, ad esempio sul fronte degli acquisti di energia ed ingenti investimenti aggiuntivi da effettuare negli Stati Uniti”.
Secondo Confcommercio nazionale le prime stime segnalano, per l’Italia nel 2025, un impatto diretto dei dazi al 15 per cento a danno del nostro export ricompreso nell’ordine di 8/10 miliardi di euro, impatto cui bisogna aggiungere gli effetti della svalutazione del dollaro. “Tra l’altro – segnala il presidente provinciale di Confcommercio Vicenza – il dollaro debole e la riduzione del reddito globale dovuto proprio alle politiche protezionistiche messe in atto dal presidente Trump incideranno anche sul nostro turismo, sia quello nazionale, che già appare in rallentamento, sia quello estero”.
Critico poi, il presidente Piccolo, su un’altra concessione fatta al presidente Trump nelle scorse settimane: il compromesso in sede di G7 che ha esonerato le multinazionali con capogruppo negli USA dalla global minimum tax. Anche se sembra non sembra esserci stato il paventato affossamento della web tax europea in sede di trattativa in Scozia, rimane la preoccupazione sul futuro di questa misura a livello europeo: “Questo tipo di norme, laddove applicate, come in Italia, non sembrano aver sortito gli effetti sperati – è il commento del presidente – ma è certo che una tassazione efficace delle Big Tech e dei grandi player dell’e-commerce, che in Europa generano redditi elevati, era ed è l’unico modo per riportare un po’ di equità sul mercato. La disparità di trattamento fiscale genera, infatti, concorrenza sleale, mettendo in grave difficoltà le imprese locali. L’auspicio è che si proceda verso la web tax europea senza concedere favori a questi grandi player, dando la giusta importanza all’impatto non solo economico ma anche sociale che hanno sul nostro territorio”.
Confindustria Vicenza: “Accordo Ue-Usa sui dazi? Una resa, non un’intesa”