È durissima la denuncia di Carlo Cunegato, consigliere comunale di Schio e portavoce della lista civica “Il Veneto che Vogliamo – Reti Civiche”, che interviene con toni accesi contro la Regione Veneto in merito alla recente gestione delle visite dermatologiche per il controllo dei nei. “Se non avessi fatto una visita periodica, oggi probabilmente sarei morto”, afferma Cunegato, portando come esempio la propria esperienza personale per sottolineare l’importanza cruciale della prevenzione.
La questione nasce dalla risposta ufficiale della Regione alla denuncia di alcune limitazioni nell’accesso alle visite dermatologiche, con particolare riferimento alla mappatura dei nei. In un passaggio contestato dal consigliere, la Regione sostiene che “lo screening sistematico di tutti i nei nella popolazione generale non ha dimostrato efficacia nella riduzione dei melanomi invasivi né della mortalità per melanoma”, e che pertanto non è paragonabile agli screening oncologici riconosciuti (mammella, colon-retto, cervice uterina).
Per Cunegato, si tratta di un messaggio “inquietante” e “paradigmatico del declino del pubblico”. “La Regione Veneto – attacca – sminuisce l’importanza della prevenzione dermatologica, senza offrire alternative credibili e senza chiarire chi e con quali competenze dovrebbe valutare i nei dei cittadini.”
Particolarmente critico il riferimento al nuovo sistema di presa in carico, secondo cui sarà il medico di medicina generale (MMG) a dover effettuare una prima valutazione dei nei per poi eventualmente indirizzare il paziente al dermatologo. “Un sistema inaccettabile – continua Cunegato – perché i medici di base non sono stati né formati adeguatamente né dotati di strumenti come il dermatoscopio. Così si scarica tutta la responsabilità su di loro, già sovraccarichi, e indirettamente anche sul paziente.”
Cunegato racconta poi la sua esperienza personale, sottolineando l’efficacia della mappatura dei nei come strumento preventivo: “È stato grazie a una visita periodica che un dermatologo ha individuato un neo sospetto sulla mia schiena, che non avrei mai potuto controllare da solo. Dopo l’asportazione, è risultato essere un principio di melanoma. Proporre oggi l’autodiagnosi, invece della prevenzione professionale, è scandaloso e pericoloso. È un messaggio persino criminale.”
Infine, il consigliere lancia un attacco politico diretto al governo regionale: “Non si riducono le liste d’attesa togliendo prestazioni, ma investendo nella sanità pubblica. La Regione oggi sembra interessata più al risparmio che alla salute dei cittadini. La sanità pubblica deve tornare al centro: la salute non è una merce, ma un diritto universale.”
Il caso solleva un tema cruciale nel dibattito sulla sanità veneta: quello della prevenzione e dell’accesso equo e qualificato alle visite specialistiche. Le dichiarazioni di Cunegato rischiano di alimentare un confronto acceso in vista delle prossime scadenze elettorali, con la sanità pubblica destinata a essere una delle questioni centrali nel dibattito politico regionale.
di Redazione AltovicentinOnline