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Pedemontana, Breganze-A31. E’ ancora lite sul sistema di pagamento

Si alzano i toni in Regione per lo stallo della tratta Breganze-A31 della Pedemontana Veneta. A Venezia non va giù la replica di Aiscat, l’associazione  che riunisce a sé tutte le società che gestiscono le concessioni della rete autostradale italiana. Ma soprattutto non vanno giù i tempi biblici per arrivare ad un accordo sulla spartizione dei pedaggi. Ovvero la messa in funzione del ‘Telepass’, italiano o francese che sia, che possa sbloccare il tratto dell’alto vicentino della Pedemontana, che avrà l”onore’ di essere la prima superstrada a pagamento in Italia.

Aiscat: “Ecco la verità”
“Le tecnologie non sono assolutamente il nocciolo del problema, in quanto queste sono note e condivise; a riprova, le concessionarie autostradali italiane sono anche pronte all’avvio del Servizio Europeo di Telepedaggio che consente a fornitori europei di offrire il servizio di telepedaggio ai loro clienti sulla rete italiana – si legge nella nota di Aiscat –  Ciò che tutte le società che gestiscono la rete interconnessa hanno accettato sono invece procedure di garanzia, legali, amministrative, finanziarie, che consentono in tempo praticamente reale il calcolo condiviso del pedaggio e, alle scadenze di fatturazione, la corretta ripartizione del pedaggio tra le concessionarie; queste procedure includono oltre alla normale operatività meccanismi di prevenzioni delle frodi, di soluzione di eventuali anomalie, il tutto tra l’altro nella garanzia del servizio prestato all’utente. L’applicazione di queste procedure comporta alcuni vincoli non tanto nelle tecnologie (se non in quelle relative al biglietto di pedaggio, ed a quelle codificate in standard europei per il telepedaggio) ma piuttosto nelle modalità di applicazione.

Proprio in ragione della nota complessità di tali procedure, e delle conseguenti necessità in termini di adeguamenti informatici, già dal 2016, data a cui risalgono i primi contatti informali tra alcune concessionarie e SPV, era stato segnalato a SPV stessa di avviare con largo anticipo il relativo iter. L’iter è stato purtroppo invece avviato compiutamente solo nella seconda parte del 2018, e senza che fossero state condotte dalla concessionaria le necessarie analisi preliminari sulle problematiche principali del tema dell’interconnessione; tra queste, non è stato avviato il processo, richiesto fin dal 2010 da apposito Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di registrazione ai fini del Servizio Europeo di Telepedaggio, passaggio necessario per interagire con i fornitori europei di servizio di telepedaggio- continua Aiscat- A partire da settembre 2018, data di avvio dei colloqui tecnici, diverse soluzioni sono state esaminate con SPV per superare l’evidente difficoltà di garantire un sistema adeguato nei tempi previsti; tra queste, anche l’utilizzo, transitorio, di servizi di una concessionaria limitrofa, e in tal senso sono state condotte analisi tecniche, con anche visite agli impianti; solo successivamente SPV ha deciso per la gestione in completa autonomia. Appare quindi improprio imputare ad Aiscat, o alle concessionarie autostradali italiane, le difficoltà di attivazione della nuova stazione. In ogni caso le necessarie attività sono state avviate da ambo le parti e il lavoro procede con l’obiettivo comune di giungere il più rapidamente possibile all’apertura della stazione di SPV. Sul pedaggio si basa l’esistenza stessa delle concessioni, e gli utenti hanno diritto a corrette, puntuali e semplici modalità di pagamento; questi obiettivi sono stati finora applicati con successo lungo la rete autostradale italiana e verranno applicati anche nel caso della Superstrada Pedemontana Veneta. Il lavoro in corso garantirà peraltro una agevole apertura anche degli ulteriori tratti in programmazione da parte di Superstrada Pedemontana Veneta poiché tutte le procedure una volta messe a punto vengono semplicemente replicate per le altre stazioni di pedaggio.

Regione: “Un ritardo che grava sulle nostre entrate”
Non ci sta la Regione del Veneto e ‘smonta’ la replica di Aiscat per quanto attiene alla messa in esercizio del tratto Breganze-A31 della Pedemontana Veneta. “La risposta di Aiscat è la prova di quanto affermato ieri dal comunicato della Struttura di progetto: si tratta di problemi tra privati, concessionari di autostrade. Contrariamente a quanto affermato da Aiscat, la richiesta del concessionario della Regione (Sis) è stata inviata il 21 giugno 2018, più di sei mesi fa  – continuano alle infrastrutture del Veneto –  Se si considera il tempo trascorso (sei mesi) e le motivazioni della mancata messa a punto dell’interconnessione dei sistemi di esazione, risulta veramente difficile giustificare il ritardo a seguito del quale  rimane chiuso un tratto di Pedemontana Veneta, ultimato da tempo, opera dichiarata di interesse pubblico e strategico, quindi in teoria prevalente su tutti gli altri interessi. Si rammenta che, una volta in esercizio, la nuova tratta potrebbe avere ricadute importanti di carattere socio-economico sul territorio, oltre che cominciare a garantire entrate da pedaggio alla Regione. E’ da chiarire che nel suo comunicato di ieri, la Struttura di progetto SPV non ha mai citato Autostrade per l’Italia come soggetto interessato nella questione in corso per l’apertura del primo tratto di Pedemontana, e non è chiaro pertanto l’intervento in difesa di questa società. Se, come recita il comunicato Aiscat, “le tecnologie non sono assolutamente il nocciolo del problema, in quanto queste sono note e condivise” tanto da poter parlare di “avvio del Servizio Europeo di Telepedaggio che consente a fornitori europei di offrire il servizio di telepedaggio ai loro clienti sulla rete italiana”, quale altro problema osta dunque all’avvio della tratta interessata? – concludono in Regione  -Sentito il concessionario, prendiamo atto che, dopo il comunicato emesso ieri dalla Struttura di progetto SPV, l’Aiscat ha attivato il flusso di dati da tempo richiesto”.

di Redazione AltovicentinOnline

 

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