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Regionali. “Dg premiati se risparmiano sulla pelle dei cittadini”: la denuncia di Riccardo Szumski sulla sanità veneta

Sono giorni intensi per la politica veneta con i candidati alle Regionali che viaggiano in lungo e in largo per “farsi vedere”. I social parlano chiaro e gli aspiranti  conquistatori della poltrona da 10mila euro al mese, così come i loro leader di coalizione, che si tratti di destra, sinistra e centro se la fanno a gara a postare presenze a sagre, tagli di nastri, video di autocelebrazione, che nulla hanno a che fare con la qualità della vita  dei cittadini medi, che vorrebbero vederli più presenti là dove si stabiliscono le sorti della loro quotidianità. A prendere un treno che arriva con un’ora di ritardo, su un bus affollato o tra le corsie di un ospedale. Chi è che tra i candidati ha tentato di chiamare un Cup per fissare una visita specialistica urgente?  Tra le dichiarazioni più forti rilasciate da Riccardo Szumski durante l’incontro con le redazioni Citynews del Veneto, ce n’è una destinata ad accendere il dibattito sulla gestione della sanità regionale. Quella che a parte qualche attuale oppositore o Carlo Cunegato di Avs, che si sgola da anni, non ha il coraggio di fare nessuno prefendo farsi fotografare con qualche milionario, che nulla ha a che fare con la maggior parte dei veneti che si spaccano la schiena per portare lo stipendio a casa. E’ quella del candidato di Resistere Veneto, che ha puntato l’indice contro il sistema introdotto con la riforma di Azienda Zero del 2016, accusandolo di aver trasformato il risparmio economico in un criterio di valutazione primaria per medici e dirigenti sanitari. Secondo Szumski, il meccanismo attuale «premia chi taglia», generando un modello che rischia di spingere il personale a privilegiare la riduzione dei costi rispetto alla qualità dell’assistenza. «I medici sono premiati se risparmiano sulla pelle dei cittadini», ha affermato con durezza, sostenendo che l’intero impianto incentivi logiche economiche piuttosto che sanitarie.Szumski propone di intervenire proprio su quella che definisce una delle “creature” dell’era-Zaia. A suo giudizio, la riforma del 2016 ha concentrato un eccesso di potere nelle mani dei direttori generali e ha introdotto criteri di valutazione basati principalmente sull’efficienza economica, anziché sull’efficacia dei servizi.

“Se un direttore generale fa risparmiare, prende un bonus; se invece punta a migliorare realmente le prestazioni, quel miglioramento non viene riconosciuto», sostiene il candidato. Per cambiare rotta, immagina un sistema in cui la qualità dell’assistenza, i risultati sanitari e la soddisfazione dei cittadini tornino al centro.

Le nomine e il rapporto con la politica

Szumski denuncia anche una presunta eccessiva politicizzazione delle nomine ai vertici delle Ulss: “Nessuna nomina politica per i direttori generali, ma solo per competenza e capacità”. Una critica diretta a quello che considera un sistema di riconferme “blindate”, dove, secondo lui ,  la vicinanza al potere conta più dei risultati.

Risorse e privato: “va controllato sulla qualità”

Sul tema delle risorse, Szumski propone di ricorrere a fondi europei per modernizzare strutture e attrezzature, oltre che finanziare un fondo regionale per migliorare gli stipendi degli operatori sanitari. Non risparmia critiche nemmeno al privato convenzionato, che considera utile solo se realmente complementare: “Il privato, se prende soldi dal pubblico, va controllato sulla qualità. E in molti casi ,  afferma,  la qualità non è quella per cui viene pagato”.

di Redazione AltovicentinOnline

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