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Santorso. L’intelligenza artificiale salva due persone: “Primi in Italia per collegamento tra ospedali”

Due pazienti ricoverati all’ospedale di Santorso sono stati salvati grazie all’intelligenza artificiale dopo essere stati colpiti da ictus. Da 20 secondi a 2 minuti il tempo della diagnosi per comprendere la circolazione del sangue al cervello, invece che i 20 minuti richiesti da procedura normale. Un tempo interminabile per chi è colto da ictus, tempo preziosissimo che permette ai medici di intervenire subito, in questo caso salvando la vita.

Il merito, oltre che dei medici, è dell’innovativo software ‘Rapid’, di cui l’ospedale è stato dotato a dicembre. Un sistema che collega gli ospedali di Santorso, Bassano e Vicenza in tempo reale, trasferendo i dati via rete e consentendo ai medici della Ulss7 e della Ulss8 di avere tutti i dati a disposizione e di intervenire sul paziente semza perdite di tempo.

A pochi giorni dall’installazione, il macchinario all’avanguardia per la valutazione dei pazienti colpiti da ictus ischemico, ha già contribuito a salvare la vita di due pazienti.

“Il sistema contente di ‘leggere’ con la velocità che solo un computer può avere le immagini acquisite mediante TAC sui pazienti colpiti da ictus ischemico, elaborando a partire da queste ultime delle vere e proprie ‘mappe’ della circolazione del sangue all’interno del cranio, consentendo così di definire con estrema precisione, e secondo un modello standardizzato, lo stato fisio-patologico del cervello – spiegano dalla Ulss7 Pedemontana – Il tutto in tempi rapidissimi, grazie ad un sistema di vera e propria intelligenza artificiale: i tempi di refertazione, infatti, passano dai 20 minuti richiesti con la procedura tradizionale ad un massimo di 2 minuti, ma in alcuni casi il tempo necessario può scendere ad appena 30 secondi”.

Una tecnologia fortemente innovativa, come ha sottolineato l’ingegnere  Elio Soldano, direttore dei Sistemi Informativi dell’Ulss7 Pedemontana: “È un sistema di vera e propria intelligenza artificiale, che utilizzando una serie di modelli che si costruisce sulla base della casistica in letteratura scientifica consente di supportare lo specialista nella valutazione del paziente. Avere dotato sia Santorso che Bassano di questa nuova tecnologia rappresenta certamente un traguardo importante sul piano dell’innovazione. Il sistema è attualmente collegato alle tac, ma potrebbe leggere anche i referti delle risonanze magnetiche, e alla lettura dei dati sono abilitati sia gli specialisti della Radiologia sia i colleghi della Neurologia dei due ospedali”.

“Nei pazienti con ictus ischemico la presa in carico è sempre immediata – ha specificato Vincenzo Iurilli, direttore della Radiologia di Santorso –, ma l’aspetto più delicato è riconoscere rapidamente i pazienti per i quali è indicata una procedura di tipo interventistico, da eseguire con estrema urgenza, rispetto ai casi in cui è sufficiente un trattamento di tipo farmacologico o a quelli in cui purtroppo il danno è ormai troppo grave. Il ‘Rapid’ fa tutto questo lavorando in due fasi: analizza la densità dell’encefalo, confrontando i due emisferi, e dove individua le aree con densità alterata, le riconosce come possibili alterazioni dovute ad un ictus ischemico. A quel punto si esegue una Angio-TC con iniezione del mezzo di contrasto per studiare la circolazione del sangue (perfusione) nell’area interessata, eseguendo una serie di scansioni ripetute nel breve intervallo di tempo. Incrociando i dati sulla densità e sui tempi di perfusione, il software riesce a distinguere l’area del cervello che risulta ormai irrimediabilmente danneggiata dalle zone confinanti che sono funzionalmente alterate ma che, continuando ad essere parzialmente irrorate da circoli collaterali,  possono ancora essere salvate. A quel punto, in base all’estensione delle due aree e ad altri parametri, il sistema suggerisce se per il paziente è indicato un trattamento di disostruzione vascolare. Con l’ausilio del Rapid, il tempo necessario per svolgere questa complessa serie di analisi richiede circa 2 minuti”.

A quel punto, se ritenuto idoneo, il paziente viene trasportato in urgenza all’ospedale di Vicenza per essere immediatamente operato dai colleghi della Neuroradiologia, che è il centro di riferimento provinciale per le procedure di tipo interventistico sui pazienti colpiti da ictus. E anche in questa fase il Rapid fornisce un aiuto prezioso: il software infatti è collegato in rete con il San Bortolo e, se il processo diagnostico suggerisce l’opportunità di un intervento, il sistema invia già un alert agli specialisti di Vicenza, con tanto di immagini e  risultati dell’elaborazione trasferiti in tempo reale direttamente sul cellulare: in questo modo si accelera la condivisione delle informazioni e la preparazione all’intervento, in modo che sia tutto pronto non appena il paziente giunge all’ospedale hub.

“L’esito del trattamento dell’ictus ischemico è fortemente dipendente dalla velocità di intervento – ha spiegato Flavio Sanson, direttore della Neurologia dell’ospedale Alto Vicentino – Basti pensare che mentre l’ictus è in atto si perdono 2 milioni di neuroni al minuto. La tempestività di intervento è quindi fondamentale non solo per la sopravvivenza del paziente, ma anche per garantirgli le migliori possibilità di ripresa e in generale una migliore qualità di vita per il futuro. Alcuni pazienti, dopo un ictus, possono recuperare anche completamente, oi presentare solo piccoli deficit, minimi rispetto alle conseguenze che avrebbero subito in caso di intervento ritardato”.

“Avendo installato questa tecnologa sia a Santorso che a Bassano abbiamo incrementato in modo significativo le possibilità di intervenire con successo, in tutto il territorio, su pazienti particolarmente critici come quelli colpiti da ictus ischemico – ha evidenziato Bortolo Simoni, commissario dell’Ulss7 Pedemontana – Non solo, siamo la prima provincia in Italia ad avere messo in rete con il Rapid più ospedali, creando una rete tecnologica di pronto intervento che al momento non ha eguali”.

di Redazione Altovicentinonline

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