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Schio-Thiene. Gang e sicurezza: “Serve il Commissariato di Polizia”

E’ ancora allarme baby gang nei centri dell’Alto Vicentino, con Thiene e Schio nei giorni scorsi,  teatro di episodi di microcriminalità ai danni di esercenti o di ‘rese dei conti’ tra gruppi di etnia diversa. E ancora una volta, come avviene con scadenza regolare ormai da anni, si ripropone l’esigenza di un commissariato di Polizia di Stato, per il quale era stata ipotizzata e proposta sede a Schio.

Una richiesta firmata ufficialmente da 36 sindaci del territorio nell’ottobre del 2018, per la quale è stata più volte sollecitata una risposta dal ministero dell’Interno, che non è mai arrivata. Una richiesta sollecitata a gran voce dai sindaci Giovanni Casarotto e Valter Orsi, che si erano rivolti anche agli onorevoli leghisti quando c’era in carica il governo giallo-verde e che torna di attualità oggi.

Peccato che l’argomento non sia di pertinenza regionale, perché sarebbe stato un buon ‘cavallo di battaglia’ da giocarsi per i candidati consiglieri alle prossime elezioni. Rimane comunque l’esigenza, come più volte sottolineato dal comandante del consorzio di Polizia Locale Nord Est e Altovicentino Giovanni Scarpellini, di avere il commissariato nel territorio, poiché “la presenza del presidio  della Polizia di Stato sarebbe veramente importante, soprattutto perchè ha competenze esclusive nei controlli dei Permessi di Soggiorno e sull’applicazione delle Misure di Prevenzione. Ad esempio, per l’emanazione di provvedimenti di allontanamento dal territorio fino alla durata di tre anni”.

Dopo diversi giorni da una rissa avvenuta a Schio, con due gang di origine africana e slava che si sono affrontate in pieno centro storico e dell’episodio di furto e violenza accaduto a Thiene, sono in molti i cittadini che reclamano una maggiore tutela, che segua il percorso legale e non sfoci nella legittimazione di vendette private e ronde autogestite.

Se a Thiene era stata l’opposizione di Christian Azzolin, a fianco di Vincenzo Forte e di Fratelli d’Italia a scendere in campo per dichiarare che non c’è più spazio per la sopportazione, a Schio lo fa Alex Cioni, capogruppo di PrimaSchio: “Sono ancora nella memoria degli scledensi le vicende di cronaca che tra il 2016 e il 2018 videro protagonisti dei ragazzi appartenenti alle cosiddette baby gang ‘multiculturali’ che usarono il centro della città come luogo ideale per dare sfogo ai propri impulsi repressi declinandoli in una serie di violenze gratuite – ha commentato – Non possiamo negare che il centro della città soffre anche per il costante abbandono degli abitanti autoctoni sostituiti da cittadini stranieri. Gran parte di costoro sono persone per bene, ai quali però negli ultimi anni si sono aggiunti soggetti che hanno trovato alloggio nel cuore della città ma che in città, molto probabilmente, nemmeno dovrebbero esserci. Dobbiamo ringraziare gli immigrazionisti con il fiuto degli affari e le cooperative cosiddette sociali che dal 2015 si sono gettate a capofitto nel business dell’accoglienza dei clandestini arrivando perfino a comprare gli appartamenti destinati ai migranti. Alcuni dei quali – ha continuato il consigliere – sono finiti a fare i pusher per i clan nigeriani specializzati nel narcotraffico”. Cioni ha ricordato il buon lavoro svolto dalle forze dell’ordine che riuscirono ad arginare i gruppi di delinquenti che per qualche tempo misero sotto scacco il centro. “Durante queste serate estive che fisiologicamente richiamano più persone in centro storico – ha concluso Cioni – riterrei appropriato che dalle forze dell’ordine sia predisposto un presidio costante e di conseguenza più visibile e percettibile per coloro che vogliono farsi lo struscio in piena sicurezza senza essere costretto a dover schivare calci e bottiglie di vetro”.

Anna Bianchini

Baby gang, fenomeno europeo. ‘Serve il Commissariato di Polizia di Stato’

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