“E’ importante integrare sempre di più la formazione professionale e tecnica con il mondo dell’impresa: la soluzione alla mancanza di manodopera non è l’immigrazione, ma integrare i nostri ragazzi nel mondo imprenditoriale”. Ne è convinto il presidente del Veneto, Alberto Stefani, che puntualizza in questi termini uno dei punti toccati con maggiore convinzione nella conferenza stampa di oggi per gli auguri di Natale. Ovvero il grande capitolo dell’invecchiamento del Veneto da una parte (con quel che consegue in termini di fornire i cittadini di servizi territoriali di assistenza il più vicino possibile alle persone, facendo “scelte urbanistiche, sociali e sanitarie” in questo senso), ma anche quello ‘a specchio’, dei giovani, dei talenti da attrarre e da far rimanere, della manodopera che manca e del ricambio generazionale. Nel 2030 mancheranno in Veneto 250.000 lavoratori qualificati e “c’è la necessità di sviluppare strategie per affrontare questa sfida che riguarda tutti. Dobbiamo continuare a potenziare quell’integrazione forte che c’è in Veneto tra istituti professionali e tecnici con il mondo della impresa. Questa forte integrazione, che è già stata solcata negli anni e che dovremo potenziare, è la strategia per affrontare questa sfida: non serve solo manodopera, ma manodopera qualificata. Questo dicono le imprese e i dati”. Di pari passo dovranno andare gli sforzi per aumentare l’attrattività di talenti in Veneto: non a caso uno dei primi tavoli che Stefani aprirà sarà con i vertici degli Atenei “per scrivere assieme la strategia per trattenere i talenti nei nostri territori”, ad esempio anche andando a potenziare i servizi residenziali in accordo con l’Esu.
E’ “importante sollecitare l’attrattività del nostro territorio in sinergia con il mondo universitario e imprenditoriale” e individuare “delle strutture che mettano sempre di più in relazione l’impreditoria innovativa con gli Atenei: abbiamo già informalmente iniziato a sviluppare queste iniziative”. Ciò detto, Stefani si sofferma anche sulla opportunità di rilanciare i patti generazionali e lavorare sul ricambio generazionale “altro grande tema sentito e più volte analizzato”.
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