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Ulss 7 – Sperotto scrive ai cittadini: “Pronto Soccorso ed emergenza non solo 12 ore”

Come al solito sono le donne a prendere in mano la situazione, con la coerenza e la verità tipiche delle donne che non si tirano indietro quando c’è una battaglia da combattere. E’ Maria Teresa Sperotto a prendere carta e penna e a scrivere alla redazione di Altovicentinonline dopo la sfilza di denunce da parte di semplici lettori, che spesso non hanno a che fare con la politica e la seguono solo in tv, ma che rappresentano quella utenza media che usufruisce dei servizi sanitari del Distretto 2 della Ulss 7 Pedemontana.

Il vice presidente della Conferenza dei Sindaci non ce l’ha fatta a rimanere in silenzio, come invece hanno fatto in questi mesi, a parte Valter Orsi, il resto dei suoi colleghi dell’esecutivo.

“Non ce ne siamo stati con le mani in mani in tutti questi mesi – ha spiegato Sperotto, sindaco di Fara e appartenente ad una lista civica di centro destra – Ci siamo impegnati con le schede ospedaliere che fissano il percorso, le risorse umane ed economiche fissato dalla Regione Veneto. Stiamo parlando con medici, personale paramedico e ausiliario e la Direzione Sanitaria e contemporaneamente siamo impegnati nell’ambito del sociale dove si affrontano tematiche relative agli anziani, alla disabilità, alle dipendenze, ai minori ed alla povertà”.

In pieno stile Sperotto, schietta, che non conosce la parola ‘ipocrisia’ e capace di andare dritta al nocciolo della questione, l’esponente della conferenza dei sindaci ci tiene a fare capire ad un territorio vasto come quello dell’Alto Vicentino, che i primi cittadini ci sono e che non passa giorno in cui non si impegnino per servizi che lei, con lealtà, riconosce aver subito uno scossone. Come quelli dell’emergenza, che dovrebbero essere sacri perché c’è spesso in gioco la vita umana.

“E’ una questione che riguarda tutti noi – spiega – Stiamo lavorando affinchè vengano ripristinate le unità di emergenza in tutti e 3 gli ospedali della Ulss Pedemontana, l’emergenza non può esistere per 12 ore al giorno: emodinamica, emergenza neurologica, emergenza neonatale non possono essere organizzate a mezze giornate ma devono essere presenti per tutte le 24 ore. Le specializzazioni possono essere distribuite tra Santorso, Asiago e Bassano ma non le emergenze. Stiamo lavorando in questo senso e non abbiamo mai smesso di lottare, chiedere e pretendere”.

Il Pronto Soccorso

Maria Teresa Sperotto affronta anche il grave problema del Pronto Soccorso. “Santorso è organizzato in modo diverso dagli altri ospedali: il paziente entra, triage, esami, radiografie, consulti e diagnosi finale. E’ chiaro che serve tempo, personale e risorse di vario genere. Per ovviare al flusso continuo esistono le medicine di base, le medicine di gruppo integrate. Sono aperte 12 ore al giorno ed assicurano la presenza di un medico e di un infermiere nella sede di riferimento, ma si preferisce il Pronto Soccorso, tutto e subito. Il prezzo è pagato da chi si rivolge alla struttura e da tutto il personale della struttura che ogni giorno con abnegazione si impegna in turni massacranti, con riposi inesistenti, con guardie continue, con primari stressati”.

Sanità e Politica

Quello che dispiace è che Santorso è diventato un terreno fertile per chi fa politica, (non per chi amministra territori), per chi raccoglie sistematicamente ciò che interessa e pensa che scrivendo qua e là il problema si risolva da sé. Chi fa politica sa che deve partire dall’organizzazione della sanità nazionale e poi a seguire a quella regionale senza però puntare al colore o all’appartenenza politica ma finalizzare il tutto sulla persona. Ci si deve chiedere perché in tutta Italia i medici non ci sono. Ci si deve chiedere perché siamo al collo di bottiglia nella sanità: cosa ha fatto la politica? Ridotto posti letto, economia di scala, limitato le risorse umane ed economiche ed arriviamo alla situazione di oggi.

La rabbia degli abitanti dell’altopiano

Mentre nell’Alto Vicentino, se sei simpatizzante della destra tutto funziona, se sei di sinistra tutto va male, con un centro che ha paura di dire la propria perché teme di essere ‘massacrato’ sui social, in Altopiano il coro è unanime: “Non vogliamo che il nuovo ospedale sia una scatola vuota”.

Basta leggere gli sfoghi sui gruppi social degli altopianesi per avere il termometro del malcontento che regna su una montagna che sta affrontando la stagione turistica senza adeguati servizi sanitari. Dal racconto di chi in stato di gravidanza deve rivolgersi alle strutture di Santorso e Bassano a chi denuncia che nella nuova struttura non ci sarà nemmeno posto per un parroco, imprescindibile nei momenti di dolore. Quella figura che spesso accompagna alla morte e pare non sia prevista nel nuovo assetto ospedaliero. A chiedere di avere pazienza proprio quei politici che fino al Natale scorso si stracciavano le vesti chiedendo il Presepio nelle scuole. A capitanare la ‘sommossa’ sull’Altopiano il sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern, che ha dato una lezione in questi mesi ai colleghi dirimpettai dimostrando come si difenda un territorio, spogliandosi delle ideologie politiche. Un primo cittadino che ha fatto capire che quando c’è un problema, o un disservizio, non ci sono filtri politici che tengano. Rigoni Stern ha portato le telecamere della Rai, richiamando l’attenzione della Regione, che ha poi risposto assicurando che al più presto i servizi ospedalieri di Asiago verranno ripristinati. Snobbato invece l’Alto Vicentino, dove il sindaco Franco Balzi, presidente della Conferenza dei Sindaci, ha dimostrato in questi mesi incapacità di comunicazione e di rappresentanza, tanto da dichiarare pubblicamente al Giornale di Vicenza di non avere ricevuto risposte dai vertici a Venezia.

La voce strozzata degli abitanti dell’ovest vicentino

“A Santorso non passa giorno che si legga sulla stampa dell’inefficienza dei servizi offerti, del personale che manca, delle liste di attesa perenni, del personale medico e paramedico insoddisfatto. Non è un problema solo di Santorso, lo è di tutti gli ospedali italiani ma a Santorso lo si sente di più perché il continuo vociare delle sole negatività ha creato un vortice non certo positivo da cui si fa molta fatica ad uscire”. E’ il pensiero di Maria Teresa Sperotto, sposato in gran parte da molti suoi colleghi. Anche dalle opposizioni di centro sinistra sono sempre accese le luci sui vari problemi dell’ospedale di Santorso, che sembrano non esistere in altri nosocomi. Ma non è così. La differenza vera è nella capacità di denuncia di cittadini e rappresentanti dei territori.

Anche da Chiampo, Montecchio e Arzignano stanno cominciando ad arrivare denunce di disservizi, mancanze, liste d’attesa e necessità di rivolgersi ad altre strutture. In pratica, problemi molto simili a quelli dell’Alto Vicentino. Con una differenza abissale: mentre in Alto Vicentino ci sono forze politiche di opposizione e stampa che danno voce ai cittadini, non si può dire lo stesso per l’ovest vicentino, dove al momento non ci sono prese di posizione ufficiali, ma solo chiacchiere da bar e social alle quali nessuno fa da cassa di risonanza.

Anna Bianchini

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