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“Un’estate più calda ogni anno”, i numeri che confermano l’allarme di Marco Rabito che pensa agli ultimi della società

Le previsioni di Meteo Veneto non falliscono mai e come preannunciato, l’impulso temporalesco in arrivo da Ovest porrà definitivamente la parola fine alla seconda ondata di calore dell’estate. Oltre all’attenzione ai possibili fenomeni che saranno più intensi da domenica pomeriggio, il presidente di Meteo in Veneto, Marco Rabito, da sempre portavoce di un messaggio chiaro e forte sui cambiamenti climatici che sono sotto gli occhi di tutti, parla anche da padre, che vuole lanciare un monito. Lo ha fatto anche ieri sera a Breganze, dove si è espresso non solo come esperto meteorologo, ma anche come amministratore, dato che Rabito è vicesindaco di Monticello Conte Otto e assessore all’Ambiente dello stesso comune. Nelle sue parole si percepiva la vicinanza alla gente che contraddistingue il suo mandato elettorale. L’attenzione ai “deboli della società”, quelli che soffrono in silenzio.
Quello che ha detto lo scienziato del tempo è che dobbiamo imparare a fare i conti con soglie di calore che preoccupano per le fasce anziane della popolazione, una platea di soggetti sempre più ampia per via dell’inverno demografico e dell’invecchiamento e che va tutelata. Come? Con punti di ristoro che gli amministratori devono provvedere a realizzare o rendere disponibili per consentire un riparo a chi non può rimanere chiuso in casa o si trova all’esterno e non si sente bene. Per permettere inoltre ad anziani e fragili di soffrire meno di una vera e propria esclusione sociale perché fuori c’è un caldo che gli può procurare malori anche fatali.
“Un dato che a parer mio – ha sottolineato Rabito – va citato per comprendere l’evoluzione della situazione, è il numero di giornate con allarme climatico (per elevato disagio fisico da caldo) che abbiamo avuto solo nel mese di giugno: ben 9 giorni su 30. Decretate dai bollettini emessi dal Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile Regionale del Veneto.  E con l’inizio di luglio, fino al 4, siamo già a 13 giorni su 34 dall’inizio dell’estate meteorologica. Mediamente, le giornate con elevato disagio fisico per caldo in gran parte della popolazione negli anni che vanno dal 2010 al 2020 erano 12 giorni l’anno nelle zone di pianura interna del Veneto. Negli anni ’90, erano poco più di due in 92 giorni estivi. Quindi l’aumento è del doppio circa di anno in anno e possiamo ipotizzare che nel prossimo decennio 2030/2040 si abbiano circa 20/25 giorni di disagio fisico per il caldo”.
Cosa fare?
“Bisogna tenere conto dell’invecchiamento della popolazione, delle fasce vulnerabili che un’amministrazione locale ha il dovere di tutelare. Dobbiamo iniziare ad agire adesso con azioni concrete, magari con una collaborazione tra pubblico e privato, pensando con serietà a quei fragili che magari in una giornata afosa possono trovare all’interno di un supermercato un punto di ristoro, dove  sia disponibile una sedia, dell’acqua fresca e, in caso di necessità, chi possa avvertire le autorità sanitarie. Faccio l’esempio del supermercato, ma questa sorta di rifugi potrebbero essere rappresentati da biblioteche, scuole o strutture sportive climatizzate. Gli stessi municipi potrebbero essere aperti ai soggetti fragili nei giorni di emergenza e diventare luoghi di riparo, anche temporanei”.
 
Cosa non ha ancora capito la società attuale e la politica in genere sui cambiamenti climatici?
 
“Anzitutto mi preoccupa che parte della politica riesca ancora a negare. Magari in modo diverso dal passato.  Del resto tutti i giorni, anno dopo anno, la nostra atmosfera dimostra ampiamente quanto il clima sia cambiato, quindi hanno cambiato il tiro del loro negare.  Assolvere l’essere umano da responsabilità.  Che è ancora più grave di quando negavano l’essenza stessa del clima che muta a una rapidità devastante. Perché significa il rifiuto assoluto ad agire.  Una provocazione, ma nemmeno troppo?  Il denaro per gli armamenti in qualche modo si trova, quello per avere un clima capace di ospitare la nostra civiltà tra qualche decennio, non si trova”.
 E i cittadini? 
“Se accettano tutto questo, passivamente, non si assolvano da responsabilità.  Troppo comodo dare sempre la colpa alla politica, essa è nostra emanazione”.
 
Lei la sera tiene spesso serate sul tema “cambiamenti climatici”: qual è la reazione del suo pubblico quando entra nel dramma dell’argomento e che messaggio porta?
 
“Una reazione positiva, perché chi viene ad ascoltarmi spesso sa cosa trova. Trova dati scientifici, trova cruda realtà.  Spesso mi si chiede di chiudere la conferenza con un “messaggio positivo” o con un “messaggio di speranza”. Questo tipo di messaggi non spettano a me.  Ho amato Papa Francesco per la sua sensibilità sui temi ambientali e sul Clima.  Papa Leone sembra mostrare una sensibilità spiccata anche lui. Ecco, sia il nostro Pontefice a portare questi messaggi. Non posso assolvere. Spetta ad ognuno di noi far la propria parte, sia individualmente che in comunità”.
 
Cosa non ha ancora capito la società attuale e la politica in genere sui cambiamenti climatici?
 
“Anzitutto mi preoccupa che parte della politica riesca ancora a negare. Magari in modo diverso dal passato. Del resto tutti i giorni, anno dopo anno, la nostra atmosfera dimostra ampiamente quanto il clima sia cambiato, quindi hanno cambiato il tiro del loro negare. Assolvere l’essere umano da responsabilità. Che è ancora più grave di quando negavano l’essenza stessa del clima che muta a una rapidità devastante. Perché significa il rifiuto assoluto ad agire.  Una provocazione, ma nemmeno troppo? Il denaro per gli armamenti in qualche modo si trova, quello per avere un clima capace di ospitare la nostra civiltà tra qualche decennio, non si trova”.
E i cittadini? 
“Se accettano tutto questo, passivamente, non si assolvano da responsabilità. Troppo comodo dare sempre la colpa alla politica, essa è nostra emanazione”.
 
 
Lei la sera tiene spesso serate sul tema “cambiamenti climatici”: qual è la reazione del suo pubblico quando entra nel dramma dell’argomento e che messaggio porta?
 
Una reazione positiva, perché chi viene ad ascoltarmi spesso sa cosa trova.  Trova dati scientifici, trova cruda realtà.  Spesso mi si chiede di chiudere la conferenza con un “messaggio positivo” o con un “messaggio di speranza”. Questo tipo di messaggi non spettano al sottoscritto.  Ho amato Papa Francesco per la sua sensibilità sui temi ambientali e sul Clima. Papa Leone sembra mostrare una sensibilità spiccata anche lui. Ecco, sia il nostro Pontefice a portare questi messaggi. Non posso assolvere. Spetta ad ognuno di noi far la propria parte, sia individualmente che in comunità.
 
Qual è il suo meteorologo preferito e perché?
 
Sono cresciuto seguendo con grande affetto Emilio Bellavite, Meteorologo di Verona per tantissimi anni. Da ragazzino era come un nonno acquisito. Ho amato il Generale Andrea Baroni, Guido Caroselli, i Giuliacci e Paolo Sottocorona.
Ho grandissima stima inoltre per seri professionisti e persone speciali come Flavio Galbiati, Serena Giacomina, Lorenzo Catania, Andrea Corigliano, Paolo Frontero, Massimo Enrico Ferrario, Pierluigi Randi e Stefania De Angelis.
Ne sto sicuramente dimenticando tanti altri, questo per far capire a chi ci legge che l’Italia dispone di eccellenze in questo settore. Esiste inoltre una Associazione, AMPRO, che si propone di raccogliere tutti i Professionisti della Meteorologia e rafforzare in questo modo la Professione del Meteorologo. Mi piace pensare che, nel futuro della Meteorologia Italiana, ci possano essere più donne. Quelle che oggi ci sono, risultano essere delle vere eccellenze.
 
Luca Mercalli? 
 
Con Luca, che è un amico, ho tenuto una conferenza a due in Basilica Palladiana a Vicenza qualche mese fa.
È da anni un faro per tutti sul tema del Cambiamento Climatico e quando qualche decennio fa ha iniziato ad avere il giusto spazio mediatico per fare informazione su questo argomento, appariva a tutti come un catastrofista in cerca di visibilità.
Ebbene, a dar ragione a Luca Mercalli sono stati i dati, sono stati i fatti, è stata la nostra meravigliosa atmosfera in questi ultimi anni di drammatico mutamento.
Credo che, lui per primo, avrebbe preferito aver torto.
Natalia Bandiera
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