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Zaia: “Cambiare i modelli lavorativi. Oggi si preferisce guadagnare meno ma avere più qualità di vita”

“Siamo ai minimi storici di disoccupazione in Veneto? Non ci accontentiamo, guardiamo avanti e puntiamo ancora più in alto l’asticella. Sono convinto che, oggi più che mai, sia necessario cambiare alcuni modelli lavorativi e serve farlo a partire dai giovani”.

Lo afferma il presidente del Veneto, Luca Zaia, in una nota alla vigilia del primo maggio.

    “Molti imprenditori – prosegue Zaia – mi raccontano che, soprattutto dopo la pandemia, i ragazzi in cerca di occupazione sono interessati sempre più ad aspetti legati alla qualità del lavoro e di vita, più che a retribuzione e posizione. Questo non vuol dire meno lavoro, ma ricerca di nuovi strumenti per dare attrattività e innovazione alle metodologie produttive. Dove l’ingegno, la creatività, il talento possano esprimersi al meglio. Dobbiamo impegnarci perché le opportunità lavorative siano sempre migliori, imperniate sulla qualità, e che il lavoro sia commisurato alle competenze e alle aspirazioni di realizzazione personale”.
Ricordando che il mercato del lavoro veneto “vive un momento di grande crescita” e che “in molti settori ci sono più posti di lavoro di quante persone siano disponibili a occuparli”, Zaia ricorda che “abbiamo una fascia di persone che ancora non riusciamo a raggiungere con le tante misure che mettiamo in campo, con politiche del lavoro che sono sempre più a misura di persona”. E in particolare “non è il primo maggio solo dei ‘lavoratori’, ma anche e soprattutto delle lavoratrici. La tutela delle donne al lavoro non prescinde dal fatto che ci sia un sistema di welfare che sia in grado di garantire effettivamente le pari opportunità e la parità di genere, cosa ancora oggi in questo Paese non raggiunta. Non possiamo pensare che siano solo le norme per le pari opportunità l’emblema della parità di genere: una donna, oggi, a parità di formazione e capacità viene ancora pagata meno dei colleghi uomini e ha meno opportunità di essere assunta. I servizi fondamentali, come gli asili nido ed i supporti alle famiglie, devono andare in questa direzione, per dare alle donne lavoratrici la possibilità di poter gestire, esattamente alla pari dei loro colleghi – conclude – anche il carico e gli oneri familiari”. (ANSA).

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