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Zaia consegna il Leone di Vetro a Pieroad. Lui: “Ho bisogno di normalità, anche di noia”

“Un sogno nato in una piccola stanza di Malo e trasformato in un’impresa straordinaria. Nicolò Guarrera, conosciuto come Pieroad, ha compiuto il giro del mondo a piedi, percorrendo oltre 35.000 chilometri in cinque anni, tra deserti, montagne e oceani. La sua storia è un inno al coraggio e alla determinazione: con il suo cammino ha dimostrato che partire da un piccolo paese della provincia di Vicenza può significare arrivare ovunque, se si ha la forza di credere nei propri sogni. Oggi il Veneto celebra il suo ritorno in Veneto. Ho voluto consegnargli un riconoscimento speciale: il Leone di Vetro, simbolo di resilienza, coraggio e identità veneta che rappresenta anche la nostra gratitudine e l’orgoglio per un ragazzo che, passo dopo passo, ha portato il Veneto nel cuore di milioni di persone”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha riconosciuto ieri a Venezia, a Palazzo Balbi, al giovane viaggiatore, definito ‘”ambasciatore della nostra terra nel mondo”, il Leone di Vetro del Veneto.

“Il Veneto ha una tradizione antica di viaggiatori, esploratori, narratori del Mondo. E Pieroad, seguito da una comunità online di oltre 430.000 follower, nel solco di questi antenati eccellenti ha raccontato il mondo con lentezza, autenticità e ironia, trasformando il suo viaggio in un’esperienza collettiva – ha sottolineato il Governatore -. Il ritorno in Italia non segna la fine della sua avventura: Nicolò ora racconterà il suo viaggio in un libro con l’obiettivo di condividere il suo percorso nelle scuole e nelle aziende, con l’obiettivo di ispirare altri a mettersi in cammino, dentro e fuori di sé. Sono certo che potrà fare ancora molto per la nostra terra e noi saremo al suo fianco”, termina il Presidente Zaia.

Cinque anni fa, Nicolò Guarrera ha lasciato tutto: lavoro nel marketing a Milano, certezze, comfort, futuro programmato. Laureato in economia, 31 anni, originario di Malo, il 9 agosto 2020 ha dato il via al suo sogno più folle: fare il giro del mondo a piedi. Oggi, dopo 1.849 giorni di cammino, il suo viaggio si avvicina alla fine, ma la sua storia sta già ispirando migliaia di persone sui social, dove è conosciuto come @Pieroad.

Dall’Italia al mondo: il viaggio

Partito dalla casa dei genitori, Nicolò ha attraversato l’Italia fino a Genova, poi Francia, Spagna lungo il Cammino di Santiago e la Via de la Plata. Da Huelva, un’imbarcazione lo ha portato alle Canarie. Quindi, una delle tappe più dure: l’attraversata dell’Atlantico in catamarano, con un equipaggio difficile e un capitano instabile.

Dal Canale di Panama ha proseguito verso il Sud America, toccando Perù e Cile — dove ha rischiato grosso per un controllo della polizia cilena — fino a raggiungere l’Australia. Sei mesi nel deserto australiano sono stati tra le prove più impegnative del viaggio.

Poi l’Asia, dall’India all’Iran, fino alla Turchia e al nord dell’Iraq. Il Pakistan è stato l’unico grande escluso. In ogni tappa ha raccolto storie, volti e frammenti di umanità, costruendo una rete globale di persone incontrate sul cammino.

Dove ha dormito

Nonostante le difficoltà, Nicolò ha dormito più di metà delle notti in tenda. Altre volte in luoghi improbabili: parchi pubblici, scuole, cimiteri (“perché lì c’è sempre l’acqua”, racconta). Ma la vera forza del viaggio è stata la solidarietà di chi lo seguiva online: perfetti sconosciuti che gli offrivano ospitalità, un giardino per piantare la tenda, un divano, un pasto caldo.

Dieci euro al giorno e un passeggino di nome Ezio

Il suo stile di viaggio è stato essenziale. “In media ho speso 10 euro al giorno”, spiega. “Ma dipende dal Paese: l’Europa è cara, altrove si può vivere con molto meno.” A supportarlo, un passeggino ribattezzato “Ezio”, diventato suo inseparabile compagno di strada.

Amore, solitudine, scoperta

In Cile ha vissuto anche una parentesi d’amore: una biologa cilena, conosciuta lungo il percorso, lo raggiungeva ogni due settimane per condividere tratti di cammino. Ma la relazione si è conclusa al termine del tratto cileno. Amicizie improvvisate, momenti di solitudine, paura, ma anche lentezza e connessione profonda con il mondo hanno scandito le sue giornate.

E ora? “Non vedo l’ora di tornare, ma non ho fretta. Il ritorno sarà il primo giorno di una nuova avventura.”

Tra i suoi progetti futuri: scrivere un libro, raccontare questa incredibile esperienza e — forse — trasformare la sua passione per il viaggio in un vero lavoro. “Viviamo nell’era del tutto e subito. Ma camminare ti obbliga ad affrontare ogni cosa che c’è nel mezzo. E spesso il percorso è più bello della destinazione.”

Una lezione di vita a passo lento

Il viaggio di Nicolò Guarrera non è solo un’impresa fisica, ma un atto di resistenza contro la frenesia del mondo moderno. Una scelta radicale, fatta di chilometri, incontri, fatiche e bellezza. La sua storia è un invito a rallentare, guardarsi attorno, riscoprire la lentezza e l’umanità. A piedi, un passo alla volta.

 

 

 

 

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