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Zaia:’Accesso diretto vaccini 12-25 anni’. Il ruolo dei no vax nell’epidemia

Vaccino ad acceso diretto da domani in Veneto per i giovani tra i 12 e i 25 anni. Ad annunciare la decisione presa questa mattina il presidente Luca Zaia, che invita i più giovani ad approfittare di questa opportunità durante il consueto punto stampa sul Covid. “Chi vuole presentarsi domani in un centro vaccinale del Veneto c’è l’acceso diretto, almeno fino alla fine di agosto”, dice il presidente. Inoltre, “da domani chi vuole anticipare la seconda dose avendo maturato i 21 giorni Pfizer o i 28 di Moderna dalla prima può presentarsi ai punti vaccinali e chiedere l’anticipo, senza prenotazione. Vogliamo spingere sulla prevenzione serrata e abbiamo gli spazi per farlo”. Le seconde dosi rispettivamente a 21 e 28 giorni dalla prima saranno anche la norma d’ora in poi per tutte le nuove prenotazioni. Novità in arrivo anche per i vacanzieri che vogliamo vaccinarsi. “I Veneti che sono in giro per il Veneto possono prenotarsi da domani dove vogliono, purchè sul territorio Veneto“. Non è ancora chiaro se questa campagna di ferragosto porterà all’apertura dei centri vaccinali anche domenica 15. L’orientamento è a tenere aperto in base all’affluenza attesa nei diversi centri. “Abbiamo deciso di usare come base le prenotazioni. Vediamo quanto accesso diretto c’è in questi giorni, per domenica vediamo”, spiega ancora il governatore.

Zaia, peraltro, sottolinea come non sia del tutto vero “che giovani non abbiano avuto accesso ai centri vaccinali”. Nella fascia 20-29 anni finora si è vaccianato in Veneto il 64,8%, mentre per la fascia 12-19 anni la percentuale è del 41,7%. I non vaccinati, invece, “ce li ritroviamo in ospedale”. E qui spiccano i cinquantenni, in larga parte non ancora immunizzati al Covid-

I numeri

“Siamo ancora in bianco”. Con un Rt di 1,16, una incidenza di 83,6 casi ogni 100.000 abitanti e percentuali di occupazione degli ospedali rispettivamente del 2% (area non critica) e 3% (terapie intensive) il Veneto resta in zona bianca. E registra anche un calo dei ricoveri negli ospedali. I positivi sono oggi 583 su oltre 42.000 tamponi, l’1,36% dei test effettuati. Salgono ancora i casi attivi (13.421), ma i ricoverati scendono a 206 (-12) di cui 178 in area non critica (-15). In terapia intensiva ci sono invece 28 pazienti, +3 rispetto a ieri, con un nuovo decesso. “Stiamo per il momento deospedalizzando”, commenta il governatore Luca Zaia fornendo i dati giornalieri sul Covid. “Stiamo accompagnando questa infezione, è fondamentale l’aiuto dei cittadini per la prevenzione ed è fondamentale la diagnostica. Non dico che è finita, ma oggi abbiamo ragionevoli motivi per dire che ad agosto ce la giochiamo tutta”, dice il presidente regionale. La malattia “è diffusa prevalentamente nella fascia più giovane, ma gli ultimi dati evidenziano un calo in tutte le fasce d’età”, sottolinea Francesca Russo, direttrice della Prevenzione nell’assessorato alla Sanità. L’età media dei nuovi casi è attualmente attorno ai 30 anni, mentre quella dei ricoverati è sui 55 anni’.

Le critiche sui tamponi

Lo stop ai vaccini gratuiti ha funzionato in Veneto per fare aumentare gli immunizzati. “Abbiamo avuto 8.000 prenotazioni già quel giorno”, informa il presidente Luca Zaia, interpellato sul punto questa mattina durante la conferenza stampa in diretta social. La risposta insomma “c’è stata”. Per quanto riguarda i mal di pancia che la sua decisione ha suscitato tra esponenti della Lega, Zaia si limita ad osservare: “il mondo è bello perchè è vario, lo diciamo sempre noi veneti. Ed è pieno il mondo di commissari tecnici nella nazionale. Io non ho una posizione, faccio l’amministratore, ho un ruolo istituzionale e da me finchè ci sono io le leggi si applicano, punto”. Peraltro i tamponi gratuiti “li dava solo il Veneto, negli ultimi motivi, per motivi di screening sociale”, ora “non trasformiamo una cosa virtuosa in un caso politico”. Il governatore obietta anche che le “divagazioni sul tema ci sono in tutti i partiti. Non mi risultano partiti senza liberi pensatori”. Ma la “differenza tra uno che amministra e chi non amministra è che il primo finisce in Procura se sbaglia, l’altro esprime opinioni”. In ogni caso, assicura il leghista, “la mia preoccupazione è zero, ma zero assoluto”. Ma un “discorso è essere sugli spalti a definire la formazione ideale, un altro è essere Mancini in campo.

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