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Schio. Dal libro al docufilm: ‘Elemento Pericoloso’ ricorderà gli orrori della guerra

Verrà proiettato questo venerdì 29 Aprile presso il Cinema Teatro Pasubio ‘Elemento Pericoloso’ l’atteso docufilm con la regia di Vittorio Canova che chiude così le celebrazioni e il ricordo della liberazione della città dall’oppressione del nazifascismo.

Un lungometraggio sulla tragica vicenda della deportazione di 11 partigiani territoriali scledensi, e di uno studente universitario di Vicenza, realizzato due anni fa per i 75 anni dalla liberazione dell’ex lager di Mauthausen, da parte degli americani, slittato nella programmazione a causa della pandemia.

Durante la Resistenza i partigiani territoriali costituivano un supporto fondamentale per le pattuglie salite in montagna; il Battaglione Fratelli Bandiera, operante nel territorio scledense, era costituito da persone che vivevano e lavoravano regolarmente ma mantenevano, in modo segreto e assai rischioso, i contatti con le formazioni armate occupandosi degli aspetti informativi e del supporto logistico.

Il docufilm segue fedelmente, dal punto di vista storico, l’omonimo libro di Ugo De Grandis (Elemento Pericoloso – Inquisizione e deportazione politica nella Schio di Salò (1943-1945), Centrostampa, Schio, 2014).

Una pellicola che ricostruisce, con la voce narrante dello stesso De Grandis, le vicende di  Bruno Zordan, Pierfranco Pozzer, Italo Galvan, Giovanni Bortoloso, Vittorio Tradigo, Anselmo Thiella, Livio Cracco, Giuseppe Vidale, Andrea Bozzo, William Pierdicchi e Andrea Zanon: ad essi si deve anche aggiungere Roberto Calearo, uno studente universitario di Vicenza, caduto probabilmente in modo casuale nella rete dei nazifascisti e deportato a Mauthausen per nascondere le condizioni in cui era stato ridotto a seguito degli interrogatori.

La loro odissea iniziò dalla cattura a Schio e proseguì con il trasferimento a Vicenza e quindi in Germania passando per il lager di transito di Bolzano.

Attraverso le testimonianze scritte da ex deportati, foto e filmati d’epoca – forniti, in particolare, dallo Steven Spielberg Film and Video Archive, dallo United States Holocaust Memorial Museum, dal memoriale di Mauthausen –  e con la visita diretta dei luoghi, viene descritta la vita nel lager, dall’arrivo dei convogli alla perdita della propria dignità di persone in un precipitare progressivo fino al buio completo della ragione che ci fa porre un’inevitabile domanda.

Ma oltre l’impatto emotivo il docufilm consente di comprendere la precisione maniacale della macchina infernale nazista costruita e organizzata fin nei minimi particolari per sfruttare totalmente anche coloro che erano comunque destinati alla morte: Mauthausen e il sottocampo Gusen erano, in definitiva, campi di sterminio attraverso il lavoro.

Il film-documentario, nato da un’idea di Vittorio Canova e Ugo De Grandis e prodotto in proprio dal gruppo ‘La Foresta Urbana – movie making’ con l’aiuto e il sostegno di privati cittadini, ha ricevuto, dopo la realizzazione, il patrocinio dell’ANED (Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisti) e dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia): l’ingresso alla proiezione sarà gratuito nel rispetto dalla normativa antiCovid.

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