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Thiene.Mostra di Roberta Susy Rambotti a Villa Fabris

Ieri, con il patrocinio del Comune di Thiene a Villa Fabris, è statta inaugurata la mostra personale di sculture “Essenza mutaforme’  dell’artista desenzanese Roberta Susy Rambotti.

Nella personale Roberta presenta le sue composizioni-sculture fatte solo di terra, di acqua, aria e fuoco: “lavoro la terra perché mi sento della terra … ciò che cerco di fare è semplicemente assecondare il mio corpo, lascio che la mano e la materia si relazionino e dialoghino ed io non giudico ciò che avviene, è così e ne prendo atto.

Con la mente non riesco ad immaginare tali forme… le forme le canalizzo diventando io stessa uno strumento”. Ed è così che Roberta si lascia guidare. Ma è staccandosi da loro, mettendole nel fuoco che le consacra definitivamente, ed è un momento di grande emozione, che sfiora la sofferenza. Un timore ancestrale affiora nel consegnare quelle forme, uscite dal suo sentire più profondo e inconscio, al fuoco.

Osservando le sue sculture si  coglie che sono, insieme spazio e tempo, mutano continuamente e non c’è un punto di vista privilegiato per entrare in comunicazione con loro. Fluttuano nell’aria, salgono o si adagiano, seguono andamenti ora morbidi, ora pungenti, ora concavi e convessi, complementari e opposti. A volte sono graffiate, segnate da linee e anfratti d’ombra, altre volte sono accarezzate, luminose e lisce. Sono solo tracce – ex-posto – di un movimento interiore, altrimenti invisibile. Alternano organicamente accumulo e rarefazione, unità e frammentazione, ordine e disordine. Lasciano scorgere morfologie naturali, evocando segni maschili e femminili. Soltanto una relazione empatica può farci entrare in contatto con loro.

Il fare arte può diventare un mezzo, un processo di conoscenza e di guarigione, per l’artista come per il fruitore? Per alcuni tra i maggiori artisti del secolo scorso, come nelle culture primitive, l’artista è anche sciamano, ed è anche rivelatore dell’Angelo, in contatto con l’Assoluto, veggente…

‘Esiste un “universo” che non è visibile agli occhi… lavorando riesco a vedere, mi alleno all’invisibile… l’invisibile è ciò che mi interessa veramente’. Ed è proprio in questo rapporto con l’invisibile che le forme create da Roberta possiedono la forza del legame con la tradizione di quell’arte astratta che è stata capace, a partire dalle avanguardie storiche, di aprire le strade per scendere nel profondo, per esprimere la densità interiore del mondo delle nostre sensazioni.

A Villa Fabris, Roberta Susyy Rambotti espone il lavoro realizzato nel corso di un anno, decisa a vivificare a contatto con il pubblico questo suo percorso di ricerca, la sua essenza mutaforme.

di Redazione Thiene on line

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