Più che la presentazione del suo ultimo libro è stato un incontro intenso che ha dato spunti di riflessione ed ha lasciato con il sorriso i presenti. Cose che solo Don Marco Pozza, , sacerdote di Calvene dal 2011 cappellano nel carcere “Due Palazzi” di Padova e noto per le sue interviste televisive con Papa Francesco di cui era grande amico, sa fare.
La presentazione del libro “Chi ultimo arriva meglio alloggia” è andata a gonfie vele a Gallio è andata a gonfie vele e non solo sono stati in tanti a volerlo ascoltare mercoledì scorso, ma hanno voluto la copia del suo ultimo capolavoro letterario. Non solo hanno voluto anche l’autografo, come a sigillo di un incontro che ha lasciato il segno nelle coscienze dei numerosi partecipanti, che sono andati via orgogliosi di avergli stretto la mano.
Nel suo ultimo libro, Chi ultimo arriva meglio alloggia (Rizzoli), don Marco Pozza riflette sul senso profondo di uno dei versetti evangelici più provocatori e controcorrente: “Beati gli ultimi, perché saranno i primi”. Con tono ironico e profondo, il titolo stesso del libro ribalta un noto proverbio veneto per suggerire una verità evangelica scomoda ma rivoluzionaria: chi nella vita appare sconfitto, può in realtà avere una corsia preferenziale verso Cristo.
Il testo rappresenta la terza e ultima tappa di un percorso iniziato con Chi dorme non piglia Cristo (anno liturgico A) e Ognuno fa il fuoco con la legna che ha (anno B), offrendo una rilettura dei Vangeli dell’anno C. Don Pozza propone “divagazioni” su brani difficili, attraverso uno stile diretto, talvolta irriverente, ma sempre carico di empatia e verità spirituale. Attingendo alla sua esperienza con i detenuti, don Marco mostra come le ferite della vita possano diventare trampolini verso la salvezza. Racconta che l’essere “ultimi” — come lo erano Maddalena o Zaccheo — non è una condanna, ma un punto di partenza possibile per un nuovo incontro con Cristo. Nessuno è definito dai propri errori: ogni caduta può diventare un’occasione per rialzarsi e scrivere una storia diversa, più vera, più umana, più divina.
Il libro è, in definitiva, un invito a guardare il Vangelo con occhi nuovi, a lasciarsi provocare da chi vive ai margini e a riscoprire che l’amore di Dio capovolge ogni classifica umana.
di Redazione AltovicentinOnline