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Gallio. Dall’Altopiano a Roma per consegnare il presepe al Papa. Fotogallery

Gran parte della comitiva galliese sarà a Roma fino a lunedì, ma già trapelano la gioia e le emozioni indescrivibili con i quali la folta delegazione altopianese tornerà a casa serbando per sempre un ricordo che vale più di mille parole.

Tutto è nato grazie all’intraprendenza dei ragazzi del talentuoso Gruppo Giovani dell’Unità Pastorale di Gallio che, guidati dagli animatori e dal parroco Don Federico Zago, sono i capaci costruttori ed ideatori del bellissimo presepe a grandezza umana che da ieri abbellisce gli ampi spazi dell’Aula Paolo VI per il Natale 2021 in Vaticano.

L’opera, in buona parte realizzata con i legni reduci della tempesta Vaia e contenente diversi attrezzi della cultura contadina delle nostre montagne, è stata prima allestita a Gallio e poi trasportata con un bilico speciale a Roma: tutto poi è stato rimontato presso la Santa Sede grazie al lavoro di cinque ragazzi partiti appositamente con qualche giorno di anticipo.

A guidare la delegazione di oltre 170 fedeli che giovedì è partita alla volta della capitale, Monsignor Claudio Cipolla, vescovo della diocesi padovana: con loro anche un emozionatissimo Sindaco Emanuele Munari.

Giorni intensi quindi culminati con l’incontro di ieri con Papa Francesco in udienza generale: è stato proprio il Pontefice a mettere nelle mani di due rappresentanti del Gruppo Giovani Emanuele Stella e Tommaso Schivo, la statua del Bambin Gesù, che ha trovato così dimora nella capanna ancora intrisa dell’odore dei boschi della montagna altopianese.

“Quanti si recheranno qui, in Aula Paolo VI, nei prossimi giorni” – ha dichiarato nel suo discorso Papa Francesco – “potranno assaporare questa atmosfera anche grazie al presepio che adesso verrà inaugurato. È stato realizzato dai giovani della parrocchia di San Bartolomeo a Gallio, nella diocesi di Padova, qui presenti con il Vescovo Mons. Claudio Cipolla, che ringrazio per quanto ha detto. Vi sono riconoscente per questo dono, frutto di impegno e di riflessione sul Natale, festa della fiducia e della speranza. La ragione della speranza è che Dio è con noi, si fida di noi e non si stanca mai di noi! E non si stanca mai di perdonare: siamo noi a stancarci di chiedere perdono. Viene ad abitare con gli uomini, sceglie la terra come sua dimora per stare insieme a noi e assumere le realtà dove trascorriamo i nostri giorni. Questo ci insegna il presepe. A Natale Dio si rivela non come uno che sta in alto per dominare, ma come Colui che si abbassa, piccolo e povero, compagno di strada, per servire: questo significa che per assomigliare a Lui la via è quella dell’abbassamento, del servizio”.

Un po’ come il servizio reso da questi giovani che con il loro impegno e la loro dedizione, hanno reso orgogliosa la loro comunità: giovani in controtendenza in una società sempre più secolarizzata e quasi indifferente alla simbologia potente di una capanna pronta a veder trionfare, ancora una volta, la vita.

Marco Zorzi

(foto copertina e testo Dicastero per la Comunicazione – Libreria Editrice Vaticana)

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