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Il “Cervo del Fertazza”: l’ultima maestosa creatura di Martalar prende vita dal legno di Vaia

A 2.082 metri di altitudine, tra le vette imponenti del Civetta e del Pelmo, nella Selva di Cadore, è comparsa una nuova creatura in legno: è il Cervo del Fertazza, l’ultima scultura realizzata da Martalar. Alta ben sette metri, l’opera domina la Val Fiorentina e si aggiunge alla serie di animali – reali e fantastici – che l’artista ha scolpito utilizzando il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia.

Dopo il grifone, l’orso, il lupo e il celebre “Radicosauro”, Martalar ha scelto di dare forma a un cervo, simbolo di forza e gentilezza. L’idea è nata da una telefonata ricevuta anni fa da Michela Torre, titolare del Ristoro Belvedere, che desiderava un’opera d’arte in grado di rappresentare la bellezza e la resilienza delle montagne colpite dalla tempesta dell’ottobre 2018.

“Un luogo così bello deve avere una tua opera”, le disse. Così è nato il cervo, oggi divenuto un potente emblema di rinascita e armonia con la natura. Tra le Dolomiti, il Cervo del Fertazza non è solo una scultura: è un messaggio inciso nel legno, un invito a ricordare e a resistere.

Marco Martello, conosciuto con il nome d’arte Martalar (dal dialetto “scultore del legno e artista del bosco”), nasce nel 1971 a Mezzaselva di Roana (Vicenza) e si afferma come una figura originale nell’arte contemporanea legata alla natura. Autodidatta e profondamente connesso alla montagna, ha trasformato la devastazione della tempesta Vaia (ottobre 2018) in un’occasione per creare sculture monumentali usando il legno caduto: radici, tronchi, rami, spesso senza alcun trattamento, lasciando che la natura segni il tempo sulle sue opere.

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