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Schio. L’Alto Vicentino vuole i servizi socio assistenziali di un tempo, si torna a manifestare

“L’invito è aperto a tutta la popolazione: partecipare portando cartelli, striscioni e la propria voce, per mandare un messaggio chiaro e determinato alle istituzioni. La salute mentale e sociale non può aspettare”.

Un appuntamento importante per tutti i cittadini e le cittadine dei 32 Comuni del Distretto Socio Sanitario dell’Alto Vicentino è fissato per giovedì 3 luglio alle 18,30 davanti al Duomo di Schio: un sit-in pubblico per difendere i servizi socio-sanitari del territorio, sempre più a rischio a causa della grave carenza di personale. Come sempre sono cittadini e amministratori di Schio ad organizzare queste manifestazioni, che poi, altro non sono che un ricordare a chi decide sulla qualità della vita dei cittadini tutti, che i servizi socio assistenziali, un tempo modello in tutta Italia e porto sicuro di molte famiglie che vivono il dramma della disabilità o con le gravi difficoltà di un anziano da accuidire, che esistono anche loro.

“In prima linea ci sono servizi fondamentali come la Neuropsichiatria Infantile, i Consultori Familiari e il Centro di Salute Mentale, strutture pubbliche che si occupano di bambini, adolescenti, famiglie, persone con disabilità, salute mentale e dipendenze. Proprio in un momento storico in cui cresce la domanda di assistenza – con un forte aumento delle difficoltà, soprattutto nell’età evolutiva – questi servizi registrano un doppio, drammatico primato: massima utenza e minimo di personale” – entra nel merito Carlo Cunegato in un comunicato stampa diramato in queste ore agli organi di stampa – .Le conseguenze sono evidenti: attese di un anno per una prima valutazione neuropsichiatrica per i minori, psicologi quasi del tutto scomparsi dai Consultori, una carenza generalizzata di tutte le figure professionali necessarie per garantire un servizio dignitoso e continuativo”.

A lanciare l’appello alla mobilitazione sono cittadini, operatori e realtà associative che chiedono con forza un intervento immediato da parte delle istituzioni: Comuni, ULSS, Regione e Stato. L’obiettivo è chiaro: ottenere un investimento rapido e strutturale che possa garantire il diritto alla cura, alla prevenzione e al benessere psico-sociale della popolazione.

“Senza personale, questi servizi stanno morendo. Ma sono pubblici, costruiti in decenni di esperienza e non possono essere sostituiti dal privato”, si legge nel comunicato degli organizzatori.

L’iniziativa ha già raccolto numerose adesioni: Coalizione Civica Schio, Partito Democratico, Una Nuova Trama, Schio Città Europea, Schio per Tutti, CGIL, Circolo Operaio di Magrè, Comitato Sanità Pubblica Alto Vicentino, ANPI – Sezione Valleogra, e molti altri gruppi e singoli cittadini si stanno unendo all’appello.

Sanità, inchiesta ‘Report’. Bigon, Luisetto e Zottis (Pd): “Emergono conferme di ritardi e carenze per liste d’attesa e Case di Comunità. Chiediamo approfondimenti”.

“Dall’inchiesta messa in onda dalla trasmissione Report emerge la conferma delle falle nella sanità regionale, che da tempo denunciamo. Sia in merito alle liste d’attesa e al mancato rispetto delle tempistiche per l’erogazione di visite ed esami. Sia per quanto riguarda la messa a regime delle Case di Comunità. Un ambito nel quale, ai ritardi evidenti nella realizzazione delle nuove strutture, si somma l’incompletezza dei servizi in quelle già inaugurate. Questo perché manca personale, a partire dagli specialisti. Insomma, scarsi investimenti che rischiano di tradursi in un flop completo del processo di rafforzamento della medicina territoriale. Dopo che già abbiamo chiesto la convocazione di una seduta di commissione sulle liste d’attesa, ora procederemo con una richiesta di accesso agli atti per sapere lo stato dell’arte su Case e Ospedali di Comunità. È indispensabile, dati alla mano, aprire un approfondimento in sede di commissione. La crescente rinuncia alle cure e la povertà sanitaria sono due indicatori di una inequivocabile mancanza di vera presa in carico delle persone. La salute è un diritto inviolabile che però, ad oggi in Veneto, non viene garantito”.
Lo dicono le consigliere regionali del Pd, componenti della commissione sociosanitaria, Anna Maria Bigon, Chiara Luisetto e Francesca Zottis.

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