Tremano le mura del palazzo comunale a Thiene per le parole di solidarietà nei confronti di Mohammad Hannoun, arrestato con l’accusa di aver finanziato Hamas con circa 7 milioni di euro. Affermazioni del consigliere comunale di maggioranza Alaeddine Kaabouri che hanno suscitato una forte reazione, non solo da parte di chi si oppone politicamente a lui, ma anche dallo stesso sindaco.
“Io sto con Mohammad Hannoun”, così inizia il post di Kaabouri su Facebook, scagliandosi contro l’operazione della Guardia di Finanza che ha fatto scattare le manette ai polsi a Hannoun, assieme ad altre persone, e considerato dalla Procura di Genova “al vertice della cellula italiana di Hamas”. Un fatto che il consigliere comunale di Thiene, lo scorso 28 dicembre, ha definito: “una nuova operazione repressiva condotta da polizia e guardia di finanza sotto la regia del governo Meloni e del ministro Piantedosi”.
La reazione del sindaco Michelusi: “necessario un immediato chiarimento”
Parole dure, che hanno fatto scattare repliche altrettanto dure. Primo su tutti il sindaco di Thiene, Giampi Michelusi, che ha dichiarato: “l’amministrazione comunale rinnova la massima fiducia nelle istituzioni e nel lavoro di indagine attualmente in corso a carico di Mohammad Hannoun.
Ferma restando la libertà di pensiero di ciascuno, le affermazioni del consigliere comunale Alaeddine Kaabouri rendono necessario un immediato chiarimento, al fine di verificare il permanere dell’unità di intenti con questa amministrazione, che crede fortemente nella sinergia con le istituzioni a servizio della legalità”. Pare che sia stato il primo cittadino, una volta al corrente della situazione, ad informare il prefetto Filippo Romano.
Le critiche di Fratelli d’Italia: “gli tolga subito le deleghe”
Ma da Fratelli d’Italia, non bastano le dichiarazioni del primo cittadino. “Gli revochi subito le deleghe”, tuona il deputato Silvio Giovine: “le affermazioni pubbliche diffuse sui social da Alaeddine Kaabouri, consigliere comunale di maggioranza del Comune di Thiene, per di più delegato alle politiche giovanili, sono gravissime e inaccettabili per chi ricopre un ruolo istituzionale. Nel post kaabouri esprime solidarietà esplicita a Mohammad Hannoun, arrestato nell’ambito della recente operazione antiterrorismo con l’accusa di aver finanziato Hamas con circa 7 milioni di euro, attraverso organizzazioni presentate come benefiche. Colpisce in particolare che si arrivi a scrivere testualmente che “in Italia la solidarietà al popolo palestinese viene trattata come un crimine” e a definire l’operazione delle forze dell’ordine come “repressione politica”. Qui non si sta discutendo del diritto di esprimere un’opinione ma della responsabilità che deriva dal servire una comunità nelle istituzioni-continua Giovine- Rivendicare solidarietà politica verso una persona arrestata per accuse di questa gravità, arrivando a presentarla come vittima, è un atteggiamento incompatibile con qualsiasi incarico pubblico. Per mesi una parte della sinistra ha difeso Hannoun, partecipando a manifestazioni al suo fianco e arrivando persino a invitarlo in sedi istituzionali. Tutti coloro, sindaci, amministratori, parlamentari, che hanno garantito legittimazione e spazio a una galassia estremista che nelle piazze ha spesso urlato slogan contro il popolo ebraico e manifestato ambiguità verso Hamas, dovrebbero oggi avviare quantomeno una seria riflessione”, conclude infine, lanciando l’invito al sindaco di Thiene: ” Michelusi, sostenuto dal Partito Democratico, non può far finta di nulla. È doverosa una presa di distanza immediata da queste affermazioni e, per rispetto verso la città e le istituzioni, la revoca delle deleghe al consigliere coinvolto. Un atto doveroso soprattutto se consideriamo che stiamo parlando della città di Matteo Miotto, che perse la vita all’estero, vestendo la divisa italiana con onore, per garantire la libertà ad un popolo oppresso dal regime islamista. Il terrorismo islamico va contrastato senza ambiguità e i predicatori d’odio non possono trovare cittadinanza nelle istituzioni”.
Stesso tono anche per i consiglieri comunali di minoranza FdI Giulia Scanavin e Federico Mojentale: sono estremamente gravi e incompatibili con un ruolo pubblico le dichiarazioni diffuse sui social da Alaeddine Kaabouri, consigliere comunale di maggioranza del Comune di Thiene e delegato alle politiche giovanili. Come consiglieri di minoranza ci sentiamo in dovere di intervenire sull’ultimo post con cui l’amministratore locale manifesta sostegno a Mohammad Hannoun, arrestato nei giorni scorsi nell’ambito di un’operazione antiterrorismo con l’accusa di aver finanziato Hamas attraverso presunte associazioni benefiche. Non è in discussione la libertà di opinione ma il senso di responsabilità che deve accompagnare chi rappresenta le istituzioni. Esprimere solidarietà politica verso una persona accusata di fatti così gravi, presentandola addirittura come vittima, è del tutto incompatibile con qualsiasi incarico pubblico- continuano i due esponenti di Fratelli d’Italia- Alaeddine Kaabouri non è purtroppo nuovo ad iniziative di questo tipo. Già in passato si è reso protagonista di azioni pro Palestina che hanno avuto ricadute concrete sulla collettività, come la chiusura del casello autostradale di Thiene, episodio che ha provocato gravi disagi all’utenza, accompagnato dall’imbrattamento di spazi pubblici. Particolarmente preoccupanti risultano inoltre i contenuti diffusi sui social, nei suoi vari post, caratterizzati da toni duri e da attacchi diretti alle forze dell’ordine, atteggiamenti che appaiono incompatibili con il ruolo istituzionale ricoperto. Alla luce della gravità della situazione, verrà interessato il Prefetto affinché sia pienamente informato dei fatti. Contestualmente, come consiglieri comunali, procederemo al deposito immediato di un’interrogazione e di una mozione di sfiducia in Consiglio Comunale finalizzate alla revoca degli incarichi affidati al consigliere. Il sindaco Michelusi non può restare in silenzio. È necessaria una presa di distanza chiara e immediata e, nel rispetto della città e delle istituzioni, la revoca delle deleghe al consigliere coinvolto. Il contrasto al terrorismo islamico deve essere netto e senza ambiguità. Nelle istituzioni non c’è spazio per chi legittima l’odio. Pieno sostegno all’operato delle forze dell’ordine, a difesa della legalità e della sicurezza nazionale. Desta particolare preoccupazione il fatto che si arrivi a sostenere che in Italia la solidarietà al popolo palestinese sarebbe criminalizzata e a bollare come ‘repressione politica’ un’operazione condotta dalle forze dell’ordine nell’ambito della lotta al terrorismo-concludono Scanavin e Mojentale-Da mesi una parte della sinistra ha difeso Hannoun, partecipando a iniziative pubbliche al suo fianco e consentendogli accesso anche a luoghi istituzionali. Chi ha contribuito a legittimare ambienti estremisti che in più occasioni hanno mostrato ostilità verso il popolo ebraico e ambiguità nei confronti di Hamas, dovrebbe oggi interrogarsi seriamente sulle proprie responsabilità”.
Anche la Lega interviene
“L’arresto di Mohammad Hannoun, accusato di aver finanziato illecitamente Hamas con fondi raccolti mediante l’organizzazione di campagne di beneficenza in favore del popolo palestinese, è un fatto che preoccupa ma francamente non sorprende-dichiara il deputato vicentino Erik Pretto-Ciò che sempre più deve indurci a riflettere è il sostegno politico offerto da alcuni esponenti di Sinistra a personaggi di questo calibro, evidentemente disposti a tutto pur di raggranellare qualche voto. Il messaggio che dobbiamo veicolare ai cittadini è chiaro: non possiamo e non dobbiamo consentire il tradimento dei valori occidentali, in nome di qualche misera convenienza elettorale. Il nostro territorio e le nostre comunità vanno preservate dal fondamentalismo, qualsiasi forma esso abbia. Questa riflessione, che ha un significato profondo a livello nazionale, deve però essere declinata anche a livello locale, sotto il profilo amministrativo. A titolo esemplificativo e non esaustivo, risultano essere preoccupanti le affermazioni del Consigliere comunale di Thiene, Alaeddine Kaabouri, che apertamente dichiara sostegno a Mohammad Hannoun nonostante il suo arresto: bene farebbe a dimettersi, per preservare l’immagine della Città di Thiene di cui ad oggi è rappresentante istituzionale. Come risulta allarmante che, in occasione dello scorso 25 aprile, due associazioni maranesi abbiano organizzato, all’interno di un parco pubblico, un evento di raccolta fondi per la Palestina pubblicizzato su un manifesto in cui si dichiarava che ‘la Resistenza continua a fianco del popolo palestinese’, con l’evidente benestare dell’Amministrazione comunale di Marano Vicentino, la quale ha oltretutto scelto di esporre la bandiera palestinese sulla facciata del municipio. Tutti noi siamo moralmente solidali con chi soffre a causa delle guerre, ma la Politica – anche a livello locale – deve necessariamente ritrovare il senso delle istituzioni e la serietà che compete alla forma più alta di servizio alla cittadinanza. Un servizio che, al di là delle legittime appartenenze politiche, deve tornare a riconoscersi su principi non negoziabili”.

La foto con il dito medio davanti alla pattuglia della Polizia Locale
Insegnante e consigliere comunale a Thiene, Alaeddine Kaabouri non è la prima volta che finisce al centro dell’attenzione dei social. Lo scorso ottobre, sempre su Facebook e in occasione del corteo pro Pal che bloccò il casello autostradale, pubblicò la foto di giovani, alcuni col dito medio alzato, davanti ad un’auto della polizia locale. Uno scatto corredato dalle parole del consigliere comunale, che definì la scena non come offesa, ma come rivendicazione di dignità da parte delle seconde generazioni. Kaabouri sottolineò che quel tipo gesta, pur potendo essere fraintesi come irrispettosi, in realtà esprimevano un desiderio di libertà e dignità. Riferendosi in particolare alle seconde generazioni che non vogliono più restare in silenzio di fronte a discriminazioni, pregiudizi o trattamenti ingiusti subiti quotidianamente. Il messaggio, per il consigliere, evidenziava l’importanza di poter esprimere sé stessi liberamente, di far valere il proprio diritto a essere parte della società senza essere giudicati per il colore della pelle o le origini. In sostanza, il consigliere comunale interpretava queste manifestazioni come un modo per rivendicare il diritto a vivere senza paura e a costruire un futuro aperto e inclusivo.
di Redazione AltovicentinOnline