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La storia. Aziz e Habiba: ‘L’integrazione è possibile’

Habiba Zerefi e Aziz Haireche, moglie e marito algerini vivono da oltre vent’anni nell’Alto vicentino. Lei insegnante di lingue e lui operaio nella fabbica Forgital di Velo d’Astico. Musulmani, ma ‘aperti’, vestono come italiani e parlano con un accento veneto, che la dice tutta su come è possibile integrarsi in una terra dove non si è nati, ‘diversa’ per usi, costumi e tradizioni, ma che può essere accogliente, se i due ospiti lo vogliono davvero.
‘Essere islamici non significa non poter essere parte integrante di una società, dove la maggior parte dei concittadini pratica una religione diversa dalla tua – spiega Habiba, con il suo sorriso smagliante – io pratico l’Islam da sempre, ma sono una donna che ormai, ha abitudini italiane. Esco con le amiche, vado a mangiare la pizza con loro e mio marito non mi costringe ad indossare il velo. Ci definiamo una coppia ‘aperta’ e amiamo l’Italia, dove lavoriamo onestamente, paghiamo le tasse e rispettiamo le regole.

Habiba e Aziz, voi che vi sentite thienesi a tutti gli effetti, perchè per molte altre famiglie non è ancora così?
Perchè bisogna venirsi incontro. Occorre il rispetto da entrambe le parti ed è necessario un percorso, che non tutti affrontano, per pregiudizio da un lato e retaggio culturale dall’altro. Se una famiglia decide di stabilirsi in terra straniera, dove mette anche al mondo dei figli, non può costringerli a non parlare la lingua del popolo che l’accoglie. I miei figli ad esempio, parlano sia l’italiano che l’algerino, consapevoli dell’importanza della doppia lingua. Mi rendo conto che invece, c’è chi ancora è distante da questa cultura. Che ai bambini piccoli che frequentano le scuole materne per più di mezza giornata, impone, una volta arrivati a casa, di parlare come i genitori. Io e mio marito abbiamo rispetto di chi non è riuscito ancora a comprendere l’equilibrio tra i due mondi che si fondono, ma abbiamo anche assistito al cambiamento di chi è arrivato da solo alla maturazione che oggi, consente di vivere conservando le proprie tradizioni seppure in una terra con usi diversi. Io ad esempio, quando vado in piscina, non metto il costume a due pezzi perchè preferisco essere più coperta. E’ una mia scelta perchè non riesco a scoprire troppo il mio corpo, ma sono dettagli rispetto ad una vita vissuta all’insegna dell’italianità.

Aziz, tu che sei un algerino che lascia uscire di casa la moglie la sera con le amiche, cosa pensi di chi non è ‘aperto’ come te?
Penso che non bisogna insistere e cambiare le persone per forza. Ci vuole rispetto e tempo. Molte famiglie che hanno le nostre stesse origini non sono ‘aperte’ come noi, ma non è detto che non lo diventino con il passare del tempo.

Cosa pensate di Thiene?
Che sia una cittadina, che sta cambiando. Un paese prima chiuso nei confronti dello straniero, ma che grazie ad iniziative come la Festa dei Popoli, sta cambiando.
N.B.

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