- AltoVicentinOnline - https://www.altovicentinonline.it -

Schio. Verso il ghiacciaio del GrossGlockner nel ricordo di Nadia De Munari. Il racconto

Nelle parole dell’amico Diego Filippi, il resoconto dell’avventura motoristica di Gianni Codiferro, socio fondatore dell’Historic Club Schio. Una spedizione verso il ghiacciaio più alto d’Austria in ricordo – e con la volontà di tenerne vivo il progetto – di Nadia De Munari, la missionaria laica nativa di Schio dell’Operazione Mato Grosso trucidata in Perù nell’aprile dello scorso anno: una missione di solidarietà, senza dimenticare che a volte anche il ‘mezzo’, benchè d’epoca, può fare la differenza. 

 

Giovedì 21 luglio, ore 3:45 del mattino, un centauro scledense parte, appunto, dalla “città della lana”  Schio in direzione del ghiacciaio più alto austriaco, il GrossGlockner a bordo di un Motom 48 D (Donna) del 1962, accuratamente preparato. 
Il “motociclomotorista” è Gianni Codiferro, non nuovo nel realizzare, ogni anno avventure impossibili sempre in solitaria e senza assistenza a bordo di ciclomotori vintage: sicuramente ci si ricorderà dello scorso luglio del suo ultimo tour di ben 49 passi alpini a bordo di un Piaggio Ciao del 1992 valicati in 4gg.
Anche quest’anno, con l’intento di diffondere il progetto di Nadia de Munari in Perù (la volontaria scledense uccisa il 24 aprile 2021) e di promuovere le attività con motocicli d’epoca con l’appoggio dell’Historic Club Schio del quale è socio fondatore e attuale Consigliere.
Gianni si è avventurato nuovamente in una missione, se non impossibile, almeno molto coraggiosa, diffondendo al meglio quel che comporta la sua dottrina.
Nel suo avventuroso viaggio già a Bassano del Grappa aveva già fulminato due lampadine anteriori e alle 5:20 per fortuna raggiunge il tempio del Canova a Possagno-TV mentre albeggia e le luci sono meno indispensabili.
Alle 8 transita Belluno e lungo le gallerie, si gode una transizione di fresco perché il clima rovente non concede sconti a nessuno
neppure a chi viaggia controvento. Alle 8:30 il primo rifornimento di carburante: media 70 km/l: il catalogo Motom dell’epoca dichiarava un consumo medio di 90 km/l… a motore nuovo, però!
Alle 9 del mattino ha raggiunto Auronzo di Cadore-BL alle 10 anche il Lago di Misurina è superato, a mezzogiorno ha superato il confine austriaco e attraversa Lienz-A in scioltezza: parte l’attacco de passo di 30 km con pendenze anche del 15%.
Alle 14:30 a quota 2504 Mt il traguardo del Grossglockner è conquistato. Il valico porta però la pioggia, la nebbia e salite ripide per raggiungere la località di Zell am See dove risiedeva la
famiglia Porsche prima di trasferirsi a Stoccarda: il finale di giornata ideale per Gianni, appunto appassionato da sempre della vettura tedesca.
Venerdì mattina sveglia all’alba con una luce fantastica: breve revisione al Motom che ieri ha fatto un lavoro superbo e dopo un pieno di 2 litri di benzina, partenza in direzione del passo Thurn a quota 1274 Mt per poi raggiungere Kitzbuhel, Worgl, quindi Innsbruck sotto una canicola italiana.
Altrs sosta per serrare i bulloni ed il carburatore: troppe le vibrazioni in tante ore di guida ininterrotte per un motorino di 60 anni, sono la “fisioterapia” minimale e dopo una visita al trampolino olimpionico una birra fresca per ricaricare l’entusiasmo ci vuole proprio.
Partenza per Landeck e dopo un po’ verso le 18:30 iniziano strane vibrazioni alla ruota posteriore e al manubrio: miseria, ho forato! La bomboletta ripara fortaure non assolve al suo scopo e, visto che Gianni è sperso in mezzo al nulla e poi, di venerdì pomeriggio in Austria non si lavora, una provvidenziale officina Bosch accoglie il nostro malcapitato verso le 19 accettando di custodire il motociclo fino all’indomani per poi procedere alla riparazione.
Peccato aver dovuto guidare per cinque km sotto la pioggia e sacrificando il copertone. Dopo un paio di chilometro a piedi, Gianni raggiunge l’albergo per il meritato riposo.
La mattina si ripara il pneumatico ma, appena ripartito, Gianni fora nuovamente (sempre la stessa ruota), quindi viene recuperato dall’officina e si procede a una seconda riparazione.
Ripartenza e nuova foratura dopo 7 km: il cerchione e i suoi raggi hanno evidentemente un problema. I due meccanici, Benny e Klaus, si ingegnano come possono ma la soluzione non si trova: Gianni rientra sconsolato all’hotel mentre inizia a piovere senza posa con la gomma posteriore forata alla stregua di Franco Picco (suo amico) durante una Parigi-Dakar.
È sabato tardo pomeriggio e Gianni è costretto alzare bandiera bianca: col cerchione e i raggi che fanno i dispetti all’incolpevole pneumatico: è costretto a concludere qui l’avventura ma… il Grossglockner è stato scalato brillantemente, quindi la missione è stata un successo. Si era prefissato di impiegarci un paio di gg invece sono bastate meno di 10 ore,  nello stesso giorno.
Dopo 550 km senza posa, e con la meccanica di questo motore 4 tempi da 1,5 cv (da nuovo), non era un risultato così sicuro da conseguire. Peraltro, eccezione fatta per il cerchione posteriore dispettoso, tutto il resto ha funzionato alla perfezione, grazie alla cura preventiva dell’amico Franco Broccardo di Santorso che ha eseguito una messa a punto completo al
motoveicolo.
Grazie a questa “missione” Gianni ha fatto conoscere il progetto Nadia De Munari in Perù e che potete anche voi aiutare a supportare acquistando sul sito Siggi Group, una T-shirt (9.90€), nonché a diffondere il verbo che ciò che è vecchio o superato, in realtà funziona ancora egregiamente e che, a parte un malefico cerchione, in Italia un tempo le cose le si sapeva costruire molto bene e con affidabilità: è uno dei pilastri su cui si basa la diffusione storica-culturale dell’Historic Club Schio.
Come scriveva Miguel Cervantes nel Don Chisciotte: “…La fortuna ordina, la ragione domanda e soprattutto la volontà desidera”. Forza Gianni, all’anno prossimo per la prossima avventura!
Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su: