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Thiene. ‘Indossare il velo non è simbolo di ignoranza’. I ‘Colori delle donne’ danno il via alla Festa dei popoli

Non sembrava Thiene ieri sera piazza Ferrarin, dove la chiesetta Rossi illuminata ha fatto da sfondo ad una festa dai colori e dai toni caldi, come le parole delle protagoniste che hanno dato il via, con i ‘Colori delle donne’,  alla Festa dei Popoli.

Il clou è previsto per domenica 1 luglio a Villa Fabris, con un evento che coinvolgerà tutte le etnie thienesi. Un appuntamento che non vuole più essere ‘la sagra del paese’, ma che vuole essere una vera e propria opportunità di confronto, di aggregazione, di integrazione e di arricchimento culturale. La serata di ieri sera, in pieno centro storico cittadino rappresenta l’essenza della festa dei Popoli che a Thiene, si è evoluta. IMG_6328copyChi ha partecipato al ‘salotto rosa’ ieri, ha ben compreso il cambiamento dei thienesi nei confronti delle diverse etnie che compongono la popolazione. ‘Thiene è anche questa – ha spiegato soddisfatto l’assessore alla Persona Maurizio Fanton – abbiamo avviato un percorso importante, grazie al supporto delle associazioni di volontariato, che ce la stanno mettendo tutta nel coinvolgere chi proviene da terre diverse e va integrato con iniziative come queste. Ora, l’obbiettivo è quello della consulta dell’integrazione che vuole tenere conto delle esigenze e dei bisogni di un 15% di non thienesi, che rappresentano una porzione di residenti, che devono avere voce in capitolo’.
3500 cittadini che non possono essere più definiti stranieri, solo perché nati altrove, se oggi vivono a Thiene, rispettano le regole, pagano le tasse, lavorano onestamente e vogliono dare il proprio contributo a chi non può tenerli a distanza per pregiudizi anacronistici, che nulla hanno a che vedere con il percorso culturale avviato in tutto il mondo.  Parole utopistiche fino a qualche anno fa, quelle del neo assessore Fanton, in una Thiene per certi aspetti ‘intollerante’, ma che ieri sera, ha applaudito con enfasi ed emozione, al racconto di sei donne che hanno voluto regalare alla città, la loro storia personale, le riflessioni, i racconti e le testimonianze di chi come ha detto una giovane marocchina che indossava il velo, ma che parlava perfettamente in italiano: ‘sono fiori nati in un paese, ma sbocciati in un altro’.
_MG_5443-piccolaEsther, Ghizlane, Habiba, Natasha, Andria e Irene, con la moderazione della giornalista professionista Marialuisa Duso, sono state accompagnate nel racconto dalla poetessa e saggista Erika Reginato e dal coro femminile ‘Ensemble la rose’, diretto da Jose Borgo. Nel corso della serata, l’art counselor Fania Bordin ha guidato le ospiti e le presenti con dei gessi colorati immagini e macchie di colore su di un cartellone bianco posato sull’asfalto della piazzetta Rossi. Il cuore della città, per un paio d’ore, ieri sera, è stato quello di una Thiene aperta al dialogo con le altre culture. Si può dire di più: una Thiene particolarmente attenta a storie di altre popoli, che hanno generato persone, che oggi vivono nell’Alto vicentino, dove si sono ritagliate degli spazi, riuscendo persino, ad emergere nell’imprenditoria femminile, spesso inaccessibile al gentil sesso. _MG_5451-piccolaDonne che hanno chiesto di essere rispettate anche se credono in religioni diverse, anche se hanno deciso di  coprirsi il capo con un velo, che non deve essere visto come il simbolo di una sottomissione o di ignoranza. ‘Indosso il velo – ha spiegato Ghizlane, marocchina, studentessa di Scienze politiche, cresciuta in Italia dopo che i genitori, entrambi marocchini si sono stabiliti a Thiene –  perché ho scelto di portarlo e non perché mi è stato imposto. Vorrei che la gente smettesse di avere pregiudizi nei confronti di chi ha radici diverse. Io amo l’Italia. Ci sono cresciuta, ma integrazione non significa rinunciare ai propri credo, perché la terra ospitante ne ha di altri per la maggioranza.  – ha concluso la studentessa – Appartengo a quella cosiddetta seconda generazione che rappresenta il connubio di due mondi che si sono fusi per dare origine a persone più ricche, proprio perché hanno assimilato esperienze di mondi diversi, che non sono in contrasto, ma che possono vivere in simbiosi con una marcia in più’.

Guarda tutte le foto della serata

(foto di Nicola Ciscato e Bessie Secor)

 

Natalia Bandiera

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