Solitamente tra condomini non scorre buon sangue e si adisce il tribunale per schermaglie sui rapporti di vicinato, ma anche quando si vuole “andare d’accordo” i ricorsi giudiziari non mancano di certo, ed anzi possono essere anche pesantissimi.

È quello che è accaduto ad un settantenne che anziché porgere la mano in segno di saluto ha attirato a sé la vicina di casa per stringerla in un abbraccio. Per la donna non è stata una semplice manifestazione d’affetto, ma un atto sessualmente ambiguo e comunque non apprezzato al punto da portare l’anziano vicino di casa in tribunale con l’accusa di violenza sessuale.

Ebbene, la Cassazione, confermando la condanna già spiccata con pena sospesa, con la sentenza numero 378 ha riconosciuto l’uomo colpevole del reato ascrittogli in quanto per gli ermellini non è necessario che venga consumato un atto sessuale completa perché possa configurarsi la fattispecie della violenza sessuale.

In più di un’occasione la Cassazione in passato ha avuto modo di specificare che il reato debba intendersi integrato ogni qual volta si verifichino degli atti repentini, inaspettati e non voluti, tali da superare la volontà del soggetto passivo.

P.V.

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