‘Il Veneto può essere capofila nell’uso terapeutico della canapa e deve cogliere le grandi opportunità che può avere nel suo uso industriale’.  Sono le dichiarazioni del capogruppo del M5Stelle alla Regione Veneto, che è convinto che sulla cannabis esista un muro di ignoranza da abbattere. ‘Invito anche a rompere il diaframma di ipocrisia anche sull’uso ricreativo della canapa, come hanno già fatto molti Paesi sviluppati’

Dichiarazioni a margine della presentazione,  a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale del Veneto, del  libro di Matteo Gracis ‘Canapa, una storia incredibile’, che “ripercorre la storia dell’uso della pianta nel corso dei secoli e cerca di spiegare i motivi per cui la canapa, a un certo punto, è stata demonizzata, piegata agli interessi superiori delle industrie Farmaceutiche, della Carta e del Petrolio, nonché da una sotto cultura dilagante”.

 

Il consigliere regionale M5S, Jacopo Berti, ha introdotto la presentazione tracciando la linea politica del Movimento 5 Stelle veneto sull’argomento.

“E’ giusto affrontare il tema all’interno delle Istituzioni – ha esordito l’esponente Pentastellato – innanzitutto sotto l’aspetto sanitario, essendo la canapa un potente medicinale con importanti finalità terapeutiche nella lotta al dolore. Vogliamo spingere la Regione Veneto a incrementare il numero di prescrizioni mediche, a svolgere una maggiore attività di informazione a beneficio dei medici, spiegando loro i molteplici effetti benefici che può avere la canapa”.  “E per finire – ha concluso Jacopo Berti – chiediamo alla Regione di creare nuove filiere produttive della canapa, dando vita a Centri di trasformazione per la riconversione di terreni ubicati nella Bassa Veronese e nel Polesine. Questo permetterebbe la creazione di nuovi posti di lavoro e promuoverebbe un notevole arricchimento culturale di quei territori”.

 

L’autore, Matteo Gracis, ha subito premesso come “presento per la prima volta il mio libro in una sede istituzionale e ringrazio quindi il Consiglio Regionale del Veneto per l’attenzione concessami. Nel volume, basandomi su molteplici fonti verificate e documentate in una ricca bibliografia, ripercorro la storia secolare dell’uso della canapa, a partire dal 2700 AC, quando ne viene attestato il primo utilizzo in medicina, passando per l’impiego della pianta per produrre carta stampata (il primo stampato, la Bibbia di Gutemberg, fu prodotto in canapa), per finire alle reti da pesca utilizzate fino a fine Ottocento, realizzate appunto in canapa, e che a fine ‘vita’ venivano gettate in mare come cibo per i pesci, in un perfetto esempio di antesignana economia circolare. Ora invece le reti da pesca sono in nailon, un derivato del petrolio, altamente inquinante…In realtà, tutto o quasi quello che oggi confezioniamo in plastica, potremmo tranquillamente farlo in canapa, con un evidente beneficio per l’ambiente”.

“Ricordo che nella seconda metà del Settecento, lo Stato della Virginia rese obbligatorio per legge la coltivazione della canapa – ha proseguito l’autore – eppure, anche negli Stati Uniti, la pianta a un certo punto fu messa al bando, e la spiegazione è semplice: tutto in nome del denaro, degli interessi di potenti industriali; soprattutto le Case Farmaceutiche misero all’indice la canapa perché avevano interesse a convertire i farmaci da naturali in chimici, altamente più remunerativi. E il mezzo per danneggiare la canapa fu quello di strumentalizzare un particolare e limitato uso di questa pianta, additando la marijuana come il male dei mali. Ora, stranamente, proprio gli USA stanno cominciando a riabilitare l’uso ricreativo della marijuana, legittimo in undici Stati, che hanno così prodotto un considerevole indotto economico e creato 220 mila posti di lavoro stabili”.

“Voglio sottolineare – ha concluso Matteo Gracis – che non esiste nessuno studio scientifico che dimostri che la cannabis abbia mai prodotto danni cerebrali a un individuo sano e in salute, se si esclude la sua combustione. Il Lussemburgo sarà il primo Stato europeo a legalizzare l’utilizzo ricreativo della cannabis, in linea con la presa di posizione dell’ONU che ha affermato come, nel contrastare le sostanze stupefacenti, il proibizionismo abbia fallito. La canapa, in realtà, è utilizzata con risultati ottimi, oltre che nella terapia antalgica, anche in agricoltura, nella bioedilizia, nell’industria dell’abbigliamento (io stesso sono vestito oggi interamente con tessuti fatti in canapa), nella cosmetica, per produrre energia pulita, e quindi in linea con la necessità di contrastare i cambiamenti climatici. Greta Tumberg dovrebbe parlare dell’utilizzo benefico della canapa…Con il mio libro, voglio promuovere la cultura e combattere l’oscurantismo”.

 

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