Per l’omicidio di Marco Vannini, adesso sarà la Cassazione a decidere. Antonio Ciontoli spera in una ulteriore riduzione, dopo quella già ottenuta in Appello, della condanna inflittagli. Quei 5 anni ( contro i 14 del primo grado) gli sono parsi troppi. E troppi sono parsi anche i 3 anni confermati in secondo grado a moglie e figli. Troppi per la morte di un ragazzo di 21 anni, ucciso dal capofamiglia.

Con due ricorsi in Cassazione , l’intera famiglia Ciontoli confida in un’altra passata di spugna sul delitto che ha fatto inorridire l’intera Italia, per modalità e tempistica.

“Omicidio volontario” era stato il reato per il quale, in primo grado, era stato condannato a 14 anni di carcere il maresciallo di Marina Antonio Ciontoli, che il 18 maggio 2015 colpì con un proiettile della sua pistola Marco Vannini, a Ladispoli, causandone la morte.

“Omicidio colposo”,  questo, per i giudici d’Appello , il reato per cui disposero una condanna a 5 anni per l’imputato. Confermarono, invece , i 3 anni per i congiunti.

Ma lo ‘sconto’ di pena non è stato sufficiente per  Ciontoli padre, figurarsi la conferma per la famiglia.  Così il loro difensore ha presentato due diversi ricorsi alla Corte Suprema. Uno per il maresciallo Ciontoli; l’altro per la moglie, Maria Pezzillo, e i figli , Federico e Martina ( che era fidanzata della vittima).

L’avvocato Pietro Messina ha spiegato che sperano che il terzo grado di giudizio elimini per il padre l’aggravante della ‘colpa cosciente’, e in tal caso la pena verrebbe ancora ridotta. Mentre per moglie e figli chiede la derubricazione in ‘favoreggiamento personale’, che data la familiarità con l’imputato principale diviene reato non punibile. In subordine, il legale chiede l’ulteriore derubricazione in ‘omissione di soccorso’, che comporterebbe uno sconto sui 3 anni della condanna. E sotto i 2 anni scatta la sospensione della pena.

Se quel ragazzo morto dissanguato a 21 anni – le cui urla per chiedere aiuto alla sua mamma, inascoltate da ben 5 persone ( i quattro Ciontoli più la fidanzata del figlio) sono state registrate nel corso della telefonata, tardiva, al 118 – potesse dire la sua, certamente chiederebbe: “ Ma con quale coraggio? “

Ma è tutto regolare: innocenti o colpevoli, si ha sempre diritto a 3 gradi di giudizio.

Patrizia Vita

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