Invece che leccarsi le ferite i cinquestelle, dopo il voto sull’autorizzazione negata per Salvini, sembrano avere ritrovato una serenità basica che permette loro di ragionare e rilanciare. La base ha vissuto attriti del momento, qualche scalfitura appare evidente nelle profonde fondamenta dell’attivismo storico, distinguo, amarezze e qualche crepa nelle mura della casa movimentista. Ma nulla di irreparabile. Sembra anzi qualcosa che assesta, fa chiarezza e indirizza il Movimento politico maggioritario del paese verso quella che appare sempre più una forza di governo con un rinnovato patto di lealtà con la Lega che rafforza il patto per governare.

Il voto della Giunta ha dato in sostanza slancio e sicurezze più ampie nonostante il rumore di fondo dei media e di una minoranza di attivisti scontenta più per l’apparenza di un principio tradito che per una amore davvero al capolinea. Una scappatella presunta che non solo si perdona ma che magari renderà più frizzante l’alleanza, lo testimoniano gli occhi frivoli e ancora innamorati negli sguardi dei due leader dello scorso martedì al programma televisivo su La7 di Floris (Di Martedì, ndr).

“Ieri in Giunta il clima era tranquillo, di tutti quelli che sono intervenuti, anche chi ha votato per l’autorizzazione a procedere, tra cui Grasso, De Falco ed altri , nessuno negava che quello di Salvini fosse stato un atto ministeriale” dice il senatore Mario Giarrusso commentando il voto che ieri ha stoppato il processo per il ministro Salvini, richiesto dal Tribunale dei ministri di Catania, dopo l’archiviazione del pm Zuccaro. “Quindi le varie azioni sono state prettamente politiche, nulla a che vedere con una valutazione che doveva essere rimessa al giudice” sigilla così il senatore siciliano il giudizio politico espresso dal voto schiacciante (16 a 6 contro l’autorizzazione) della Giunta. Ma c’è di più dopo questo voto i rapporti con la Lega sembrano più fluidi ma non del tutto e non per tutti i punti sui tavoli governativi. Lo stesso Giarrusso tira fuori spontaneamente il tema delle Autonomie fra i punti definiti “complessi”.

“Quello delle autonomie – dice il senatore – è un punto molto complesso che andrà affrontata nel dettaglio, una questione che per ora è stata messa a bagno”. Interrogato sul clima che adesso si respira dentro al Movimento, dopo le diverse polemiche di questi giorni dopo il voto on-line Giarrusso non appare preoccupato, tutt’altro: “nel Movimento il clima è buono, secondo me il voto degli attivisti è sempre un’espressione di democrazia e di partecipazione, abbiamo condiviso una decisione importante secondo le linee del Movimento e ci siamo rafforzati proprio grazie a questa espressione democratica, il dibattito interno è doveroso, sulle cose bisogna discutere”.

Non poteva mancare una riflessione sul famoso “gesto delle manette” fatto fa Giarrusso ai parlamentari del Pd appostati all’uscita della Giunta con tanto di cartelli di protesta ed al grido ironico di “onestà, onestà” alla fine del voto della Giunta: “sono stato oggetto di un’aggressione squadrista, si sono piazzati fuori dalla giunta un gran numero di parlamentari del Pd che si sono scagliati personalmente contro di me, mi hanno pesantemente insultato e aggredito. Tutti gli altri membri della Giunta sono usciti da un’uscita secondaria, io mi sono rifiutato di farlo volevo uscire da quella principale, non mi sembrava una cosa onorevole, per farmi uscire da lì hanno dovuto schierare 7 /8 uscieri belli grossi per interporsi, hanno cercato veramente lo scontro, la mia reazione è stata anche sorridente seppure ho sbottato”.

Anche il capogruppo alla Camera del Movimento, Francesco D’Uva, riporta un rinnovato clima di serenità dentro alla compagine a 5 Stelle: “Il clima è sereno, c’è una normale dialettica che ci permette di crescere e fare sempre meglio – dice il portavoce già alla secondo mandato alla Camera – Con il voto su Rousseau abbiamo dimostrato di essere un MoVimento che mette al primo posto la partecipazione dei propri attivisti. Con il voto in Giunta abbiamo seguito la volontà popolare, cosa che facciamo da sempre”. Sulle immediate programmazioni D’Uva pensa alla concretezza: “detto questo, adesso voltiamo pagina e occupiamoci delle cose reali e concrete, di quei provvedimenti che cambieranno la vita dei cittadini”. Quali i prossimi provvedimenti in cantiere? “Stiamo lavorando per approvare il referendum propositivo, poi sarà la volta del taglia poltrone che consentirà un risparmio di mezzo miliardo a legislatura e renderà il Parlamento più efficiente e meno costoso. In pratica diminuiremo il numero dei parlamentari, portando i deputati a 400 e i senatori a 200”.

Inevitabile la domanda sull’iter per le Autonomie delle regioni del Nord: “Per quanto riguarda l’autonomia è un percorso iniziato e proseguirà con la massima attenzione. Dobbiamo però garantire che i servizi essenziali restino uguali per tutti i cittadini in tutte le Regioni senza creare cittadini di serie A e serie B. Questo non lo permetteremo. Come sempre troveremo un’intesa con la Lega”.

Da Roma,

Giuseppe Scarcella

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