Dopo aver visto alcuni consigli comunali, che costano mille euro a seduta e dove va in scena il nulla mescolato al niente, con consiglieri che affrontano tematiche da statisti di calibro internazionale giusto per provare il microfono, credevo di averle viste tutte.
Invece no, non avevo ancora conosciuto la realtà di Malo, dove in questi giorni, sta venendo fuori quel peggio della politica, che spesso andiamo a cercare tra gli scranni del parlamento romano e invece, abbiamo a due passi da noi.
Prima la storia delle multe ai bambini al parco che giocavano al pallone, poi la storia dell’assessore al Sociale cacciata dalla sindaca, che, onestamente, ha abbondantemente dimostrato che non è ‘cosa sua’ fare il primo cittadino. Sarebbe stato un ottimo assessore al Bilancio per le indubbie qualità di fare quadrare i conti, ma non è solo quello che un sindaco deve possedere per indossare quella fascia tricolore, che viene sempre più svuotata di valore per l’inadeguatezza del ruolo, che giorno dopo giorno, e non è il caso solo di Malo, si riscontra in grandi, medie e piccole realtà dell’Alto Vicentino.
Non vogliamo certamente fare di tutta l’erba un fascio perchè ci sono sindaci che sono eroi dei nostri giorni, che lavorano con umiltà e devozione facendo sacrifici enormi in nome di un mandato che sentono come una missione. Ma a Malo il tappo è saltato e non passa giorno che non si legga di beghe, di sfiducia e di polemiche che nulla hanno a che fare con quello che dovrebbe contraddistinguere l’amministrazione comunale di uno dei paesi più importanti dell’Alto Vicentino. E va bene che Malo arriva da un decennio  di immobilismo riguardo gli investimenti, dove solo il parroco ha saputo dare il proprio contributo rifacendo l’oratorio San Gaetano che da settembre diventerà scuola per una dozzina di classi della primaria. Ma ora siamo davvero alla frutta ed è il caso di prendere coscienza che non è solo l’ambizione politica o la convinzione di essere chissà chi a poter mettere chi non è davvero competente su certe poltrone, specie se devi decidere le sorti della gente e se vieni pagato con i soldi pubblici.
Il sindaco Paola Lain sostiene di aver mandato via l’assessore al Sociale perchè assente. Ci si domanda: ma perchè accetti l’incarico di amministratore ad un ramo delicatissimo, che ha a che fare con il dolore del prossimo se non puoi nemmeno frequentare il Comune per mezza giornata? E’ qualcosa di squallido, amorale e incivile , specie se ti prendi anche lo stipendio. Non credo che ad assessori e sindaci si punti una pistola prima di proporre un ruolo, perchè accettarlo se hai già un lavoro impegnativo?
Malo come tanti altri Comuni, l’ambizione che mette sulla poltrona di amministratore chi non possiede titoli e nemmeno tempo. La moda del momento è quella di rinnegare i partiti e condivido se penso al danno che hanno fatto all’Italia intera, ma mi piace ricordare il ruolo che alcuni partiti hanno avuto nella storia per la formazione di amministratori, facendogli fare la giusta gavetta, prima di metterli a gestire la res pubblica. Sono finiti i tempi in cui i giovani facevano trienni di opposizione prima di sedere sulle poltrone da cui si decide. Ora tutti, dagli studenti, agli architetti, ai commercianti ai nullafacenti vogliono fare i sindaci e gli assessori.
Non ne possiamo più!
Natalia Bandiera
Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia