Anni e anni di lotte femministe annientati in un clic. E quando, in un’Italia dove il maschilismo è ancora imperante, a distruggere una ‘collega’ sono altre donne e magari proprio quelle che da sempre si ergono a paladine della difesa di genere, siamo al paradosso.

Come se non bastassero gli stipendi più bassi e le battute sessiste, come se un linguaggio dove ogni offesa è donna e ogni pregio è uomo, non fossero già abbastanza. Ad invitare Elisa Isoardi, nuova conduttrice de ‘La prova del cuoco’, a “tornare a stirare” sono state soprattutto altre donne, tra le quali hanno ‘brillato’ sui social alcune consigliere Pd.

Il motivo di tanto livore, è ancora una volta la politica e con la frase “Torna a stirare, avrai più successo” sono stati buttati nella fogna decenni di lotte e fatiche da parte delle donne, che si sono battute per ritagliarsi una parità di genere che in Italia è ancora lontana anni luce. E c’è un’infinita strada da fare, visto che ad oggi nessuno si è dissociato dall’offesa.

Brutta bestia l’invidia, perché di questo si tratta. Elisa Isoardi, apparentemente è finita sotto tiro di alcune donne che non hanno apprezzato (a ragione, ma questo è un altro discorso) la sua conduzione a ‘La prova del cuoco’, programma Rai di cui la compagna di Matteo Salvini ha preso le redini dopo l’uscita di scena di Antonella Clerici. La ragione di tanto odio però, è tutta politica. E questo si è palesato dalla scelta (pessima, stupida, odiosa) della frase “Torna a stirare, avrai più successo”. Che aveva un riferimento preciso. L’anno scorso, quando Salvini era solo il segretario della Lega e i suoi avversari comunque non perdevano occasione per offendere, Elisa Isoardi, per rendere omaggio al suo amore era apparsa in una foto intenta a stirare le camicie e al tempo stesso si era dichiarata disposta a fare un passo indietro nel caso questo fosse stato utile a far ‘brillare’ il suo lui sotto le luci dei riflettori. Apriti cielo. Pur di dar contro a Salvini, alla Isoardi innamorata, piombarono addosso critiche di ogni sorta, accusata di becero maschilismo e di svilire il ruolo della donna.

Bruttissima bestia l’invidia, che fa perdere il lume della ragione e fa credere alle donne che stirare la camicia del proprio uomo sia offensivo per il genere.

Ironia della sorte, proprio chi si era scagliato contro la Isoardi, per criticarla ancora, s’è rifatto avanti, ma stavolta per spingerla a fare proprio quello di cui era stata accusata, con il chiaro intento di svilirla come donna, con la volontà di sbatterla in casa perché, evidentemente, quello è il suo ruolo.

“Vai a stirare che è meglio”, squalifica in primis chi lo ha detto. Dopo anni di lotte per la parità di genere (mai ottenuta), siamo ancora lì. Una frase pessima, che se fosse detta da un uomo, avrebbe fatto rizzare i capelli a qualsiasi donna, umiliata e svilita e spinta in un angolo di casa, ai tempi di quando le donne non potevano nemmeno votare e i padri decidevano il marito da sposare. Una frase che significa “non ce l’hai fatta, torna a fare la donna”.

Terrificante bestia l’invidia, capace di mandare in fumo, in una riga sul computer, anni di lotte femministe. Anni difficili per le donne, che hanno guadagnato il diritto di voto, hanno cominciato a lavorare, ad essere indipendenti, a mantenersi. Che hanno cominciato a farsi valere in ogni ambito culturale, artistico e lavorativo (anche politico, nonostante il bunga bunga e le ‘femministe’ anti-Isoardi). Donne che hanno fatto la differenza, che sono andate nello spazio e hanno cambiato la medicina. Donne che hanno pilotato aerei e combattuto nei deserti, che sono salite a cavallo e hanno indossato i pantaloni. Donne che hanno cominciato a insegnare nelle scuole e nelle università, che hanno preso la patente e imparato a scegliere.

Donne vere, che sanno stare a fianco del loro uomo e non hanno paura a fare un passo indietro per fargli posto, consapevoli che, quando la coppia è vera, lui saprà fare lo stesso. Donne di cui, le donne per prime dovrebbero essere fiere. Quelle che hanno smesso di essere ‘tappezzeria’, che si fanno apprezzare dai loro uomini, i quali (quando sono all’altezza), sanno a loro volta far spazio alle loro donne.

Eh no, care ‘femministe’ che odiate le donne. Il problema non è la Isoardi che stira, ma siete voi che non avete capito quanto, quando la coppia funziona, possa essere bello stirare per l’uomo che si ama.

Non avete compreso, ma la volete criticare a vanvera, l’importanza della frase “so fare un passo indietro” per il bene della persona che amo.

Io la invidio la Isoardi, perché, indipendentemente da come andrà (sono fatti loro) ha una storia d’amore vera dove non c’entra nulla il pensiero politico. Non c’entra la Lega e non c’entrano i profughi, non c’entrano i soldi e nemmeno la potenza dei ruoli. C’entrano 2 persone alla pari, ognuno con la sua professione (Elisa Isoardi è in rai da 10 anni prima di conoscere Salvini) e la sua voglia di lavorare.

Elisa non va in tv a parlare di profughi o finanziaria e Matteo al Festival di Sanremo se n’è stato defilato al suo fianco tenendole la mano. Elisa cammina per Roma e Matteo la abbraccia come una piovra innamorata.

Io la invidio la Isoardi e dovreste farlo anche voi. Perché gli uomini che lasciano brillare e sostengono la propria compagna sono perle rarissime. Sono tantissimi invece, quelli che la vogliono a casa la loro donna, meglio se bruttina e ignorante, così possono comandare in santa pace. In un mondo maschilista, Salvini è una mosca bianca. E io, la Isoardi, la invidio.

E c’è una cosa che le ho invidiato più di tutte: quando, bella come il sole, ha presenziato al cinema di Venezia, vestita di verde e raggiante, dietro di lei si è visto uno scazzatissimo Salvini. A chi lo ha avvicinato e gli ha chiesto che cosa ci facesse lì, lui ha risposto: “Sono qui per la morosa”.

Vorrei vedere, care femministe che schiattate d’invidia, quanti dei vostri uomini farebbero altrettanto, lasciandovi la luce della ribalta e mettendosi in secondo piano pur essendo il ‘capo dell’Italia’.

Anna Bianchini

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