Bimbi stranieri tra i banchi delle scuole venete, senza libri o quasi. La loro pecca, o quella dei propri genitori, non avere presentato il certificato internazionale, che attesti quali beni abbiano nel loro paese d’origine.

Dopo il caso lombardo coi bambini stranieri di Lodi, esclusi dalla mensa scolastica perché sprovvisti di un documento extra richiesto dal Comune, un’analoga vicenda si abbatte in Veneto.

Un pezzo di carta, reso obbligatorio ai primi dell’anno a Venezia, che sta diventando un incubo per  le famiglie straniere che di soldi ne girano pochi.
Per loro infatti non basta più la dichiarazione Isee. Da quest’anno si devono armare del certificato internazionale.
Una sorta di fotografia patrimoniale nella loro terra d’origine, che attesti i loro beni. Un documento che, norma docet, deve essere rilasciato dal Consolato: prima in lingua originale,  poi tradotto a rigore di legge ed infine allegato alla domanda del ‘buono libri’.

Se la legge non ammette ignoranza colpa ne ha, a quanto pare, la scarsa informazione. Che sarebbe da imputare a chi la legge l’ha partorita, perché solo dai primi di settembre, infatti,  sarebbe apparso sul portale regionale l’indicazione dell’obbligatorietà di questo documento.
E’ successo quindi che, in procinto della scadenza del bando pubblico, alcune famiglie si siano viste rigettare la domanda dal proprio Comune di appartenenza, perché mancava il certificato.

Un primo colpo della normativa, di iniziativa del Carroccio, che si abbatte sul mondo scuola. Ma che rischia di creare effetti anche nell’edilizia popolare, perché la nuova legge regionale riguarda anche l’assegnazione di immobili  (non solo l’erogazione di contributi economici).

Chi è a rischio?
Gli extracomunitari. Ovvero anche quei cittadini stranieri che arrivano da Paesi che non hanno stipulato una convenzione con l’Italia.

“Discriminazione bella e buona”
Non ha tardato a farsi sentire l’opposizione, accusando Zaia&C di avere dato il via ad una azione discriminatoria. Alla giunta regionale è stata presentata una mozione dal gruppo del Pd, chiedendo una proroga alla scadenza del bando

“La Giunta – riporta l’Ansa parte dell’interrogazione che ha come primi firmatari i consiglieri Francesca Zottis e Claudio Sinigaglia – faccia chiarezza sui contributi per il buono libri: la documentazione richiesta ai cittadini non comunitari sta provocando ritardi e disagi”.

La certificazione richiesta ai cittadini extra Ue è “un passaggio obbligatorio – spiegano Zottis e Sinigaglia ancora all’Ansa- che compare solo nelle istruzioni delle procedure web per la validazione delle domande alla Regione. Tuttavia la documentazione non serve in presenza di un’apposita convenzione tra l’Italia e lo stato di provenienza: bastano delle semplici dichiarazioni sostitutive. Ma le amministrazioni locali neanche sanno quali sono i Paesi con cui sono stati firmati questi accordi, oltre ad aver scoperto in ritardo la necessità di un ulteriore passaggio in quanto non c’era alcuna traccia nel bando. Non si può scaricare ulteriori incombenze e responsabilità sui Comuni. Senza considerare che si rischia di tagliar fuori dai contributi una buona fetta di cittadini non comunitari che invece avrebbe bisogno di un sostegno”.

Regione “era già stabilito da legge nazionale”
La replica della Regione Veneto rispetto alla vicenda, sottolinea che la nuova normativa regionale  applica quella statale, del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394 tutt’ora vigente.

di Redazione AltovicentinOnline

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia